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Lettera aperta al Presidente della Restart Franco Gaspari

San Benedetto del Tronto | Agostini:"La cosa che certamente non condivido è il tono sottilmente ricattatorio da Lei usato, come a voler dire 'adesso vediamo di cosa siete capaci' ".

Luciano Agostini

Avendo letto la Sua intervista nella quale Lei chiama in causa i parlamentari locali, voglio dire con chiarezza, senza la ritualità delle frasi di circostanza, quale é e quale sarà la mia modesta e probabilmente insignificante opinione.

Intanto vorrei ricordarLe che la Camera dei Deputati, e quindi i parlamentari di maggioranza, un primo loro dovere lo hanno già fatto: in mezzo a tanta crisi e ad altrettante legittime critiche, hanno approvato un primo significativo provvedimento che puó portare - se utilizzato nel modo corretto ed appropriato - un contributo in termini finanziari e di sviluppo ad un territorio particolarmente in crisi come quello Piceno.La cosa che certamente non condivido é il tono sottilmente ricattatorio da Lei usato, come a voler dire " adesso vediamo di cosa siete capaci".

Per quello che riguarda il sottoscritto, Le dico con molta chiarezza che sul progetto presentato - le cui notizie sui contenuti ho potuto apprendere solo a mezzo stampa (non essendo mai stato invitato ad incontri e presentazioni; eppure - come è stato enfatizzato - se ne sono svolti diversi) - non ci potrà essere nessun impegno per il semplice fatto che i contenuti del progetto contrastano con ció che il Decreto Sviluppo da Lei citato sostiene.

Non solo il sottoscritto, ma autorevoli commentatori e perfino autorità scientifiche come l'Università di Camerino hanno sostenuto che quel programma presentato dalla società Restart non è nient'altro che una grossa mastodontica manovra edilizia - chiamiamola così, ma tutti sanno che la definizione esatta sarebbe un'altra. Come dar torto a costoro, quando si presentano realizzazioni di manufatti edili per 360 mila metri cubi? E come se non bastasse si vorrebbero far passare per produttive le realizzazioni edilizie a scopo direzionale. Ma che c' entra tutto questo con la riconversione produttiva dell'area che potrebbe essere alla base dell'interesse del Decreto citato nell'intervista?

Dopo la presentazione del progetto e dopo la pioggia di critiche che ne sono derivate si tenta di correre ai ripari con la " foglia di fico" del famoso centro tecnologico. Ma non doveva essere questo il "core business " della riconversione?
Almeno così sostenevano i sindacati.

Oramai tutti sanno che la Regione, nel mentre firmava la convenzione con la Restart, Comune di Ascoli e Provincia, istituiva il centro tecnologico sulla domotica a Fabriano, destinandogli anche importanti risorse. Non sarebbe stato meglio, egregio Presidente, che la classe dirigente del territorio fosse stata chiamata in quel momento a sostenere con forza in Regione che il centro sulla domotica avrebbe dovuto essere istituito nell'area "ex carbon"? Per altro, date le precedenti esperienze nazionali, unica possibilità per avere un centro tecnologico in linea con la nostra vocazione produttiva.

E la bonifica dell'area quando si farà? come si farà? Lei certamente sa che la normativa europea non lascia margini a dubbi su chi debba finanziare le opere di bonifica. Nè si puó pensare che provvidenze pubbliche possano essere utilizzate per opere improprie. E gli operai che fine hanno fatto? Ma Lei é a conoscenza che molti ex dipendenti non avendo più la copertura degli ammortizzatori sociali sono da tempo senza alcun tipo di reddito e non possono certamente aspettare che si definisca un ipotetico centro tecnologico per essere riqualificati, e oramai tutti sappiamo cosa nasconde la parola riqualificazione.

Per ultimo, in tutto questo cosa c'entra la Fondazione Carisap? Il cospicuo investimento fatto nel capitale sociale della società da Lei presieduta, puó essere legittimo ma sicuramente discutibile. Non era meglio che la stessa Fondazione finanziasse la nascita di qualche impresa magari istituita dagli stessi operai ex carbon? O concentrasse un pò di più la sua attenzione nel campo del sociale e della sanità, piuttosto che, come ha detto il suo Presidente rispondendo ad alcune considerazioni del sottoscritto, alle attività speculative?

Come vede Presidente, dubbi e perplessità non mancano.
Al sottoscritto non sono mai interessati accordi fatti nell'ombra (magari per nominare qualche professionista di fiducia), a me interessa che programmi di questo genere nascano in modo trasparente, chiaro, ma soprattutto per il bene e lo sviluppo della intera collettività e non di pochi.

Solo in presenza di queste ultime condizioni ci sarà come sempre la mia piena e totale disponibilità.

30/08/2012





        
  



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