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Il Satellite Planck

San Benedetto del Tronto | Intervista del professor Angelo Filipponi all'astrofisico Nazzareno Mandolesi sulla storia del satellite Planck, inizialmente chiamato Cobras/Samba.

di Angelo Filipponi

Nazzareno Mandolesi

Il satellite Planck oggi parte per fotografare l'universo bambino: si avvera non solo il sogno di Reno Mandolesi (Inaf,.Iasf di Bologna., principal investigator ) ma anche quello di un numeroso gruppo di ricercatori sparsi in tutta Italia e degli istituti di ricerca nelle università grazie al supporto dell'Agenzia spaziale Italiana.

E' stato un lavoro di équipe durato quasi 17 anni. Inizialmente il nome del satellite e della missione era Cobras/Samba (chiaramente c'era il nome della nostra città), poi, nel 1996 fu ridenominato Planck in onore del premio Nobel.
Il costo non è stato eccessivo, solo 600 milioni di euro: con questa cifra una squadra di serie A ci fa un buon campionato; con questa cifra noi italiani ed europei potremo vedere l'universo come un'arancia, quando era bambino, quasi subito dopo il Big Bang.

Ho cercato di sapere, pur essendo persona del tutto impreparata in materia, qualcosa di preciso nel corso degli anni, da Reno Mandolesi, mio cognato, ed ho capito qualcosa della grande novità di questa avventura spaziale.
Voglio, perciò, comunicare ai miei concittadini l'impresa spaziale di Planck, per come ha potuto capire un incompetente e un profano.

Ho sempre chiesto per curiosità , a volte insieme a Franco Tozzi, durante l'estate, quando eravamo a mare, ma solo in questi ultimi mesi e giorni ho approfondito e saputo far qualche domanda sugli scenari nuovi che si aprono a seguito del lancio.

Per i miei concittadini ho fatto alcune domande

In che consiste la novità della missione ?
La novità consiste nel fatto che la missione è dedicata allo studio del fondo cosmico di microonde (Cosmic Microwave Background CMB) e può definirsi come l'impresa più importante dell'Esa).

Cosa è esattamente CMB?
E' la prima luce dell'universo, rilasciata nello spazio circa 14 miliardi di anni fa, rimasta indisturbata per tutto questo tempo.
Oggi abbiamo strumenti che ci permettono di osservarla e di ricavarne un'immagine di come era ai suoi inizi
Questa radiazione esistente è stata scoperta nel 1965 da Penzias e Wilson, che l' hanno mostrato come prova che l'universo ha iniziato da una fase di alta temperatura e di alta densità, da cui proviene questo residuo luminoso
Il suo studio permette di conoscere le caratteristiche fini di questo studio fossile e i segreti relativi agli ingredienti che formano l'universo e quindi alla dinamica della sua espansione.

Planck è il primo satellite che indaga CMB?
No. Planck non è il primo satellite ma è un satellite che compie una missione di terza generazione dopo le missioni di COBE (lanciato nel 1989) e di WMAP (2001) della Nasa
Planck è quanto di meglio la tecnologia spaziale alle onde millimetriche possa offrire ed è una macchina estremamente sofisticata, risultato del lavoro di centinaia di scienziati , di ingegneri, di tecnici di tutto il mondo, con forte componente italiana ed europea.

Come è fatto? Qual è il suo assetto strumentale?
C'è un telescopio da 1,5 metri di diametro nel cui piano focale sono posizionati due strumenti: LFI (Low Frequency Instrument), con 22 radiometri operanti tra 30 e 70 GHz, e HFI (High Frequency Instrument) con 48 bolometri (strumento per la rilevazione termica dell'energia elettromagnetica) operanti tra 100 e 857 GHz; in totale nove diversi canali di frequenza. La grande copertura di frequenza, una decade maggiore rispetto al satellite WMAP, la sensibilità fino a dieci volte migliore e la più spinta risoluzione angolare rendono PLANCK superiore alle precedenti missioni sia in termini di sensibilità che di capacità di separare il minuscolo segnale cosmico dalle emissioni astrofisiche (galattiche ed extragalattiche) e dal rumore strumentale.
LFI che misura le basse frequenze è basato su dei radiometri e cioè sostanzialmente su dei ricevitori radio molto sensibili e stabili. Questa della stabilità è una caratteristica fondamentale, e riusciamo ad ottenerla confrontando l'intensità della luce istante per istante con una sorgente interna raffreddata a bassissima temperatura.

Quali sono le aspettative per questa missione non solo per i fisici ma anche per tutta la comunità scientifica e per noi tutti?
Si potrà sapere qualcosa di preciso sull'età dell'universo, sul ritmo della sua espansione, sulla materia oscura e sull'energia oscura o dobbiamo ancora attendere altre missioni?
Noi pensiamo di poter raccogliere dati per migliorare la precisione, peraltro già buona, della stima di 13,8 miliardi di anni che attualmente caratterizza la nostra comune anagrafe cosmica. Quanto all'espansione, ritiene che proseguirà, ma "il come dipende da cos'è l'energia oscura. E questo è uno dei grandi misteri del nostro universo. Per quanto ne sappiamo è una componente della densità di energia complessiva dell'universo responsabile della sua espansione accelerata; PLANCK ci aiuterà a comprendere la sua equazione di stato e a discriminare fra i vari modelli proposti.
Comunque con i dati che verranno da Planck potremo, con l'aiuto della teoria della relatività, dedurre meglio l'età dell'universo anche se essendo incerto il futuro della espansione cosmica,bisognerà puntare ad altri obiettivi e fare altre ricerche.

Per quanto tempo Planck osserverà l'universo?
Noi dopo un periodo di trasferimento nell'orbita finale , che si trova ad un milione e mezzo di chilometri dalla terra e dopo la fase di verifica di circa tre mesi, inizieremo le osservazioni e, in circa sei, mesi avremo osservato un intero cielo; ma per avere le prime osservazioni analizzabili e per tirare le prime conclusioni bisognerà aspettare almeno un anno.

14/05/2009





        
  



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