L'Italia dei paradossi raccontata da Andrea Vianello
San Benedetto del Tronto | Presentato ieri sera il libro del giornalista e conduttore TV Andrea Vianello "Assurdo Italia", storie di ordinaria follia dell'Italia che non va.
di Francesca Poli

Un momento della presentazione del libro
Il libro racconta 18 episodi, già apparsi nel programma, che hanno colpito Vianello: "Sono storie assurde, quasi surreali, che ho vissuto da vicino e mi hanno appassionato - spiega l'autore - Sono rimasto in contatto con i protagonisti, ho raccolto da vicino le loro testimonianze andando a trovarli, contattandoli, perché volevo andare in fondo alle loro storie. Il programma a volte non permette, per via delle tempistiche, di capire appieno la sensibilità e le conseguenze psicologiche che questi fatti hanno lasciato nell'anima di chi li ha vissuti. Molto spesso non ci si rende conto che queste storie lasciano cicatrici indelebili nell'animo di chi le subisce."
E qui si intrecciano le vicende più assurde: dall'ospedale che perde il rene di un paziente che non saprà mai se il tumore asportato era benigno o maligno, dal povero cittadino che vende il proprio appartamento ad un commercialista, che si scoprirà lavorare nella Banda della Magliana, e dopo 10 anni vedersi recapitare un bollettino di risarcimento per lo Stato di milioni di euro, alle famiglie delle vittime della voragine di Secondigliano che prima ricevono un anticipo di risarcimento dallo Stato e l'anno dopo devono restituirlo con tanto di interessi...
"Il grande problema - spiega Vianello - è che in Italia manca il concetto dello "Stato vicino ai cittadini" e la maggior parte di questi casi sono il frutto di un mal servizio. Assistiamo ad uno sfascio organizzativo costante e questo libro vuole suggerire, a tutti coloro che subiscono ingiustizie, ad esercitare come un dovere i propri diritti".
Casi come questi - conclude l'autore - non avvengono solo in Italia ma in tutta Europa, anche nei paesi che noi consideriamo più evoluti, L'unica differenza, rispetto agli altri, è che in Italia non si ammette di aver sbagliato, non si chiede scusa e non si vuole riparare all'errore, sintomo di una mancanza di "etica" da parte dello Stato stesso".
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22/03/2009
















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