Seconda tappa del Giro d'Italia, Jesolo Trieste
Trieste | Finale in volata, come da previsioni. Meno scontato il risultato: ha vinto Petacchi e l'astro di Cavendish si è appannato, seppure per un giorno.
di Renato Novelli

petacchi(Foto d'archivio)
Jesolo Trieste. Arrivo tra quelli del destino e dello strano modo del Giro di intervenire nel mondo politico con le emozioni.. Nel 1919 prima tappa da Trento a Trieste, come dire gli obbiettivi sentimentali e un po' stenterelli della Grande Guerra. Vinse Girardengo che trionfò in sette tappe su dieci. Nel 1946, il Giro della rinascita, con gli spalatori che rimuovevano le macerie dei bombardamenti prima dell'arrivo dei girini e costruivano ponti di legno per permettere al gruppo di attraversare i fiumi. La Tappa n. 14 Rovigo - Trieste non la vinse nessuno. Nei pressi di Pieris la carovana fu accolta con lanci di pietre e aggressioni da dimostranti filoslavi. La tappa fu lì fermata, ma Cottur e pochi altri giunsero a Trieste accolti dal calore di una folla enorme.
Finale in volata, come da previsioni. Meno scontato il risultato: ha vinto Petacchi e l'astro di Cavendish si è appannato, seppure per un giorno. Petacchi ha azzeccato la tattica: partire alle spalle di Cavendish e andare forte per impedire la rimonta. Due giri finali di un circuito con strappi, forse, non hanno giovato al giovane dell'isola di Mann. Conserva la maglia rosa e quella bianca del miglior giovane in classifica. Due maglie che non porterà al traguardo finale di Roma perché Cavendish re nelle volate, sulle montagne non è neppure maniscalco o scudiero.
Per il resto la tappa è stata un manuale del buon ciclismo: lunga fuga di un poco noto, ma bravo Scarselli ripreso nel finale. E qui che arriva la passerella per bravi corridori come Gasparotto, Casarsa, Cristov. In volata sesto Gatto che fu maglia nera, cioè l'ultimo della classifica e vuole dimostrare che fu un equivoco. I vegliardi ricordano Malabrocca più volte titolare dell'infame primato, che nei suoi anni lontani portava con sé un premio in danaro. Si direbbe nomen omen. Ma era un tipo simpatico e poco tenebroso. Anche il paesaggio appartiene alla migliore tradizione del velocipede.
Lunga fila di gruppo nella laguna veneta, ingresso in Friuli, poi Duino, all'imbocco del golfo di Trieste, uno sperone a picco sull'Adriatico. Ci passò forse anche Dante, Mostra "L'imperatore a Duino" da Marzo fino ad Ottobre: 400 reperti: ventagli, porcellane, pipe, bastoni, bandiere, tutti legati alle visite di Francesco Giuseppe.
Diramare, il castello fatto costruire da Massimiliano d'Asburgo che poi trovò la morte nel Messico assolato e passionale.
Domani si parte dalla bellissima Grado, patria di un centro studi sulle barche a vela del passato, si arriva a Valdobbiadene attraverso Udine, Pordenone e Fontanafredda. Il Prosecco guarda il Giro insieme alle vigne. Non siamo lì, né io ,che scrivo né voi che leggete, ma un bel Flut di Prosecco possiamo sempre berlo. Alla faccia dei francesi e dello Champagne.
Finale in volata, come da previsioni. Meno scontato il risultato: ha vinto Petacchi e l'astro di Cavendish si è appannato, seppure per un giorno. Petacchi ha azzeccato la tattica: partire alle spalle di Cavendish e andare forte per impedire la rimonta. Due giri finali di un circuito con strappi, forse, non hanno giovato al giovane dell'isola di Mann. Conserva la maglia rosa e quella bianca del miglior giovane in classifica. Due maglie che non porterà al traguardo finale di Roma perché Cavendish re nelle volate, sulle montagne non è neppure maniscalco o scudiero.
Per il resto la tappa è stata un manuale del buon ciclismo: lunga fuga di un poco noto, ma bravo Scarselli ripreso nel finale. E qui che arriva la passerella per bravi corridori come Gasparotto, Casarsa, Cristov. In volata sesto Gatto che fu maglia nera, cioè l'ultimo della classifica e vuole dimostrare che fu un equivoco. I vegliardi ricordano Malabrocca più volte titolare dell'infame primato, che nei suoi anni lontani portava con sé un premio in danaro. Si direbbe nomen omen. Ma era un tipo simpatico e poco tenebroso. Anche il paesaggio appartiene alla migliore tradizione del velocipede.
Lunga fila di gruppo nella laguna veneta, ingresso in Friuli, poi Duino, all'imbocco del golfo di Trieste, uno sperone a picco sull'Adriatico. Ci passò forse anche Dante, Mostra "L'imperatore a Duino" da Marzo fino ad Ottobre: 400 reperti: ventagli, porcellane, pipe, bastoni, bandiere, tutti legati alle visite di Francesco Giuseppe.
Diramare, il castello fatto costruire da Massimiliano d'Asburgo che poi trovò la morte nel Messico assolato e passionale.
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