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Operazione “padrino”: scoperto un vasto giro di sfruttamento della prostituzione

Fermo | Il Commissariato di Fermo e la Squadra Mobile di Ascoli Piceno chiudono le indagini su una banda di criminali rumeni attivi nello sfruttamento di decine di giovani donne lungo la riviera adriatica tra l’Emilia Romagna, le Marche e l’Abruzzo

di Williams Di Mizio

E' stata denominata "Padrino" l'indagine appena conclusa dal Commissariato di Fermo e dalla Squadra Mobile di Ascoli Piceno, sotto la direzione della dott.ssa Maria Carla Sacco Procuratore della Repbblica di Fermo e coordinata dal Servizio Centrale Operativo e dal Servizio Interpol.

Un'indagine che ha portato la dott.ssa Carla Moriconii, Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Fermo, ad emettere quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, per il reato di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.

E' stata un'attività investigativa lunga ed estremamente complessa, iniziata nell'agosto del 2008 e condotta anche con l'ausilio di intercettazioni telefoniche, incentrata su di un gruppo criminale, composto da cittadini rumeni, intenzionato a porre sotto il proprio esclusivo controllo lo sfruttamento della prostituzione, esercitata da decine di giovani donne rumene, sia su strada, sia in alcuni appartamenti appositamente reperiti.

I malviventi, al fine di imporre sul territorio la presenza delle sole prostitute facenti capo alla loro organizzazione, non si sono fatti scrupoli nell'usare violenza fisica e minacce nei confronti di altri gruppi criminali rivali coinvolti in analoghi traffici delittuosi, anche con l'utilizzo di armi da fuoco, mazze e catene; infatti, in più occasioni, almeno cinque per l'esattezza, gli indagati si sono resi responsabili di vere e proprie spedizioni punitive, risse e pestaggi avvenuti prevalentemente lungo la costa fermana e maceratese, finalizzati a scoraggiare i loro "concorrenti".Sono stati proprio questi gravi e preoccupanti scontri fra bande rivali, avvenuti anche in pieno giorno e in mezzo alla gente, a portare gli investigatori sulle tracce dei quattro rumeni.

Il nome dell'operazione nasce dal soprannome del capo dell'associazione, G. F., 33 anni, chiamato "Nasul", che in rumeno vuol dire "Padrino", perché temuto e rispettato dai suoi complici ma, soprattutto, dalle giovani prostitute, costrette a lavorare per lui e a versargli quasi interamente gli incassi. 
Un "Padrino" che, nonostante non svolgesse alcuna attività lavorativa ufficiale, amava il lusso ed il divertimento, frequentava locali notturni e si spostava a bordo di costose autovetture.
Un tenore di vita elevato garantito dagli ingenti incassi che gli provenivano dallo sfruttamento della prostituzione. Infatti, erano circa una trentina le ragazze che facevano parte del giro e che garantivano introiti fino a 10.000 euro al giorno.


I quattro rumeni, pur avendo la loro base operativa nel maceratese, in particolare tra Civitanova Marche e Porto Potenza Picena, riuscivano a gestire un consistente traffico di prostitute anche nei territori di Fermo (Lido Tre Archi e Porto S. Elpidio), Ravenna, Modena, Teramo (Silvi Marina) e Pescara.


Gli indagati si sono dimostrati particolarmente abili e scaltri, pronti a cambiare le loro strategie criminali in base alle necessità del momento e alle circostanze. Non a caso, infatti, quando alcuni sindaci dei comuni costieri hanno emanato le ordinanze "antiprostituzione", che hanno fatto calare drasticamente la presenza dei clienti su strada per il timore delle multe, i quattro non si sono scoraggiati ed hanno preso in affitto una serie di appartamenti, dove le ragazze hanno continuato a prostituirsi al riparo da possibili controlli delle forze dell'ordine, facendo anche pubblicare numerosi annunci erotici su alcuni giornali locali per "pubblicizzare" la loro attività.


Il capo della banda, G.F., è stato arrestato, in collaborazione con la Squadra Mobile di Macerata ed il Commissariato di Civitanova Marche, così come uno dei suoi complici, C. M., 23 anni, mentre gli altri due, attualmente latitanti, sono attivamente ricercati anche all'estero.

03/07/2009





        
  



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