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La cultura per ripartire: Gli intellettuali per le Marche

Ancona | Incontro all’Abbadia di Fiastra, due giorni di confronto. Suggerimenti, proposte e spunti di riflessione per riscrivere il ruolo delle attività cul-turali.

La Giunta Regionale

Un momento di confronto tra l'istituzione regionale e l'intellettualità che nelle Marche è nata o vi risiede ed opera, o che ha scelto la regione per vivere e lavorare: si rinnova su questo pre-supposto l'appuntamento con gli intellettuali svolto quest'anno all'Abbadia di Fiastra (Urbisaglia).

"Attraverso la vostra sensibilità e le vostre idee stimolate riflessioni e strategie utili per affron-tare le problematiche della contemporaneità - ha detto il presidente, Gian Mario Spacca, rile-vando l'utilità del contributo di intelligenza ed esperienza degli intellettuali nelle politiche culturali della Regione. "Questo appuntamento è ispirato proprio dall'esigenza di un vostro contributo in termini di idee e riflessioni, fondamentali per far crescere il sentimento di comunità e ap-partenenza".

Le Marche, ha aggiunto Spacca, sentono forte la necessità di riflettere sulla pro-pria identità e vocazione superando i localismi: "Per affrontare le difficoltà congiunturali occorre il contributo degli intellettuali che sono liberi da logiche di interesse o di appartenenza e sanno guardare ad orizzonti lontani per individuare soluzioni e accrescere la forza del territorio". Il presidente ha quindi rilanciato il progetto della Macroregione adriatica "prezioso per superare il concetto di frontiera, ampliare gli orizzonti e guardare al mare Adriatico come comunità che cresce e si sviluppa". Innovazione, creatività e conoscenza sono le migliori virtù delle Marche, punti di forza che il governo regionale rilancia investendo, in controtendenza, sulle politiche culturali, ha concluso il presidente.

L'assessore alla Cultura, Pietro Marcolini, risponde al quesito: "Perché un nuovo incontro con l'intellettualità marchigiana? Essenzialmente perché lo richiede il tempo che stiamo vivendo", nella convinzione che "una società più evoluta e colta è più preparata a interpretare il cambia-mento, facendo della cultura un grimaldello della fuoriuscita dalla crisi e della ripartenza".

Quattro i tavoli divisi per tematiche - cultura ed economia; cultura e paesaggio; cultura e wel-fare; cultura e creatività - discussi ieri e resi pubblici in questa seconda giornata che rappre-senta il momento vero e proprio del confronto, humus ideale per raccogliere suggerimenti, proposte e spunti di riflessione.

"L'istituzione regionale - chiarisce Marcolini - non vuole solo confrontarsi, quanto essere conte-sto e strumento di una riflessione. L'esigenza è duplice: tentare di superare l'ipnosi della crisi, dando respiro al pensiero e forza all'immaginazione, e interrogarci su come la cultura possa essere qualcosa di molto concreto che supporti lo sforzo di rispondere alla crisi e costituisca una base di proposta innovativa nelle politiche e negli strumenti. Dalle crisi si esce attraverso un cambio di paradigma che non è mai qualcosa d'improvvisato, ma è il risultato di un percorso di comprensione".

In questa legislatura l'azione della Regione ha collocato la cultura tra le priorità, aumentando sensibilmente le risorse per far fronte ai tagli del Governo nazionale, cercando di qualificare gli interventi e valorizzare la trasversalità, razionalizzando la spesa e impegnando tutti e soggetti a collaborare in un'ottica strategica. La cultura, dunque, come fattore di nuova economia e di nuova società. "Le politiche culturali possono essere elemento di innovazione e crescita, linfa per il nostro tessuto produttivo, a-prendolo a nuove iniziative e contaminazioni, producendo reddito, coinvolgendo professionalità, giovani competenze e talenti".

Approccio che si estende trasversalmente in diversi ambiti: dall'intervento su teatri, biblioteche, musei, pinacoteche e archivi, a quello su spettacolo, festival e mostre, cinema e tradizioni popolari; dall'investimento per il restauro ambientale e architettonico del paesaggio e dei centri storici al ruolo di università, accademie, conservatori, fondazioni, centri studi e case editoriali; dal riordino e ristrutturazione del circuito lirico - sinfonico teatrale fino al sostegno delle imprese creative, che puntano su design, ricerca e innovazione tecnologica di processo e di prodotto.

"La cultura per ripartire, per ‘guardare oltre la siepe' - è la sintesi dell'assessore - puntando sul rapporto strategico tra pubblico e privato, includendo nuovi soggetti ed esperienze, portando economia nel mondo della cultura per come finora l'abbiamo conosciuto e innestando cultura nel mondo dell'economia per rilanciarlo. Una sfida ardua, da affrontare con l'auspicio che la cultura possa riaffermarsi tra le priorità dell'investimento pubblico, pur nella fase drammatica che stiamo vivendo, ma consapevoli che bisogna fare meglio, avendo poco, e che vale per la cultura ciò che è irrinunciabile oggi per qualsiasi altro settore: un rigoroso bilancio sociale delle proprie attività.

Per questo abbiamo chiamato a raccolta chi coltiva insieme il pensare generale e quello specialistico, lo sguardo sull'orizzonte e la cura del dettaglio, chiedendo un contributo puntuale sui quattro aspetti divisi per tavoli di lavoro. Con l'aiuto degli intellettuali possiamo fare un passo ulteriore nella direzione della riorganizzazione dell'intervento regionale nella cultura e della ridefinizione condivisa delle politiche culturali in tempo di crisi, riscrivendo obiettivi, funzioni e possibilità in una prospettiva di medio periodo che guardi alle Marche del 2020".

28/01/2012





        
  



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