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Legambiente: "La SGL Carbon prende i soldi e scappa"

Ascoli Piceno | Grido di indignazione della Legambiente nei confronti dell'ex inceneritore.

Dal Circolo Legambiente di Ascoli riceviamo il seguente comunicato:

In merito alle notizie circolano da qualche giorno di una trattativa tra la SGL Carbon e la società A2A, la grande multiutility che ha già realizzato gli inceneritori di Brescia e di Acerra, per la vendita dell'Area Carbon con un ricavato di circa 30 milioni di euro, Legambiente interviene con una sua netta presa di posizione.

"Rispediamo al mittente questo ennesimo ‘regalo' che l'ex Assessore Travanti (sarebbe lui infatti il politico che è andato a trattare a Milano con la società) vorrebbe fare alla nostra città, facendo realizzare alla A2A, una delle più grosse aziende del settore, un impianto per l'incenerimento dei rifiuti nell'Area SGL Carbon, una zona che ha subito per ottant'anni l'inquinamento della SICE - ELETTROCARBONIUM - SGL CARBON. Siamo contrari a qualsiasi ipotesi che preveda la realizzazione di un inceneritore o di un impianto di trattamento di rifiuti in quella zona. La SGL Carbon sta soltanto pensando, come ha sempre fatto, ai suoi affari, e non gli importa niente di lasciare un'area inquinata in regalo alla città di Ascoli dopo aver inquinato per circa ottant'anni.

Quest'ultima vicenda è l'ennesima conferma dell'atteggiamento ‘coloniale' che l'Azienda ha sempre avuto nei confronti dei cittadini di Ascoli Piceno. Anzi, le ipotesi che circolano fanno pensare che quel sito continuerà a produrre inquinamento ancora per decenni, e tale impianto potrebbe beneficiare addirittura di una procedura autorizzativa semplificata ed accelerata e di cospicui finanziamenti perché finalizzato a bonificare e a smaltire i rifiuti che la ELETTROCARBONIUM - SGL Carbon ha accumulato per decenni in quella zona. Ma perché gli abitanti della zona di San Marcello, del quartiere Luciani e di tutta Ascoli Piceno, dopo aver subito per quasi un secolo l'inquinamento della ben nota fabbrica di carboni elettrici, devono essere costretti a respirare ancora una volta gli IPA e le diossine che verranno prodotte dal costruendo termovalorizzatore o inceneritore che dir si voglia? Ci chiediamo se un tale impianto possa essere realizzato in deroga al Piano Energetico Ambientale Regionale delle Marche, che non prevede la realizzazione di inceneritori. Un'altra domanda che sorge spontanea è la seguente: se la SGL Carbon vende l'Area, su chi ricadrà la responsabilità della bonifica?

Infatti chi acquisterà l'Area, in base alle normative vigenti e a numerose sentenze del TAR, non può in alcun modo essere considerato il responsabile dell'inquinamento, per cui a quel punto potrebbe iniziare un contenzioso che rischia di protrarsi per anni e diventerà ancora più difficile che si arrivi effettivamente alla bonifica delle tonnellate e tonnellate di rifiuti che si trovano interrati nel sito. Un'altra domanda: se l'area viene venduta, che fine faranno i trenta milioni di Euro del finanziamento statale? Infatti le ipotesi sono due: o questi soldi rischiano di scomparire in quanto manca qualsiasi parvenza di interesse pubblico in tutta l'operazione, oppure avremo l'ennesimo caso di un finanziamento pubblico che viene erogato a favore di un privato.

Sono domande pesanti che Legambiente pone al Commissario prefettizio, a colui che sta amministrando la nostra città dopo la caduta del Sindaco Celani, e ai nostri amministratori provinciali, in primis il Presidente Massimo Rossi. Infatti la contropartita minima perché ci fosse un interesse pubblico in tutta l' "Operazione Carbon", era che almeno tutta l'Area o una gran parte di essa diventasse pubblica. Se adesso la Carbon vende l'Area ad un privato, che fine farà il Polo Tecnologico? Che fine farà lo scenario sostenibile che i nostri amministratori avevano immaginato per l'Area Carbon? Invece di portare via i rifiuti in una discarica specializ- zata, essi verranno smaltiti sul posto ed utilizzati per produrre energia elettrica.

Invece di realizzare un Polo Tecnologico sulle nanotecnologie e sulle energie alternative, ad impatto zero, si realizzerà un colossale impianto inquinante proprio al centro della nostra città. Ascoli Piceno rischia di diventare come la città di Springfield nella celebre serie di cartoni animati dei Simpson, in cui l'enorme mole di una Centrale nucleare sovrasta tutta la città. Ecco il motivo per cui abbiamo realizzato per questo mese, per la nostra campagna di pubblicità-progresso dedicata alla vicenda SGL Carbon, un manifesto in cui appare la cattedrale di Sant'Emidio sovrastata dalle enormi ciminiere di una centrale nucleare sul modello di quella di Springfield. Ecco dunque spiegato lo slogan che appare sul manifesto: QUESTA NON E' SPRINGFIELD. Immaginate che bel biglietto da visita sarà l'inceneritore per la città delle cento torri, del turismo culturale, del travertino, che ambisce a diventare patrimonio dell'UNESCO per le sue bellezze architettoniche e paesaggistiche!!!

18/04/2009





        
  



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