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Di Pietro, "Il guastafeste" d'Italia

San Benedetto del Tronto | Bagno di folla all'Auditorium Comunale per il leader dell'IdV Antonio Di Pietro, che ha presentato la sua biografia: «Nel libro c'è la mia verità sui fatti italiani degli ultimi anni. Lascio ai lettori il giudizio finale. Loro sono i miei veri giudici»

di Redazione

(Foto: A. Cellini)

Una vita ricca di spunti di riflessione quella di Antonio Di Pietro, che nella mattinata di sabato 21 marzo era a San Benedetto per presentare il suo libro "Il guastafeste", una biografia scritta a 4 mani insieme con il giornalista Gianni Barbacetto.

Ad accogliere l'ex ministro delle Infrastrutture e leader dell'Italia dei Valori un Auditorium Comunale letteralmente strapieno. Tra le circa 350 persone erano presenti i massimi esponenti locali dell'IdV, l'assessore Regionale al Piceno Sandro Donati, il vicepresidente della Provincia Emidio Mandozzi, l'assessore Provinciale Ubaldo Maroni, il sindaco di Castel di Lama Patrizia Rossini, la presidente del Consiglio Comunale Giulietta Capriotti. A fare gli onori di casa ci ha pensato il sindaco Giovanni Gaspari.

L'incontro letterario (curato dalla libreria la Bibliofila) parte nel segno della stringente attualità. Il Corriere della Sera di oggi (21 marzo) riporta l'"accusa" che Clemente Mastella rivolge a Di Pietro. Secondo l'ex Ministro della Giustizia Di Pietro sarebbe stato il regista di un'operazione per ''farlo fuori'' dal ministero attraverso l'inchiesta 'Why not' dell'ex pm Luigi De Magistris, ora candidato, quasi come ricompensa, dall'Idv alle Europee.

«Mastella - ha detto Di Pietro - prima fa cadere il Governo Prodi per motivi familiari e poi se ne lamenta. Oggi che si è ricandidato cambiando per l'ennesima volta bandiera ha necessità di avere un po' di visibilità, e deve ricorrere a queste squallide calunnie per poter conquistare qualche rigo di giornale».

A proposito delle prossime elezioni europee Di Pietro assicura che l'Italia dei Valori non avrà propri candidati, ma solo esponenti e personalità della società civile e delle liste civiche. Uno di questi è Niccolò Rinaldi, presente vicino al leader durante la presentazione del libro. Un esperto in materie comunitarie, in quanto è segretario generale aggiunto al Parlamento Europeo.

Stimolato dalle domande del giornalista Patrizio Patrizi, Di Pietro ha illustrato i temi principali de Il guastafeste, un titolo che è tutto un programma:

«Da Mani pulite all'Italia dei valori, dal lavoro di magistrato a quello di fondatore e capo di un partito politico, questo libro racconta la mia esperienza politica e umana. Sono stato e sono un guastafeste - afferma l'ex Ministro - nel senso più letterale del termine, e ne sono orgoglioso. Svolgendo il mio lavoro ho guastato e continuo a guastare la festa a politici maneggioni, ho interrotto il banchetto di imprenditori senza scrupoli, ho scoperchiato le pentole della Casta, ho sbugiardato speculatori e finanzieri d'assalto, ho ridicolizzato le mille ipocrisie di cui si circonda il Palazzo»

Il guastafeste fa una fotografia del Di Pietro magistrato e politico, rimettendo al lettore il giudizio finale: «Non posso essere io il giudice di me stesso: per questo vorrei rivolgermi idealmente ai cittadini e chiedere a loro che cosa pensano del mio operato. Credo che loro siano i veri e soli giudici delle mie azioni. Finora sono stato sempre "processato" solo da chi ha avuto e continua ad avere convenienza a screditare il mio operato. In queste pagine racconto la mia verità sui principali fatti della vita politica e sociale italiana degli ultimi anni. Certamente non è la verità assoluta, ma si tratta del mio punto di vista, della mia "versione dei fatti"».

I temi del libro si intrecciano con le vicende più attuali. Così Di Pietro racconta che il premier ha utilizzato il Lodo Alfano non solo per difendersi dal "processo Mills", ma anche per proteggersi da una recente sua denuncia per calunnia. Berlusconi aveva affermato pubblicamente che l'ex magistrato si era comperato la laurea: «Basta questo episodio per farci capire la strafottenza, il menefreghismo ed il disprezzo per la giustizia presenti nel presidente del Consiglio».

Ancora sulla stringente attualità, si parla del Piano Casa. Di Pietro lo demolisce bollandolo come un raggiro, in quanto è realizzato con dei fondi (oltre 500 milioni di Euro) già messi in campo dal Governo Prodi con la legge n. 9 dell'8 febbraio 2007: "Interventi per la riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali". Il piano proposto dal Governo darebbe ai privati la possibilità di aumentare le cubature di appartamenti e palazzine. Un'idea bocciata dall'ex PM: «Il centro destra compra il consenso delle persone attraverso un provvedimento che va contro l'interesse collettivo».

Grazie alle domande del Sostituto Procuratore Ettore Picardi Di Pietro si è soffermato ad analizzare i suoi anni da magistrato, cercando di spiegare il perchè del suo addio alla toga : «Non ho lasciato la magistratura per un capriccio o perché avevo progetti alternativi. L'ho lasciata con la morte nel cuore perché costretto dalle circostanze: erano stati messi in discussione il mio operato investigativo e la mia dignità umana».

«Da magistrato - continua Di Pietro - ho fatto il mio dovere e ne ho pagato le conseguenze: ma se dovessi ritornare indietro rifarei l'inchiesta nello stesso modo e con la stessa determinazione di allora».

Una nota di cronaca: all'ingresso dell'auditorium un piccolo gruppo di manifestanti ha mostrato all'ex Ministro diversi striscioni. Ne segnaliamo uno con la scritta: "Onorevole Di Pietro, qual è il suo pensiero sulla gestione politica dell'IdV nelle Marche?". Una domanda alla quale il leader non ha dato risposta.

21/03/2009





        
  



3+3=
Un momento della contestazione
(Foto: A. Cellini)
(Foto: A. Cellini)
(Foto: A. Cellini)
(Foto: A. Cellini)
(Foto: A. Cellini)
(Foto: A. Cellini)
(Foto: A. Cellini)

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