Il sindaco di San Benedetto Gaspari è intervenuto al seminario dal titolo "La povertà nei paesi sviluppati: misura e politiche di contrasto", svolto nella mattinata di giovedì 18 marzo a Palazzo Vannicola, in via Mare, sede della Facoltà di Economia dell'Università Politecnica delle Marche.

Si trattava del sesto ed ultimo incontro di un ciclo dedicato al tema più generale "Benessere, povertà e territorio tra cambiamenti recenti e sfide future", organizzato dalla stessa Università, in collaborazione con la Fondazione Carisap. Il seminario conclusivo è stato tenuto dal prof. Ugo Trivellato dell'ateneo di Padova, introdotto dal prof. Francesco Maria Chelli della Politecnica. Le conclusioni sono state tenute dal vescovo Gervasio Gestori. Il dr. Pierluigi Raimondi ha rappresentato il Consorzio Universitario Piceno. È intervenuto anche il presidente della Provincia Piero Celani.

«Porto il saluto della città e quello del prefetto Pasquale Minunni, molto interessato al tema ma impossibilitato a prendervi parte», ha detto il sindaco Gaspari ai presenti, «Purtroppo il tema della povertà è molto attuale, e il fatto che venga analizzato in maniera approfondita dall'Università è una dimostrazione ulteriore della sua presenza attiva sul nostro territorio».

«La crisi economica del '29 fu superata dopo vari decenni» ha aggiunto Gaspari, «Non è quindi escluso che anche l'attuale situazione di difficoltà globale possa avere un lungo decorso. Di sicuro, quando ne saremo fuori, molte cose saranno cambiate rispetto ad oggi e all'attuale modello di sviluppo. L'attenzione della politica è principalmente rivolta agli ammortizzatori sociali per coloro che perdono il lavoro. Ma varie altre azioni sono state messe in campo sia per venire in aiuto a chi vive le maggiori difficoltà dovute a questa congiuntura, sia a chi programma la propria vita, come nel caso di voi studenti, iscritti negli atenei presenti a San Benedetto. Abbiamo motivi di speranza grazie all'ottimismo della volontà, e a quanto abbiamo già fatto. Abbiamo inoltre la consapevolezza che la guardia non può essere abbassata, e che altro lavoro ci attende, per questa emergenza comune, ma non invincibile, né infinita».