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UGL, un bilancio economico sociale terribile per il 2010.

Ascoli Piceno | Un anno difficle per il piceno, al bivio tra ripresa produttiva e perdita di coesione sociale. Secondo il sindacato le cause vanno individuate anche nelle politiche di Tremonti.

"Il 2010 chiude definitivamente i sogni della "zona franca urbana" e del"protocollo d'intesa Val Vibrata-Val Tronto"; li avevamo accarezzati per lungo tempo per rispolverare la rinascita industriale di un territorio in declino". E' questo il bilancio stilato dal sindacato UGL rispetto alla situazione economico-sociale nel Piceno.

Secondo UGL i sogni sono stati azzerati dalla tormenta che ha aggredito i conti pubblici e da una perniciosa ed unidimensionale cattiva logica Tremontiana che ha penalizzato la crescita.

"Questo amaramente dobbiamo registrare e lucidamente annotiamo - dice Pino Marucci, componente del consiglio nazionale UGL- lasciamo ad altri, dialettiche esercitazioni di fatue zone franche comunali. Il 2011 ci troverà a fare affidamento sulle nostre forze;a raschiare il barile della capacità, dell'inventiva e della laboriosità
di tutti i soggetti economicamente e socialmente attivi del territorio, per non
implodere".

L'area ex Carbon, il sogno di un polo scientifico e tecnologico,centro di innovazione e volano dell'economia, si appanna ed insabbia tra ritardi Amministrativi,mancanze di risorse finanziarie governative, e carenza di concreti soggetti imprenditoriali.

"Un piccolo miracolo il 2010 c'e la portato - continua Marucci - la
Progeny Srl produce film in bobina, sacchi e buste per uso industriale ed
alimentare; è nata sulle ceneri della Volplast Srl,in procedura concordataria e
destinata a chiudere ;una scommessa imprenditoriale che ha salvato 28 posti di
lavoro".

"Per il 2011 - conclude Marucci - speriamo nel miracolo Novico; un'azienda
storica del Piceno in procedura fallimentare; i 60 lavoratori in cassa
integrazione attendono che la nuova proposta di affitto di ramo d'azienda vada
in porto e ricomincino a produrre. Piccoli sprazzi di luce in un panorama economico
buio; perché c'è si il rischio della rottura della coesione sociale. Non lo
dicono soltanto i dati del tasso di disoccupazione(le cifre reali sono ben
superiori a quelle statistiche), l'inclusione crescente delle famiglie nella
soglia di povertà, lo scivolamento in basso del ceto medio; ma anche l'
ampliamento degli esclusi da qualunque Welfare, siano essi giovani che non
entrano nel mondo del lavoro, siano essi lavoratori espulsi dalla produzione e
che fuoriescono dalla rete protettiva degli ammortizzatori sociali. La Politica e le Istituzioni dovranno cambiare passo per dare risposte a queste emergenze.

31/12/2010





        
  



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