"Vi volevo ringraziare perché siete riusciti a far suonare di nuovo le corde emotive . Mi avrebbe fatto veramente piacere se i giocatori fossero stati presenti in questa circostanza perché tutto questo fa capire quanto può essere importante la bandiera a cui noi teniamo".

Inizia così la conferenza stampa del nuovo allenatore della Sambenedettese Calcio, Giorgio Rumignani, presentato oggi pomeriggio agli organi di stampa al Riviera delle Palme. Alla sua destra erano presenti Francesco Chimenti e Gigi Voltattorni mentre alla sua sinistra il nuovo presidente in pectore, Sergio Spina nonché il team manager Pier Luigi Tassotti e il nuovo Direttore Generale Giulio Spadoni.

Mister, ben tornato! Dovrà compiere un ennesimo miracolo, visto che la gara di domenica prossima a Venezia dire che sia decisiva è dir poco.
" E' vero. Cominciare pensando ai problemi di domenica prossima, verrebbe quasi la voglia di non partire. Invece no. Tastando il polso della situazione ho tratto flebo di fiducia. Non sono io che devo darla a voi, ma siete tutti voi che la state dando a me. Questo sentore lo trasmetterò all'interno dello spogliatoio in maniera tale che i ragazzi subiscano una spinta ulteriore per poter arginare e superare questa difficile situazione. La unica mia condizione che ho posto al presidente affinché potessi di nuovo scendere in Riviera è stata quella di volere al mio fianco un uomo come Francesco Chimenti. Se ciò non si fosse avverato non mi sarei mosso. Insieme dobbiamo allargare la fiducia da trasmettere ai giocatori. Mi auguro di riuscire nell'intento".

E' un'impresa impossibile?
"Questa deve considerarsi un'impresa dove il raziocinio non esiste. Penso che nessun allenatore a questo punto avrebbe accettato la situazione. Ci metterò tutto il mio entusiasmo e se 24 ore al giorno di lavoro non saranno sufficienti, state pur certi che aggiungerò anche l'ora supplementare. La situazione è inutile negarlo non è agevole. Non sto qui a vendere fumo o parole".

Come si proporrà allo spogliatoio in una situazione così difficile?
"Parto da un presupposto: non guardo la classifica. Cercherò però di instaurare una mentalità da mini torneo. Se noi affrontiamo le restanti gare con questo principio, probabilmente protrarremo il tempo della sofferenza almeno alle sei gare. Non c'è garanzia, però i ragazzi dovranno capirmi. Io vorrò due capitani: uno di fascia e uno di fatto. Con un capitano solo, so di essere assecondato, con due ancora meglio. Questo significa che uno sarà rappresentativo, l'altro di spogliatoio e di società".

Li ha già individuati?
"Uno lo è in tutto e per tutto e l'altro sarà Ottavio Palladini".
Questo clima di ultima spiaggia per domenica prossima, agevola o meno il suo lavoro?
"Un problema per domenica c'è e cioè che si incontreranno le due ultime squadre in classifica. Noi a Venezia abbiamo poco da perdere, ma dobbiamo aggrapparci alle disgrazie altrui. Se noi non stiamo bene, non starà bene neanche il Venezia".

Ai tifosi che verranno a Venezia cosa vuole dire?
"Di starci vicino come hanno sempre fatto. Speriamo in un felice ritorno".