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GasPlus, "Ambiente e salute nel Piceno" presenta le sue motivazioni per dire No

San Benedetto del Tronto | Dr. Natale Reda :"L'attuazione di un'attività di “stoccaggio” di gas metano, per la successiva estrazione e vendita da parte di Società straniere o italiane, VA RIFIUTATA".

Fotosimulazione di come sarà l'impianto di stoccaggio gas

Il Dr. Natale Reda presente in data 27 c.m. alla conferenza stampa in sede comunale promossa dal Movimento 5 Stelle e Comitati di quartiere, interviene per fare alcune precisazioni:

"Ritengo necessario precisare che la mia presenza alla conferenza stampa è scaturita dall'opportunità di precisare le opinioni di un gruppo di sambenedettesi che hanno scelto di ritrovarsi nella libera Associazione "Ambiente e salute nel Piceno", al fine di discriminare tra le tante attività della comunità in cui vivono quelle che risulterebbero certamente capaci di alterare l'ambiente e con esso la salute umana e degli altri viventi (piante e animali) presenti. Non avendo trovato cenno delle osservazioni da me fatte in tale occasione ribadisco che:

Ambiente e salute nel Piceno ritene che l'attuazione di un'attività di "stoccaggio" di gas metano, per successiva estrazione e vendita da parte di Società straniere o italiane, qualora venisse effettuata nel sottosuolo di San Benedetto del Tronto VA RIFIUTATA. Per brevità segnaliamo alcuni elementi del progetto contrari alla salute pubblica e ambientale;

Gli eventi dannosi a manifestazione repentina e casuale (scoppio o incendio o diffusione incontrollabile di gas e/o inquinanti) avrebbero un'entità così grande che causerebbero un elevato numero di morti e danni ambientali, perché sarebbero direttamente proporzionali alla quantità di energia che verrebbe manipolata nel processo. Ad esempio in caso di mal funzionamento una bombola di gas metano causa danni sempre superiori a quelli causati da un accendisigari a gas. Un'esplosione o una dispersione da un serbatoio di 500 milioni di metri cubi di metano causerebbe sempre danni estremamente più grandi di quelli di una bombola. La stima di una minore probabilità che l'evento si verifichi non è affatto rassicurante proprio perché è solo un dato probabilistico che diventerebbe sempre più possibile con il passare del tempo. In ogni caso all'evento disastroso non si potrebbe frapporre misura contenitiva efficace perché non c'è spazio libero tra luogo dell'evento e case di civile abitazione.

Gli inquinanti che quotidianamente verrebbero immessi nell'aria e secondariamente nelle acque di raffreddamento usate nel ciclo e nel terreno circostante alle tubature di iniezione ed estrazione, non potrebbero essere efficacemente controllati sia per la loro elevata quantità sia che per l'eccessiva vicinanza tra luogo di produzione e centro abitato. Inoltre quantunque venissero efficacemente ridotti nella loro entità costituirebbero un carico esagerato per un ambiente già troppo carico di inquinanti di tipo e forma fisica diversa - Troppo carico soprattutto se si tiene presente le (sua) vocazione turistica dell'area in questione.

Il ciclo di "stoccaggio" nel sottosuolo di prodotti combustibili non può essere assimilato ad un'attività mineraria, attività non soggetta a condizionamento da parte dei proprietari dei terreni (e quindi delle case sopra costruite). L'attività mineraria rientrerebbe tra le prerogative di dominio statale che ha facoltà di concedere concessioni di estrazione in modo incondizionato. Lo stoccaggio, al contrario, si configura come un'attività di tipo industriale simile a quella condotta dai Distributori di carburante o definita per i serbatoi di gas da riscaldamento. E' un'attività normata secondo precauzioni ben diverse, che tengono presente una distanza di sicurezza dalle edilizie abitative e soprattutto i diritti dei comuni cittadini che vivono in prossimità del luogo in cui si sviluppa l'attività.

Tutto quanto sopra fa parte della saggezza di un buon padre di famiglia. E' un bagaglio di saggezza minimo che ogni amministratore di attività pubblica dovrebbe avere. E sarebbe il sapere minimo che almeno consentirebbe di lasciare alle nuove generazioni un ambiente vivibile - Non vorremmo dover trasferire la comunità sambenedettese in altri siti meno devastati - fra qualche anno in un futuro prossimo".

29/01/2012





        
  



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