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Turbo folk

San Benedetto del Tronto | Yom - The empire of love

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Yom

The empire of love

Nato nel 1980 a Parigi, Guillaume Humery ha assunto lo pseudonimo di Yom deformando il suo nome francese in omaggio alla sua ascendenza e cultura ebraica (Yom in yiddish significa "giorno"). Affascinato sin dall'età di 5 anni da uno strumento come il clarinetto (grazie alla facilità di trasporto è uno degli strumenti tipici dei popoli migranti come zingari ed ebrei) e dopo aver assistito con i genitori all'esecuzione di "Pierino e il lupo" di Sergej Prokofiev, Yom, sulle orme di suo nonno musicista, ne diventa, sin da giovanissimo, un eccellente esecutore vincendo a soli 17 anni il premio del Conservatorio Regionale.

Nel rispetto della tradizione ebraica askenazita l'artista si appassiona alla musica klezmer sulla scia dei grandi Natfule Brandwein (ukraino emigrato in Usa che ha contribuito alla nascita del genere nei primi del Novecento) e del russo Dave Tarras e fa il suo debutto discografico a poco più di 20 anni (all'epoca si faceva chiamare in lingua envers Yomguih) in un duo con il pianista Denis Cuniot dopo essere entrato a suonare nella formazione dell'Orient Express Moving Shnorers che nel 2001 prende il nome di Klezmer Nova. Come solista Yom debutta nel 2008 con un lavoro molto acclamato ("The new king of klezmer" in omaggio a Brandwein) e con collaboratori di ogni tendenza, dal suo ex-socio Denis Cuniot alla star pianistica cinese Wang Li e al trombettista libanese Ibrahim Maloouf, oggi stella internazionale di prima grandezza. Eclettico e attivissimo personaggio nonché agitatore culturale, Yom passa dai Wonder Rabbis (gruppo nel quale utilizza il personaggio di un supereroe venuto a diffondere la musica nel mondo) ad altre formazioni come Le silence de l'Exode e gli Yiddish Cowboys con i quali introduce elementi musical-sperimentali legati all'elettronica e alla dance music.

Con "The empire of love" Yom trova la quadratura del cerchio miscelando klezmer e techno in una serie di composizioni affascinanti che avviluppano l'ascoltatore (l'apertura di "Rising" è davvero emblematica) in un turbinio mirabile nel quale ritmo, armonia ed amplificazioni elettroniche trovano un mix di vorticosa, religiosa e quasi ascetica coloratura. In questo lavoro il virtuosismo si mescola come in un thriller all'elettronica e il miglior Battiato si sposa con Transglobal Underground in un continuo campionamento di suoni e in una nebbia di ritmi che includono house music ed euforie balcaniche. Qualcuno lo ha definito "Turbo folk". Mi pare una definizione perfetta per un Jean Paul Gaultier della musica klezmer qual è Guillaume Humery, in arte Yom.

Voto 7/10

12/01/2014





        
  



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