"L’albero di maggio. Memoria e simbolismo politico di un rito laico"
San Benedetto del Tronto | Il volume sarà presentato venerdì 27 aprile alle ore 21,00 presso il Teatro Serpente Aureo di Offida

albero di maggio
Provincia di Ascoli Piceno
Comune di Offida
ISML (Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione di Ascoli)
Notizie sull'iniziativa:
venerdì 27 aprile 2012 - Teatro Serpente Aureo ore 21 - Offida (AP)
Presentazione del volume:
L'albero di maggio. Memoria e simbolismo politico di un rito laico
Edizioni ISML (Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione di Ascoli) - Ascoli 2012
Introduzione:
Gianpiero Casagrande
Assessore alla cultura del Comune di Offida
Saluti:
Valerio Lucciarini De Vincenzi
Sindaco di Offida
Interventi:
Gianluca Vagnarelli
docente dell'Università di Macerata e curatore del volume
Rita Forlini
Insegnante (ISML-Ascoli) e coautrice del volume
Notizie sul volume:
«L'albero (o palo) di maggio sormontato da una drappo rosso e issato ogni trenta aprile nelle piazze e agli incroci delle strade dei comuni del Piceno è un rito di origini antichissime. Affonda le sue radici nella celebrazione pagana del "maggio", propria delle antiche civiltà agricole, ove aveva la funzione di propiziare la fertilità della terra e salutare l'arrivo della primavera. Fu però con gli alberi della libertà nati nel corso della Rivoluzione francese che assunse i connotati, prossimi a quelli attuali, di un rituale politico. Più tardi, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, in coincidenza con il progressivo affermarsi della festa internazionale dei lavoratori, fu ripreso e rilanciato dal nascente movimento socialista giungendo in tal modo sino a noi.
Il presente volume intende ricostruire la memoria e il significato simbolico di questo culto laico. Ciò nella convinzione che per le sue lontane origini, la sua perdurante diffusione nel tempo e il peculiare radicamento nel sud delle Marche, l'albero di maggio abbia oramai superato la sua natura novecentesca di festa "di parte" per entrare a pieno titolo nel patrimonio storico e culturale del nostro territorio. Questo studio è suddiviso in due parti.
Nella prima, basata su fonti orali, abbiamo raccolto testimonianze di ex mezzadri - spesso attivisti politici o sindacali - nelle quali vengono rievocati, a partire dai primi decenni del Novecento, i riti legati alla piantumazione dell'albero di maggio in quindici comuni della Provincia di Ascoli Piceno. Fatte salve talune differenze essi presentano i medesimi tratti di fondo. Nel Piceno l'albero di maggio è anzitutto espressione del movimento contadino che si va lentamente organizzando e per il quale questo simbolo assume il duplice significato di occasione di festa e di sfida nei confronti dell'autorità politica e padronale [...]
Ma l'albero del primo maggio è anche espressione di quella tradizione laica che aveva la sua origine nei culti rivoluzionati inaugurati in Francia a partire dal 1789 che incontrarono, sin dalla loro nascita, una strenua opposizione da parte della chiesa cattolica. Ciò aiuta a comprendere perché i duelli più frequentemente rievocati dalle testimonianze qui riportate sono proprio quelli tra i contadini che intendono issare il loro albero ed i parroci che si oppongono a questa profanazione [...] Infine, grazie al contributo di Rita Forlini, sarà possibile coinvolgere le scuole in progetti didattici nei quali insegnanti e studenti potranno rielaborare in maniera autonoma i materiali sin qui raccolti [...]».
dall'Introduzione al volume di Gianluca Vagnarelli
I comuni del Piceno dove sono state raccolte le interviste:
Castel di Lama, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, Spinetoli, Monteprandone, Acquaviva Picena, Monsampolo del Tronto, Porchia (Montalto), Colli del Tronto, Rotella, Ripatransone, Appignano del Tronto, Offida, Castignano, Castorano.
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26/04/2012
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