Natale nel Piceno: la tavola batte la crisi
San Benedetto del Tronto | Si stringe la cintura su regali e viaggi ma la spesa di alimenti e bevande non si tocca!
A Natale la crisi economica "taglia" regali e viaggi, ma le tavole continueranno ad essere ricche di delizie. Gli abitanti del Piceno, però, saranno comunque più oculati negli acquisti prediligendo prodotti e specialità enogastronomiche legate al territorio e alle tipicità locali. Niente spese folli, quindi, come salmone, ostriche, caviale e frutta esotica che verranno consumate con il contagocce. Mentre ancora una volta lo spumante trionferà sullo champagne, con oltre il 95% dei brindisi.
A segnalarlo è la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori di Ascoli. Nonostante le tredicesime più leggere e i rincari al dettaglio di alcuni prodotti per colpa dei ritocchi sull'Iva e sulle accise dei carburanti, dunque, le famiglie non rinunceranno alle tradizioni enogastronomiche e per il carrello alimentare delle festività alle porte manterranno quasi lo stesso budget del 2010. "Del resto - commenta Massimo Sandroni presidente della Cia provinciale di Ascoli - la convivialità a tavola è assolutamente radicata nella nostra cultura e trascorrere i giorni di Natale a casa con la famiglia o gli amici è una tradizione ormai consolidata".
Secondo i primi dati a disposizione quest'anno solo il 19% degli italiani spenderà meno per cibo e bevande, mentre ben l'81 % lascerà praticamente inalterato il budget per il cenone della vigilia e per i pranzi di Natale e Santo Stefano. Più in dettaglio, ogni famiglia sborserà in media 140 euro per imbandire le tavole del 24, 25 e 26 dicembre con una spesa complessiva stimata in 3,2 miliardi di euro. Vale a dire solo l'1% in meno del 2010.
Anche se lo spettro della recessione fa paura e il calo del potere d'acquisto è reale e diffuso le famiglie italiane non rinunceranno a panettone, spumante, pesce, carne e pasta fresca. Preferendo piuttosto stringere i cordoni della borsa su regali e settimana bianca. Le spese per i doni natalizi subiranno infatti una flessione del 3,5% rispetto all'anno scorso, mentre quelle per i viaggi diminuiranno fino al 7%.
In particolare -aggiunge la Cia- la spesa alimentare delle feste natalizie sarà così ripartita: carni e salumi (18,5 per cento); pesce (11,8 per cento); pasta e pane (14,2 per cento); formaggi e uova (13,1 per cento); ortaggi, conserve, frutta fresca e secca (15,3 per cento); vini, spumanti e altre bevande (14,7 per cento); pandori, panettoni, torroni e dolci in generale (12,4 per cento).
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23/12/2011
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Betto Liberati