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Il museo di Caparezza

San Benedetto del Tronto | Caparezza "Museica"

di

Caparezza

"Museica"

Gioca con musica e museo Michele Salvemini, cittadino di Molfetta che sul palcoscenico ha scelto il nome di Caparezza con la sua testa piena di ricci che lo ha sempre caratterizzato fisicamente. E il suo nuovo disco possiede una sorta di visione concettuale nella quale la vita dell'artista è passata in rassegna autobiograficamente come in una galleria di museo della musica nella quale Van Gogh, Giotto, Magritte, Duchamp, Picasso, Rembrandt, Modigliani, Francis Bacon, Lucio Fontana, Dalì, Frida Khalo e Lucien Freud non sono altro che grandi copertine di dischi, magari in vinile, che offrono continue cover di parole, come nello splendido primo singolo "Cover" che segna un ulteriore passo nello stile compositivo dell'autore che sfodera una voce più scura da blues western snocciolando titoli e simboli di una carrellata di dischi che hanno fatto la storia del rock.

Pur essendo un tipico artista hip hop (ma la sua intelligenza è anni luce avanti alla massa dei rappers nostrani) Caparezza in "Museica", suo sesto disco, flirta con la canzone e col rock classico spingendosi fino al metal, senza mai perdere la sua pelle d'origine. Caso raro d'intelligenza musicale egli non scivola sulla buccia di banana dell'autoproduzione che è spesso autodistruzione. Si gestisce con sapienza in un lavoro che non è certo improvvisato ma che denota mesi e mesi di scrittura e di lavorazione. Brani come "China Town" (omaggio alla scrittura a inchiostro di china), "Mica Van Gogh" (confronto fra i tempi del pittore de "I girasoli" e quelli delle generazioni odierne perdute tra uno spino e un twitter; "tu sei pazzo ragazzo mica Van Gogh"!), "Cover", "Compro horror" (contro lo spazio alla cronaca nera di molti giornali), "E' tardi" (con il rap grandioso di Michael Franti) dimostrano una maturità sempre più convincente che da modo a Caparezza di seminare cultura vomitando parole su parole senza essere mai banale.

Anzi, il tracciato di tutte le canzoni avrebbe bisogno, come in un persorso museale, di un'audioguida tante sono le citazioni, i movimenti, le allusioni e le metafore. E' un disco ricco "Museica" che non può certo essere digerito al primo ascolto. Non mancano le invettive e gli stimoli per i suoi giovani ascoltatori ("Ognuno di noi è una tela bianca che viene dipinta dai giudizi altrui; viviamo nell'illusione di essere noi stessi, in realtà siamo come ci dipingono gli altri", dice citando la teatrale "Fai da tela") per metterli in guardia anche contro le truffe della critica e dei miti da essa creati, come nel caso delle teste false di Modigliani. E invoca Giotto, maestro di prospettiva, perché illumini di prospettive il mondo di oggi. Bravo Caparezza

Voto 8/10

23/04/2014





        
  



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