Penso che la vita non si concluda con la morte anche per un laico, per un secolare che ha una fede non cattolica: chi ha onorato, dovunque sia passato, col suo sorriso e con la sua presenza ogni ambiente, in cui ha operato, non muore, lascia qualcosa.

Non voglio, però, parlare della memoria o dell'operato di un amico: le sue opere parlano da sole e sono degne di ricordo: a chi di dovere tocca la reale celebrazione di un uomo, che ha dato molto al Comune di S. Benedetto del Tronto.

Dico solo che Roberto Conti vive. La sua morte ha chiuso il ciclo vitale, naturale, ma ha aperto una porta alla vita in senso spirituale. Vive certo anche nella moglie, nel figlio, nella nipotina Ginevra, parti della sua umanità, continuatori della sua realtà umana.

Come le sue ceneri sono tornate alla natura così il suo spirito sì é ricongiunto al tutto. E' tornato ad essere allo stato permanente dell'essere: è Kosmos, fa parte del logos universale. Ora è pura entità come era stato prima di essere, prima di conoscere la vita terrena e prima di fare la sua storia personale.

Roberto, molecola di un mare infinito, vive senza tempo e senza spazio. Vive in un mondo di armonia, come parte dell'armonia universale in un processo conscio ( o inconscio) eterno. A me piace pensare che il suo spirito libero, laico, fanciullesco sia accanto ai suoi cari ma anche a quanti, suoi colleghi, hanno apprezzato il suo lavoro e a tutti noi, amici, che lo abbiamo conosciuto stimato ed amato.