Rossi, Ciccanti e la Ahlstrom
Ascoli Piceno | Il Presidente della Provincia: "Come sempre, cè chi sproloquia pensando di catturare voti e chi, pur consapevole delle difficoltà, non si arrende e batte tutte le strade praticabili per salvare produzione e posti di lavoro".
di Redazione

Riceviamo e pubblichiamo una nota del Presidente della Provincia Massimo Rossi sull'on. Ciccanti e il suo intervento a proposito dell'Ahlstrom.
L'improvviso risveglio mediatico dell'on. Ciccanti su ogni tema che abbia una qualsivoglia rilevanza pubblica lo porta a valutazioni che, nella migliore delle ipotesi, sono frutto di disinformazione e a prese di posizione che determinano l'aggravarsi della già precaria coesione politica ed istituzionale di cui ci sarebbe vero bisogno per affrontare la crisi.
Nel caso dello stabilimento Ahlstrom, ad esempio, non è vero che la Provincia abbia preso l'iniziativa di "correre al Ministero". Come ben sanno i sindacati, i lavoratori e chiunque si sia minimamente occupato della vicenda, è il Ministero dello Sviluppo Economico che convoca gli incontri attraverso una sua apposita struttura che si occupa della gestione delle situazioni di crisi. Per quanto mi riguarda, dunque, sono stato chiamato al Ministero per un confronto con la Ahlstrom ed è stato lì, dalla viva voce, seppur ascoltata solo al telefono, del manager incaricato dalla multinazionale di seguire la questione dello stabilimento ascolano, che con sommo rammarico ho appreso della decisione di ritenere chiusa la trattativa con il fondo cinese. Secondo la tesi della Ahlstrom, l'accordo è fallito perché non è mai stato concretizzato in forma adeguata e perché era condizionato da elementi estranei alle possibilità dell'azienda, come la costruzione di una centrale di cogenerazione. Così come lo stesso gruppo interessato all'acquisto non ha mai contattato le istituzioni locali per affrontare il problema energetico.
Prendo atto che il rappresentante italiano del gruppo cinese dr. Andrea Maurizi dà invece una versione diversa dei fatti, anche se voglio ricordare che, all'indomani dell'incontro del 14 gennaio al Ministero, presenti le istituzioni pubbliche ma assenti sia Ahlstrom sia il dr. Maurizi, chiedemmo che fosse il Ministero stesso a promuovere un incontro tra le parti. A tale scopo, fornii personalmente al dr. Castano, dirigente dell'"Unità per la gestione delle vertenze delle imprese in crisi" del Ministero, il recapito telefonico del dr. Maurizi. Il dr. Castano ci ha riferito nell'incontro di venerdì scorso che per ben due volte ha tentato senza successo di convocare il rappresentante del fondo cinese per farlo incontrare con l'azienda.
In ogni caso: alle istituzioni pubbliche non interessa sapere chi ha ragione né commentare le modalità con cui si è svolta la trattativa. Ci interessano i risultati e per questo, per saggiare la reale volontà della Ahlstrom di giungere ad una positiva conclusione della vicenda, ho chiesto ed ottenuto la sottoscrizione dell'intesa che prevede l'affidamento ad una qualificata società di mediazione dell'incarico di individuare un compratore, preferibilmente un imprenditore del settore della carta o, se questo non fosse possibile, un gruppo interessato ad una reindustrializzazione dello stabilimento e non certo, come adombra l'on. Ciccanti, ad una speculazione edilizia. Ricordo che questa strada è stata già percorsa in Italia con lo stabilimento Electrolux di Scandicci.
Come sempre, c'è chi sproloquia pensando di catturare voti e chi, pur consapevole delle difficoltà, non si arrende e batte tutte le strade praticabili per salvare produzione e posti di lavoro. In questo momento, di tutto c'è bisogno meno che di gazzarra mediatica sulla pelle dei lavoratori.
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04/03/2009
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