Un Piano di Gestione della pesca del pesce azzurro
San Benedetto del Tronto | Dal 2008 il mercato del pesce azzurro ha iniziato ad avere una curva negativa che si è sempre più accentuata con il trascorrere degli anni fino a diventare insostenibile per le imprese di pesca che esercitano la pesca con il sistema a coppia.

La grave crisi ha anche coinvolto il sistema di pesca tradizionale a circuizione detto "lampara" che nel breve volgere di un decennio ha portato allo smantellamento della flottiglia martinsicurese facente base nel porto di San Benedetto ridotta oggi ai 6 motopesca a fronte delle 24 esistenti .
Quello che sembrava un fenomeno di contrazione dei prezzi passeggero si è invece rivelato permanente e in prospettiva non si intravede una soluzione se non vengono immediatamente prese decisioni e intraprese azioni atte al riequilibrio del sistema.
Uno dei motivi fondamentali della crisi va ricercata nella fortissima concorrenza dei prodotti di importazione che prima riguardava in massima parte la materia prima proveniente da Croazia e Marocco e che ora riguarda anche i prodotti semilavorati e finiti.
Infatti si è avuto un grande incremento di importazione di prodotti sotto sale destinati alla filettatura di alici da mettere sottolio che ha portato alla chiusura di molte aziende di salagione del meridione, e di filetti di alice e sarda già marinati a prezzi abbattuti che sono andati a penalizzare fortemente le aziende che tradizionalmente sono le acquirenti di materia prima da destinare alla filettatura manuale del pescato.
Per ultimo e fattore altamente penalizzante la contaminazione del pescato da parte dell' Anisakis, che ha creato diffidenza sul pescato e una ulteriore fortissima contrazione del mercato.Contrazione che si ripercuote fortemente sulla gestione dell' impresa che è in fortissima e documentabile perdita di gestione ed ha riflessi occupazionali di rilievo considerando che complessivamente sono imbarcati circa 90 marittimi nei motopesca di San Benedetto e altrettanti in quelle di Molfetta e Giulianova.
Una crisi che coinvolge quindi 180 famiglie di marittimi più gli addetti dell' indotto commerciale, produttivo di trasformazione, distributivo e di servizio per cui vale l' equazione di 4 addetti per imbarcato danno un' idea che 720 famiglie sono coinvolte in una crisi che non mostra segni di recupero.
Per questo non è più il momento di indugiare e bisogna passare all' azione, che trova concorde tutta la marineria coinvolta nel problema, articolando un Piano di Gestione che preveda un Fermo Pesca Volontario a partire dal 20 giugno di tutti i motopesca esercenti la pesca con il sistema "volante" fino al 31 luglio e prosieguo con il fermo tecnico previsto dal MPAF a partire dal 1° agosto fino al 15 di settembre.
Questo fermo darà maggior respiro alle attività delle "lampare" e permetterà una crescita della pezzatura del pescato in maniera considerevole da renderla fortemente competitiva con quello di importazione. Per l' ottenimento di questo risultato necessita un sostanziale impegno finanziario sia da parte delle imprese che delle Regioni di appartenenza delle imbarcazioni così distinto:
1. Contributo ad ogni singola imbarcazione di almeno 8.000 euro per il periodo di Fermo Pesca Volontario a partire dal 20 giugno di tutti i motopesca esercenti la pesca con il sistema "volante" fino al 31 luglio. Per un totale di impegno per la Regione Marche di euro 88.000.000, per la Regione Puglia di euro 64.000 e per la Regione Abruzzo di euro 23.000.
2. Accordi sindacali per l' ottenimento della cassa integrazione con sollecito pagamento per gli equipaggi .
3. Iniziative di supporto quali :
a. Ricerca di mercato atto a identificare nuovi sbocchi di mercato,
b. iniziative promozionali,
c. definizione di un Piano di Gestione che vada a determinare calendari di pesca, quote di pescato ed aree di pesca,
d. accordi commerciali con catene distributive e imprese di trasformazione con la fissazione di un prezzo minimo di acquisto.
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15/06/2011
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