Recuperiamo l'antica ferrovia della Val di Tenna
Amandola | La decisione dell'amministrazione di far passare una variante proprio nel tratto di strada ferrata è contestata da alcuni cittadini.

Amandola
Un gruppo di appassionati a questo progetto hanno ripercorso a piedi il vecchio tracciato della ferrovia constatando la reale possibilità di rendere fruibile, anche in tempi brevi, una parte del vecchio tracciato.
Il dott. Pino Bartolomei, nel pubblicare un libro sulla ferrovia Porto San Giorgio - Amandola ha posto l'attenzione sullo stato di abbandono di stazioni, ponti, viadotti e caselli presenti sul territorio che se "recuperati e inseriti un sistema di mobilità dolce comprendente percorsi pedonali piste ciclabili e ippovie contribuirebbero alla valorizzazione turistica e culturale della nuova Provincia di Fermo". Bartolomei definisce questo patrimonio architettonico un "tesoro in termini di potenzialità turistiche che non aspetta altro di essere rivalutato anche in un'ottica di rilancio economico generale", di recente, infatti, è stata presentata una proposta di legge alla Camera dei Deputati che va in tal senso e che non esclude la possibilità del ritorno del vecchio trenino, magari inizialmente nel tratto Servigliano-Amandola".
La proposta poi è stata recepita dal Governo nazionale, tanto che nella Legge finanziaria del 2008 sono stati finanziati 2 miliardi di euro a favore di 12 ferrovie dismesse in tutto il territorio nazionale tra cui la Fermo - Amandola. E così i sogni rischiano di trasformarsi in realtà. Sembra che non manchi proprio nulla per realizzare l'opera, addirittura la nuova Provincia di Fermo nella riunione del 17/11/2009 dimostra interesse per il progetto, erano presenti il Presidente Cesetti, l'assessore Offidani, e una delegazione dell'associazione Italia Nostra; a seguito di tale iniziativa sarebbe dovuta seguire la convocazione dei 40 Sindaci dei Comuni della Provincia, ed altre personalità politiche.
Quando tutto sembrava andare per il verso giusto, arriva la notizia che l'Amministrazione Provinciale, sollecitata dal Comune di Amandola, decide di far passare una variante che collega la zona di S. Maria a Piè di Agello alla stazione ferroviaria proprio nell'antico tracciato della ferrovia. Questa scelta del Comune di Amandola e dell'Amministrazione Provinciale, rispetta l'art. 9 della legge 366 del 2008, la quale prevede che "L'area di sedime delle ferrovie dismesse o in disuso é utilizzata prioritariamente per la realizzazione di piste ciclabili"? I politici non possono nascondersi, lanciando accuse che il Comitato è contro la variante, noi diciamo che devono essere chiari con i cittadini e devono assumersi le proprie responsabilità nel dire apertamente se "credono o non credono" nel recupero del vecchio tracciato della ferrovia.
"Noi siamo convinti - dice Enrico Gasparri del Comitato cittadino per la difesa della vita in montagna - che sia possibile salvare sia la variante che il percorso ferroviario e lasciamo ad altri la valutazione dell'impatto favorevole o sfavorevole di una variante; porterà vantaggi o svantaggi? Per analizzare i risultati basta focalizzare le conseguenze negative nei Comuni dove è stata costruita una strada di scorrimento veloce che evita il centro abitato. Speriamo che l'Amministrazione Provinciale, le associazioni interessate ed in particolare Italia Nostra, non abbandonino il progetto del recupero della Stazione Ferroviaria e diano modo di recuperare un patrimonio architettonico di pregevole valore, che potrebbe apportare ricchezza alla zona montana".
Con il recupero della ferrovia potrebbe essere creato un percorso ciclo-pedonale tra Servigliano e Amandola con una spesa molto contenuta, attraversando le vecchie stazioni Ferroviarie, dove stanno per essere allestiti negozi di prodotti tipici (vedi Smerillo e S. Vittoria in Matenano in fase di realizzazione) , per passare dall'Abbazia di S. Ruffino alla chiesa di S. Maria a piè d'Agello e per arrivare alla stazione ferroviaria di Amandola dove potrebbe essere allestito addirittura un museo. Oramai Amandola, inserita all'interno di un Parco Nazionale, deve fondare principalmente l'economia locale sfruttando il turismo.
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08/07/2011
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Betto Liberati