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“Se mi lasci ti uccido”: dopo due anni la denuncia

Civitanova Marche | Violenza fisica, sessuale e psichica, stalking, poi il tentativo di strangolamento e annegamento, finalmente dopo mesi d’indagini l’aguzzino B. F. nato a Taranto nel 1977 e residente a Monte Urano (AP), è finito in manette

di Giuseppina Pica

Civitanova Marche:"Infrazioni ossa nasali, contusioni multiple massiccio facciale", con una prognosi di 25 giorni salvo complicazioni. Così riportava il referto medico del Pronto soccorso dell'Ospedale di Civitanova Marche, dove la donna era stata trasportata dagli agenti della Sottosezione Polizia Stradale di Porto San Giorgio che l'estate scorsa, l'avevano trovata presso il casello autostradale di Loreto in A14 sconvolta, sia fisicamente che psicologicamente dall'ennesima aggressione. Prima le telefonate minatorie, poi l'inseguimento in autostrada. Lui la sorpassa, le taglia la strada costringendola a fermarsi, entra in macchina e la picchia selvaggiamente. Pugni, schiaffi, un colpo violentissimo allo zigomo sinistro. La vittima una giovane donna nata e residente a Pescara, dopo l'ennesimo atto di violenza, trova
finalmente la forza di sporgere denuncia. Ed è così, accompagnata dalla madre, il volto pieno di ecchimosi, collo e braccia ricoperti di lividi che si presenta agli agenti del Comando di Polizia. Visibilmente provata e tra le lacrime racconta i fatti che dal 2007 ad oggi l'hanno resa vittima delle persecuzioni di F.B.


Italia: Sette milioni di donne hanno subito violenza fisica o ses¬suale nel corso della vita: di que¬ste, secondo i dati dell'Istat, 2 milioni e 938 mila hanno subito violenza dal partner o dall'ex.
Resta altissimo il numero degli abusi che non vengono denunciati: il 93%.
Da una mappatura del'Osservato¬rio Nazionale Violenza Domestica, su un campione delle circa duemila donne che hanno chiesto aiuto nel primo semestre 2009, risulta che autori delle violenze sono i mariti nel 34% dei casi, gli ex mariti nel 12% e nell'8% i conviventi. Nel 49% dei casi la violenza è psicologica, nel 34% fisica, nel 13% economica e un buon 21% è vittima di minacce e stalking, spesso anticamera di abusi più pesanti. In queste pagine il racconto inedito e dettagliato dell'ennesima incredibile storia di violenza perpetrata ai danni di una donna.


La storia
Anna Rossi (nome di fantasia) 33 anni, conosce F.M. (così le si presenta l'uomo) un operaio-manovale dipendente dell'impresa di costruzione che le ha venduto la casa.

A settembre di quell'anno i due iniziano una relazione sentimentale, nonostante il matrimonio di M. che lui stesso definisce in "fase di scioglimento"e le due figlie. Anna però a causa dei comportamenti ambigui dell'uomo, comincia a nutrire dei sospetti sulla veridicità delle affermazioni fatte in relazione alla vita famigliare di M, fa domande sempre più pressanti, lo mette alle strette e per placare la curiosità e l'insistenza della giovane, l'operaio racconta una serie interminabile di bugie.

Cerca di muoverla a compassione per evitare l'abbandono, le rivela di essere gravemente malato, le racconta di aver abbandonato il tetto coniugale e di vivere ormai da tempo lontano dalla famiglia. Anna crede al racconto di M. ed il rapporto fra alti e bassi prosegue sino ad Agosto 2008, quando la donna decide d'interrompere il legame sentimentale. Il tentativo scatena l'ira di M. che si rivela uno stalker senza scrupoli e come sottolineato dai messaggi che la giovane mostrerà poi agli inquirenti, comincia l'opera di demolizione psicologica incentrata sulla finta malattia. Ricatti morali che sfociano nella prima di una lunga sequela di violenze fisiche.
Una serie di schiaffoni al volto, insulti, minacce nell'appartamento di Lei.
A causa della pressione psicologica subita però Anna non riesce ad allontanare M, lo cerca disperatamente al telefono e non trovandolo, preoccupata dallo stato di salute dell'uomo, si decide a chiamare l'unica conoscente di M, al quale chiede informazioni sul fidanzato.

Anna, apprende della buona salute del suo ragazzo, di come sia stato da diverso tempo licenziato dall'impresa per cui lavorava ed anche della moglie dell'uomo, da lui mai lasciata.
La giovane turbata dalle rivelazioni, finalmente nel mese di luglio riesce a contattare telefonicamente M. lo investe verbalmente con tutte le falsità scoperte il giorno precedente e l'uomo per tutta risposta, sentendosi scoperto e temendo che la verità possa essere riferita alla coniuge, la minaccia di morte.

Anna torna nell'appartamento di Civitanova, si barrica dentro ed ingerisce una dose eccessiva di ansiolitico che la fa cadere in uno stato d'incoscienza. M. la raggiunge, riesce ad entrare nell'appartamento ed è a quel punto che sfoga tutta la rabbia e la sua violenza sul corpo esanime. Ancora violentissimi pugni sul volto di Anna, poi se ne va, lasciandola sanguinante e priva di sensi. Viene trovata incosciente, riversa sul letto con il volto tumefatto da un'amica che contatta immediatamente il 118, poi il trasporto in ospedale, dove rimane ricoverata per tre giorni a causa dell'ingestione dei farmaci. Ma non solo, tagli su polsi e caviglie insieme all'ingestione del farmaco fanno supporre ai medici un tentativo di suicidio che verrà smentito solo successivamente dai risultati delle indagini.


Una prognosi di cinquanta giorni e sedute psicoterapeutiche presso l'Ospedale Civile di Pescara. Per la violenza subita Anna sporge denuncia (che verrà poi ritirata) ed in quella circostanza il personale della Polizia gli riferisce che l'uomo che aveva sempre dichiarato di chiamarsi F.M. è in realtà F.B.

La storia non si interrompe, dal quel momento F.B, inizia insistentemente via sms a chiedere alla donna un appuntamento chiarificatore e ottenutolo cerca la comprensione ed il perdono di Lei assicurandoselo. Il rapporto sentimentale ricomincia, fra ricatti, violenze sessuali e minacce. Anna decide nuovamente di lasciare l'uomo che non accetta di buon grado la decisione e cerca d'incontrarla, la pedina, la perseguita telefonicamente sempre chiedendo un incontro che Anna rifiuta. Per circa un mese il silenzio, l'uomo scompare nel nulla ed Anna giorno dopo giorno tenta di tornare a quella normalità perduta ormai da tempo. Tutto sembra risolto, ma F.B. si presenta a casa della donna, con una scusa banale la fa salire in macchina e dopo averla portata in un luogo appartato sulla spiaggia di Sant'Elpidio, la "punisce" e giù botte, poi tenta di strangolarla, di annegarla ed infine la stupra.
Ancora violenze si ripetono, ancora abusi sino al 24 luglio 2009 ore 22:00. Anna esce dal lavoro, lui l'aspetta in macchina le intima di fermarsi, lei tenta di fuggire lungo l'A14, non ci riesce. Il resto è solo paura, brutalità, sopraffazione, sadismo. Incapacità di salvarsi?

Il tentativo, con continue minacce, appostamenti, molestie e altri atteggiamenti, di procurare uno stato di ansia permanente nella vittima, ha permesso all'aguzzino di tenerla sotto scacco per ben due anni, di controllarla e gestirla sino al luglio 2009, quando dopo l'episodio in A 14, Anna finalmente sporge denuncia.

Cinque mesi d'indagini serrate, ricostruzioni e comparazioni, referti medici, una testimone, tanti sms presentati dalla vittima agli inquirenti che riportano a due anni di torture fisiche e psicologiche.

La morbosa attenzione che sfocerà in atti di selvaggia violenza è stata ricostruita nei minimi dettagli dagli inquirenti. Passo dopo passo.
Le autorità competenti dati i risultati delle indagini, da cui è emersa l'effettiva pericolosità del soggetto, hanno avviato il procedimento di custodia cautelare in carcere. Venerdì scorso F.B. è stato prelevato dalla sua abitazione di Porto Sant'Elpidio e tratto in arresto dai militari della Polizia Stradale di Porto San Giorgio, non ha opposto alcuna resistenza e a mani basse si è consegnato ai poliziotti.

Ora l'uomo è in manette con le accuse di "Violenza sessuale, lesioni e minaccia privata". Nel caso in cui venisse accerta le responsabilità penale, per i reati antidetti l'indagato rischia fino a dieci anni per violenza sessuale, oltre l'aumento di pena per gli altri reati e salvo riduzioni in caso di scelta di riti alternativi.

La donna psichicamente provata è tutt'ora in cura presso un terapeuta.


Le indagini sono a cura del Pubblico Ministero Rosario Lionello di Ancona e della Polizia Stradale di Porto San Giorgio

 

 

11/12/2009





        
  



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