"Facendo i debiti scongiuri circa una recrudescenza della crisi economica, che nel Piceno picchia duro da anni, credo che due siano le prime priorità della prossima legislatura provinciale: cercare di offrire opportunità di lavoro ed operarsi per ritrovare al più presto la via di un nuovo sviluppo economico, scevra da ogni complesso ideologico". Ad affermarlo è il candidato alla presidenza della Provincia, Emidio Mandozzi, convinto che non si possa ulteriormente perdere del tempo dietro a chimere od a falsi impegni di facciata.

"Perché è chiaro - continua Mandozzi - che senza lavoro e senza supporti economici, un territorio è a rischio di coesione sociale. Il Piceno, purtroppo, non è lontano da questo rischio, e per scongiurarlo occorre mettere in campo, oltre la faccia, anche progetti innovativi di sviluppo che diano respiro alla nostra economia altrimenti asfittica. Le aziende che chiudono o si ristrutturano, ma a maggior ragione i tanti lavoratori che ogni giorno perdono il lavoro, quasi sempre unica fonte di reddito familiare, o vanno in cassa integrazione, questo ci chiedono a gran voce.
E la politica, quella con la P maiuscola che non guarda agli orpelli od al linguaggio forbito di chi crede, dall'alto della sua cultura, che tutto si risolva con le belle parole o facendo ‘salotto' tra chi è abituato a darsi sempre ragione (soprattutto con la pancia piena), è chiamata ad un colpo di reni.

"Peccato - prosegue Mandozzi - che su questi argomenti il candidato del PdL, Piero Celani, ex (perché sfiduciato) sindaco di Ascoli, non sia molto ferrato. Non perché non sia all'altezza, figuriamoci, bensì perché non abbiamo mai avuto l'onore ed il privilegio di vederlo all'opera. E sì che in questi anni occasioni a Celani non sono mancate, per mettere in mostra il suo impegno a fianco dei lavoratori e del lavoro, che nell'ambito della città che ha governato per quasi due lustri, è via via diventato sempre più una chimera. Vertenze su vertenze, quelle che si sono susseguite in questi anni nell'Ascolano, dove il grande assente è sempre stato lui: Celani. Così come assente è stata la sua politica, molto più orientata al dire che al fare, in una città che è regredita sia dal lato economico, che occupazionale ed anche sociale (intesa come coesione)".

"Facile dire che le colpe o le responsabilità alberghino sempre in casa d'altri - ancora il parere di Emidio Mandozzi -, ma la realtà delle cose è un'altra: Celani non è stato in grado (o non ha voluto) di creare il polo universitario, Celani ancora oggi annaspa sulla Sgl Carbon (forse frenato da qualche...gancio di gru), Celani non ha uno straccio di progetto per rivitalizzare economicamente il Piceno dal punto di vista economico ed occupazionale. Tanti gli scioperi, tante le manifestazioni operaie in questi anni, ma di Celani nemmeno l'ombra. Solo una volta, e con la sfiducia che già gli soffiava sul collo, e forse perché "imbeccato", ha preso la volta di Roma per andare al ministero dove pensava di trovare in dote la bella notizia della vendita della cartiera Alhstrom. Peccato per i lavoratori, così non è stato. Ma questa è poca cosa davanti al nulla che sta per stagliarsi davanti agli elettori del Piceno, di un programma politico di un candidato che si è tenuto sempre a debita distanza da questi temi, forse per non bruciarsi le ali".