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La terra trema: serie di scosse nel Fermano-maceratese

Falerone | Dall'8 gennaio la zona è interessata da uno sciame sismico. I terremoti più forti, 4 e 4.1 gradi sulla scala Richter, martedì 12.

di Francesca Pasquali

“E’ passato?”. “Sì, è passato un’altra volta”. Nell’entroterra marchigiano ‘è passato’ sta per ‘c’è stato il terremoto, come se quel ‘passare’ stesse a indicare una visita, per quanto indesiderata. E in questi giorni, tra le province di Fermo e Macerata, le visite sono state parecchie.

Martedì scorso le due scosse più forti – 4 grado della scala Richter alle 9.25, 4.1 alle 14.35 – che per fortuna non hanno provocato feriti né danni, ma solo tanta paura nella popolazione. Dopo la prima, una scia di terremoti più lievi – da 2.5 a 2.8 gradi – poi la seconda, e ancora scosse di assestamento. Con il passare delle ore e l’approssimarsi della sera l’ansia della gente è aumentata, al punto che in molti hanno deciso di trascorrere la notte fuori casa, soprattutto in macchina. Troppo vivo il ricordo del sisma che lo scorso aprile ha colpito L’Aquila e troppo nitide nelle menti le immagini di morte e distruzione per ‘rischiare’ rimanendo nelle abitazioni.

Dall’8 gennaio questa zona è interessata da uno sciame sismico del tutto indipendente da quello abruzzese e che, secondo gli esperti, segue un movimento meccanico diverso. Domenica scorsa, una scossa di 3.9 a 9 km di profondità aveva messo in allarme la popolazione che si era riversata nelle strade e aveva preso d’assalto i centralini dei numeri d’emergenza.

Un giorno di tregua e la serie di martedì (circa 40 scosse registrate dai sismografi, una decina avvertite dalla gente). Nella notte del 13 altre due – 2.7 gradi alle 2.11 e 2.5 alle 2.25 – poi, un altro giorno senza terremoto. L’arrivo a Falerone della troupe di Porta a Porta, la diretta all’una di giovedì notte e la calma del momento stridono fortemente con le immagini del sisma di Haiti trasmesse dal programma di Rai Uno.

Ieri l’ultima scossa avvertita, 2,6 gradi alle 14.35. Gli epicentri sono stati individuati tra i comuni di Sant’Angelo in Pontano, Loro Piceno (Macerata), Montappone e Falerone (Fermo), ma le scosse più forti sono state avvertite in tutta la regione e quella delle 14.35 di martedì anche in Abruzzo e Umbria. La relativa profondità dei terremoti – dai 22 ai 25 km – ha fatto sì che i danni siano stati minimi: qualche calcinaccio caduto e crepe negli edifici più vecchi o già lesionati.

Già colpito dal sisma del 1997 insieme all’Umbria, il territorio marchigiano ha un rischio sismico medio. Niente di eccezionale, dunque, per studiosi e ricercatori, che pronosticano altre scosse per i prossimi giorni. Solite raccomandazioni e nessun allarmismo. Ma le precedenti esperienze ci insegnano che un’inutile evacuazione è di molto preferibile a una tardiva costernazione.

16/01/2010





        
  



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