Pasqualini al contrattacco: «Il treno provinciale del Pd sta deragliando, serve un cambio di rotta»
San Benedetto del Tronto | Dopo le critiche piovutegli addosso negli ultimi giorni il consigliere comunale del Pd replica "denunciando" «la miopia degli alti dirigenti provinciali (forse ora anche territoriali), che, con scelte scellerate, hanno distrutto un'alleanza vincente».

Gianluca Pasqualini
Da Gianluca Pasqualini, consigliere comunale del Partito Democratico, riceviamo e pubblichiamo quanto segue:
Dopo giorni in cui vengo bacchettato da un assessore regionale, criticato dal Pd di San Benedetto e tirato per le orecchie da un componente della segreteria provinciale (per approfondimenti vedasi gli articoli correlati - ndr), beh è forse giunta l'ora di precisare alcune cose.
Vorrei subito iniziare col dire che tengo al partito in cui sono iscritto e rappresentante in una istituzione quale il Comune di San Benedetto del Tronto e che sto facendo di tutto perché si possa governare tutto il territorio anche in futuro. Che la mia proposta (politica) era una forte provocazione, perché vedo nel mio territorio "scemare" quell'interesse che ha da sempre il partito ha suscitato.
Che tecnicamente posso anche condividere le critiche del Pd sambenedettese (anche se poi anche loro stanno usando la stessa tecnica, a quanto pare), ma certamente posso affermare che vedo questa mia presa di posizione come l'ultima chance per non lasciare al centro destra la Provincia. Ultima perché solo con un deciso cambio di rotta il treno provinciale che sta deragliando (sotto i colpi degli stessi occupanti) potrà terminare la sua corsa.
I passaggi nel partito sono stati fatti tutti (condivisibili tecnicamente), ma la miopia degli alti dirigenti provinciali (forse ora anche territoriali) che, con "scelte scellerate", hanno distrutto un'alleanza vincente, sta anche distruggendo quanto di buono si è fatto e costruito, beh nei metodi sono pienamente in disaccordo.
La base ed i cittadini non vogliono questa frattura (almeno in provincia), ed è ridicolo affermare (secondo Cameli) che il Pd in provincia è al 40% (se va tutto bene forse si potrà raggiungere il 20%) e quindi può imporre ciò che vuole senza confrontarsi. Non è questo che i cittadini chiedono in questo momento, soprattutto ora che la crisi del lavoro dovrebbe serrare le fila per attuare tutte quelle scelte necessarie al suo superamento.
Anch'io sono stato eletto democraticamente, ed il territorio mi sta mandando segnali precisi, quelli di fermare questo deragliamento. Purtroppo non possiamo permetterci di aspettare settembre (i congressi e le riunioni fasulle dove tutto è già deciso), le elezioni sono a giugno e secondo il mio modesto parere e ripeto dopo quasi un anno di sollecitazioni dalla base, l'unica soluzione (sempre per me) per portare avanti il programma del centro sinistra alla provincia governandola è solo quella di ripartire da zero, anche se questo vuol dire azzerare le varie direzioni.
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07/03/2009
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