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Uno Speakers' Corner per il Pão

San Benedetto del Tronto | Pensiamoci tutti partendo da una considerazione semplice: «Quando chiude un posto in cui le persone stanno bene significa che qualcosa non va». Il Pão vivrà ancora, per ora con meno di 99 persone all'interno.

di Luigi Cava

Il Pão

Da oltre 25 anni, ogni volta che mi sono trovato a dichiarare quale fosse il mio miglior amico nella vita, ho risposto Paolo Forlì. E ogni volta che si è trovato a dichiararlo lui ha risposto Luigi Cava.

E' per questa semplice e banale ragione che soffro insieme a lui per quello che qualche giornale definice "Il caso PÃO".

La mia non è una difesa d'ufficio ma solo ed esclusivamente il tentativo di sollecitare una riflessione di tutti i sambenedettesi, nessuno escluso. Che siano politici, cittadini comuni, genitori dei ragazzi, over 40, under 18, associazioni di categoria etc...insomma pensiamoci tutti partendo da una considerazione semplice: «Quando chiude un posto in cui le persone stanno bene significa che qualcosa non va».

Qualcuno potrebbe obiettare. In fondo chi lo dice che si sta bene? Lo dico io, prima di tutto, al PÃO si sta bene e come. Ho visto lì gente spensierata, giovani comunicare (cosa rara ormai!), quarantenni tracannare una buona Guiness ascoltando buona musica, coppie mangiare a lume di candela, ragazzini entusiasti di sentirsi una volta tanto protagonisti di un proprio spazio.

E' giusto che ci siano regole a tutela della sicurezza dei frequentatori dei locali, è giusto che i titolari si adeguino a tali regole, ma è altrettanto giusto che non ci si arrenda all'idea di dover rinunciare ai luoghi in cui le persone trovano benessere.
E allora che ognuno faccia la propria parte per difendere questi luoghi ripristinando atmosfere che ormai appartengono ad un passato lontano che necessariamente deve essere recuperato.

Il PÃO vivrà ancora, per ora con meno di 99 persone all'interno, ma non abbandoniamo l'idea di allargare il fronte restando nella legalità. Al fraterno amico Paolo suggerisco di posizionare all'interno del locale, magari in prossimità dell'uscita in modo che possano ascoltare anche i passanti del lungomare, un banchetto dove ognuno possa dire la sua per suggerire la propria soluzione, una sorta di "Speakers' Corner" in cui ciascuna possa offrire un contributo di idee per la causa.

Tante volte, brindando con Paolo, ci è capitato di pronunciare, pensando ad un signor bevitore, le parole "Al vecchio Ernest". Si trattava di Ernest Hemingway del quale voglio citare una sua frase: «A volte ci si rafforza nei punti di rottura».

11/03/2009





        
  



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