Presentato ieri al presidente della regione un appello per chiedere garanzia della gestione pubblica
Ascoli Piceno | E stato presentato ieri al Presidente Spacca, in occasione della sua presenza a San Benedetto del Tronto, un appello in cui si sollecita la Regione a usare i mezzi a sua disposizione per riaffermare le competenze locali sui beni comuni.

L'appello promosso da SOS Missionario, anche alle luce delle considerazioni emerse durante il convegno SOS Acqua del 21 gennaio scorso, è stato sottoscritto da numerose forze politiche locali e regionali, tra cui le segreterie regionali di PD, Verdi, IDV.
Hanno sottoscritto la richiesta anche il Presidente del CIIP, Pino Alati e diversi amministratori locali tra cui i Sindaci di S. Benedetto del Tronto, Grottammare, Cupramarittima, Ripatransone, Appignano del Tronto, Monterubbiano. Numerosissime le sottoscrizioni di associazioni di tutto il territorio marchigiano, sia di quelle che si sono direttamente impegnate nella campagna referendaria sull'acqua, sia di altre associazioni di cooperazione internazionale e culturali che hanno voluto riaffermare la necessità politica di difendere i beni comuni.
Nell'appello si invita a difendere il modello di servizio idrico integrato gestito in forma associata fra Comuni, presso l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, a sostegno delle richieste di mantenimento della gestione in-house del sevizio (istanze peraltro già presentate da diverse ATO della Regione Marche) e l'approvazione da parte della Regione, di una legge regionale di riorganizzazione del servizio idrico integrato.
Tale legge consentirebbe alla Regione di riaffermare con un provvedimento legislativo specifico la volontà della Regione sancita con la delibera 38/2010. Essa dovrebbe inoltre riconfermare il Servizio Idrico Integrato come privo di rilevanza economica, classificandolo come un "servizio pubblico di interesse generale a rilevanza locale".
L'attenzione sulle azioni della politica deve essere sempre vigile ma l'impegno da parte dei sottoscrittori si intensifica ora, dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili due dei tre quesiti referendari abrogativi della legge Ronchi sulla privatizzazione dei servizi idrici che premia la straordinaria mobilitazione che ha portato alla raccolta di oltre 1.400.000 firme in tutta Italia e 44.000 nella Regione Marche.
Occorre intensificare l'impegno nella fase più difficile: convincere almeno 25 milioni di persone ad andare a votare. Dovremo, nel tempo che ci separa di qui alla celebrazione del referendum, lavorare per raggiungere il quorum del 50% più uno. Sappiamo bene che da anni questo risultato non viene raggiunto. Dovremo fare il passaparola.
Organizzare miriadi di incontri e di assemblee, fare banchetti nelle piazze. Gli uomini e le donne di questo paese dovranno decidere su un bene essenziale. Solo con la vittoria dei "sì" potremo invertire la rotta sulla gestione dei servizi idrici e più in generale su tutti i beni comuni.
Non possiamo non ricordare che il diritto umano all'acqua e all'igiene è fondamentale: sono 884 milioni di persone senza accesso all'acqua sicura, 2,6 miliardi di persone (il 40% dell'umanità) senza igiene di base. Consegnare l'acqua al mercato dei privati è una sfida che non si deve perdere! Dobbiamo difendere i beni comuni essenziali alla vita da ogni forma di potere e dagli interessi di ogni tipo, a partire da quelli economici!
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08/02/2011
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Betto Liberati