Cellule staminali: il futuro della ricerca arriva anche a San benedetto
San Benedetto del Tronto | Ieri, presso l'ospedale rivierasco, è stato effettuato il primo prelievo di sangue funicolare da un cordone ombelicale. Il "Madonna del Soccorso" si aggiunge ai 211 enti ospedalieri che effettuano questo tipo di raccolta in tutta Italia.
di Francesca Poli
Un momento della conferenza stampa
Ieri, infatti, durante un parto cesareo di una giovane donna sambenedettese, l'equipe medica, composta dai due dottori Mattucci e Papi, le due ostetriche Ciotti e Buttafoco, insieme con la pediatra Guastaferro, hanno prelevato il sangue, in totale sterilità, dalla vena ombelicale del neonato paziente. 150 cc il quantitativo minimo da prelevare perché esso venga poi trasportato presso la Banca del Seme di Pescara.
"Dal 1 marzo l'ospedale è operativo nell'effettuare questo tipo di prelievo. Abbiamo cominciato molto tempo fa a seguire corsi di formazione per prepararci a questa operazione che costituisce un tassello fondamentale nella ricerca - spiega il Dott. Mattucci, primario di ostetricia e ginecologia - Queste cellule staminali sono reperibili anche dal midollo osseo ma, si sa, l'operazione è rischiosa e a volte invasiva. Per questo stiamo cercando di convincere a fare questo tipo di intervento per reperire sangue dal cordone ombelicale in quanto ricco di cellule primordiali e staminali emopoietiche adulte, utili alla cura di malattie, soprattutto nei bambini".
Le cellule staminali, infatti, sono cellule primitive dotate della singolare capacità di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo. Molti ricercatori sostengono che esse potranno potenzialmente rivoluzionare la medicina, permettendo ai medici di riparare specifici tessuti o di riprodurre organi.
"Questo tipo di intervento - spiega la Dott.ssa Lupi, direttrice dell'unità pediatrica di medicina trasfusionale - veniva già fatto in passato ma in maniera privata. Le famiglie chiedevano che venissero prelevate le cellule staminali pagando l'ente privato. Ora è possibile farlo gratuitamente seguendo, però, un iter di verifica molto rigido".
Infatti, dopo la richiesta da parte di una coppia, che dovrà pervenire almeno un mese prima del parto, la partoriente dovrà sottoporsi ad esami sierologici durante la gestazione, al momento del parto e a sei mesi dalla donazione.
"Per dare luogo a tutti questi passaggi - spiega l'ostetrica Ciotti - è indispensabile un vero e proprio lavoro di quadra che permetta anche la velocità di operare in un ambiente completamente sterile, soprattutto durante il passaggio del prelievo dal cordone, molto difficile, anche perché spesso il sangue è insufficiente e non arriva a coprire i 150 cc previsti per legge".
"Dobbiamo convincere le famiglie a questo tipo di prelievo perché i risultati che la ricerca ci sta mostrando, anno dopo anno, sono entusiasmanti. - spiega la Dott.ssa Lupi - Ci sono 18 banche del sangue in Italia, ma non ben distribuite nelle regioni. Noi usufruiamo della Banca di Pescara perché è un centro di eccellenza e per il momento non abbiamo la necessità di costruirne una qui nelle Marche. Secondo i dati forniti ieri dall'ADISCO (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale), sono 23.000 i cordoni ombelicali consegnati fino ad oggi, e i dati confermano che il 20% delle cellule staminali è reperita tramite cordone ombelicale, mentre il restante 80% mediante midollo spinale. Ma continuo a ribadire che il prelievo del cordone è un intervento molto meno invasivo, garantisce più sicurezza nel prelievo ed è meno a rischio di malattie. Inoltre, in un intervento di urgenza, la reperibilità di cellule staminali di cordone ombelicale è immediata grazie alle Banche dati, quella di midollo no".
Ma è possibile in Italia la conservazione per uso "personale", o più precisamente per uso intrafamiliare (donazione dedicata)?
Lupi: "Essa è consentita solo nel caso in cui, al momento del parto, siano presenti nel neonato, nella parentela o nei genitori del neonato stesso, delle patologie che abbiano l'indicazione del trapianto con cellule staminali da sangue placentare. Un esempio: se un figlio nasce con una patologia e la madre dopo qualche anno da alla luce un altro bambino che al contrario è sano, la madre può effettuare questo tipo di richiesta per salvare il bambino più grande, o viceversa, alla nascita del primo figlio, nell'eventualità che in famiglia ci siano patologie genetiche, può preservare le cellule staminali se il bambino è completamente sano".
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13/03/2009
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