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Mezzina: Offida contro Celani chiama a raccolta Comuni e partiti, S. Lazzaro passa alle vie legali

Offida | Proprio nel giorno di riapertura (20 gennaio) arriva il fax con cui si comunica l’ulteriore proroga al 18 febbraio. Lucciarini: "È la nona proroga, la pazienza è finita".

di Sara Matera

Rossini, Di Francesco, Lucciarini, Agostini, Cardilli, Morelli, D'Angelo, D'Erasmo

Nove proroghe e anche stavolta nessuna telefonata. Il 20 gennaio, data della tanto attesa e già più volte prorogata apertura della Mezzina, il Comune di Offida ha ricevuto il fax con cui l'amministrazione provinciale comunicava l'ulteriore slittamento dei termini di chiusura al 18 febbraio.

"Noi la pazienza l'abbiamo finita - tuona il Sindaco di Offida Valerio Lucciarini -. Se non c'è rispetto delle istituzioni perché di colore politico diverso, si abbia almeno rispetto per i cittadini che non meritano di essere informati ogni volta nel giorno della riapertura". Inizia così la maxi conferenza stampa convocata stamane dal Gruppo Consiliare "Offida. Solidarietà e Democrazia", alla quale hanno preso parte rappresentati istituzionali, sindaci e segretari provinciali dei partiti del centrosinistra.

La Giunta al completo guidata dal Sindaco Lucciarini, l'on. Luciano Agostini, i consiglieri provinciali D'Angelo e Mandozzi, i segretari provinciali Antimo Di Francesco del PD, Andrea Cardilli dell'IDV, Daniele D'Angelo di Rifondazione Comunista, Riccardo Morelli del PSI e Luigino Nespeca di SEL, i Sindaci di Castel di Lama, Patrizia Rossini, e di Ripatransone, D'Erasmo, il vicesindaco di Appignano Pierluigi Grelli e il Presidente del quartiere San Lazzaro Giovanni Stracci: tutti insieme per chiedere la riapertura della Mezzina, segnalare lo stato di abbandono in cui versano le pericolose strade alternative, ma anche per denunciare politicamente l'inadeguatezza della Giunta provinciale guidata dal Presidente Piero Celani.

A quella che è stata annunciata come la prima di una lunga serie di iniziative politiche (pro-Mezzina e anti-Celani) avrebbero dovuto partecipare anche il Sindaco di Castorano Franco Pezza e i Consiglieri regionali Donati e Canzian, assenti per influenza. La vicinanza della regione Marche è stata espressa da Canzian in una nota inviata al Primo Cittadino nella quale si insiste sulla necessità di "denunciare politicamente l'inadeguatezza della Provincia".

Inefficienza, assenza di programmazione, mancato coinvolgimento dei Comuni e dei cittadini: queste le maggiori accuse rivolte all'amministrazione provinciale da parte di tutti gli intervenuti, a partire dell'on. Agostini che ha avanzato addirittura il sospetto che dietro alle nove "intollerabili" proroghe possano esserci "errori tecnici che, se fossero reali, metterebbero a serio rischio i finanziamenti". "La situazione è insostenibile ed ha un nome preciso - ha affermato l'onorevole del PD -, quello del Presidente Piero Celani".

Un presidente arrogante e autoritario quello descritto dai Consiglieri Cardilli e D'Angelo. "Il Presidente continua con i suoi metodi - ha detto l'esponente dell'IDV -, non è possibile prorogare una chiusura lo stesso giorno della scadenza impedendo a cittadini, imprese e trasporti di fare programmi"; ancora più duro l'ex Sindaco di Offida: "La Giunta provinciale è un bluff, lì c'è solo il Presidente - ha detto D'Angelo -. La questione Mezzina rappresenta l'inconcludenza, l'incompetenza e la disonestà intellettuale dell'amministrazione provinciale. Nove proroghe vuol dire non avere una programmazione; se si vuole chiudere bisogna avere il coraggio di dirlo una volta per tutte".

Rifiuti, ambiente, lavori pubblici, tutti esempio di un "perfetto non coinvolgimento dei territori" per la Rossini; preoccupazione condivisa anche dal Vicesindaco di Appignano che lamenta "l'arroganza di un'amministrazione che non coinvolge le istituzioni locali". Entrambi i comuni hanno garantito il loro appoggio alle prossime eventuali iniziative di protesta, come ha fatto il Sindaco D'Erasmo in rappresentanza dei Comuni della Val Tesino: "La Provincia - ha detto - ha pochi cantieri in attività, cosa fanno gli assessori se non si occupano di risolvere questi problemi?".

Anche i partiti hanno assicurato la loro vicinanza condividendo il giudizio negativo sulla provincia, a detta di tutti, poco vicina alla cittadinanza e incapace di rispondere alle esigenze dei cittadini. Nel ricordare i pericoli derivanti dalla chiusura delle Mezzina, D'Angelo di Rifondazione ha fatto notare che il 4 marzo ci sarà il Bove Finto e l'8 i V'lurd, manifestazioni che richiamano ogni anno tante persone dai comuni del Piceno e del vicino Abruzzo. Morelli dei Socialisti ha avanzato "più di un sospetto sulle reali motivazioni delle nove proroghe"; "Le nove proroghe - ha aggiunto Nespeca di Sinistra e Libertà - sono delle foglie di fico che coprono le vergogne di questa amministrazione inadeguata".

A "mettere il carico", se ce ne fosse stato bisogno, ci ha pensato il Segretario Provinciale del PD Antimo di Francesco: "Noi non siamo più disposti a tollerare altri ritardi e inefficienze prodotte da un'amministrazione provinciale ingessata, paralizzata, ripiegata su se stessa, che non riesce a dare risposte reali al territorio". "La provincia - ha proseguito il Segretario - non riesce ad esercitare il ruolo di guida, manca il coinvolgimento dei comuni, c'è un vuoto assoluto di progettualità ed un presidente che ha assunto tutte le funzioni delegittimando i suoi stessi assessori".

Insomma, la pazienza è davvero finita. Almeno a giudicare dalla parole usate da Di Francesco per rappresentare la situazione: "Il Piceno brucia - ha detto - e il nostro presidente si diverte a giocare con i giochi d'artificio".

Non getta certo acqua sul fuoco l'annuncio finale del Presidente del quartiere attraversato dalla Collecchio, Giovanni Stracci, che ha reso noto di aver contattato un avvocato di Fermo per attivare le vie legali.

04/02/2011





        
  



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