"I fabbisogni formativi delle Marche"
Ancona | Questo il titolo della conferenza dove mercoledi 3 dicembre è stata presentata alla Regione lindagine di Regione- Set e Fondazione Brodolini. Ugo Ascoli: "un modello di rilevazione in continuo aggiornamento".

Ugo Ascoli Giuseppe Croce e Diego Teloni
"Ora disponiamo di una base di conoscenza rigorosa e approfondita - ha spiegato l'assessore - che potrà consentire di programmare in maniera ottimale le politiche di formazione e aggiornare i fabbisogni in tempi rapidi. Più che avere una fotografia statica della realtà, vorremmo costruire un "film", in divenire quindi che ci permetterà di gestire anche le congiunture. Come in questa difficile fase della storia dell'economia marchigiana, in cui il "downsizing" era fuori da ogni previsione economica. La riduzione di posti di lavoro, infatti- ha aggiunto l'assessore- e la chiusura di aziende, sono stati fenomeni violenti e sorprendentemente veloci. Una fase difficile a cui dovremo far fronte con strumenti che orientino da una parte all'internazionalizzazione delle imprese e dall'altra alla modernizzazione e al rafforzamento dell'esistente. Questi processi però possono essere gestiti solo da persone preparate e adeguatamente formate. Senza un capitale umano qualificato sarà difficile mantenere una crescita economica e l'occupazione. L'altro sentiero da percorrere - ha concluso Ascoli - riguarda il settore dei servizi che va potenziato e su cui investire. Non solo quelli alla persona o alle imprese. Nelle Marche sono sottodimensionati tutti quelli relativi alle politiche di accoglienza, al turismo, all'ambiente, culturali e dell'agricoltura."
La ricerca che riguardava il triennio 2005-2007, basata principalmente sui percorsi formativi realizzati e finanziati con il Fondo Sociale Europeo, è stata illustrata da Giampietro Perri. Complessivamente sono 1339 i corsi finanziati che hanno coinvolto 22.574 allievi per 407.765 ore di lezione. Sono stati impiegati più di 48 milioni di euro. Più numerosi i corsi realizzati in Provincia di Ancona ( il 28,2%) e il minor numero in provincia di Ascoli (12,8%). Anche la distribuzione territoriale dei corsi realizzati su 84 comuni, indica una polarizzazione verso i centri più popolosi (Ancona, Senigallia, Fano, Macerata, Urbino, Pesaro e Ascoli) e pesa a favore del centro nord della regione, con minore incidenza nel sud e nella area interna in particolare. Le aree tematiche più "gettonate", che rispecchiano oltre il 50% dei corsi di formazione, sono Informatica a cui segue lo Sviluppo delle abilità personali, le Tecniche di produzione e lavorazione, quindi i Servizi alla persona. Le variabili per sesso e scolarizzazione indicano che le donne hanno frequentato in maggior numero i corsi di formazione: 11.318. Hanno in media 31 anni e costituiscono un 30% quelle con diploma di scuola superiore o laurea, rispetto alla componente maschile con gli stessi titoli di studio che rappresenta il 20% ed ha un ‘età media di 32 anni. Le donne che frequentano corsi formativi sono in maggioranza disoccupate o in cerca di prima occupazione, mentre la percentuale maggiore di occupati riguarda gli uomini, ma con bassa scolarizzazione. Complessivamente il 53,8% degli allievi ha un'occupazione. Altro dato interessante è che tra i soggetti formatori, il maggior numero di corsi è stato realizzato da agenzie e meno da enti di formazione e da enti pubblici.
I risultati dell'indagine campionaria che ha riguardato i fabbisogni formativi e professionali delle imprese sono stati presentati da Giuseppe Croce della Fondazione Brodolini. Croce ha premesso che essendo stata realizzata tra giugno e luglio 2008, l'indagine non contempla gli ultimi accadimenti dei comparti in crisi, ma che "la formazione continua è un fattore anticiclico e come tale aumenta se cala la domanda di lavoro, quando cioè è utile la creazione di nuove figure o la ricollocazione del personale di imprese in ristrutturazione, imprese che dedicano più tempo alle attività formative proprio quando diminuisce la produzione". Il dato quindi dell'8,3% riferito a luglio scorso delle medie imprese (fino a 249 addetti) che vorrebbero assumere personale nei prossimi 12 mesi è probabilmente diminuito nel frattempo. In ogni caso è emerso che solo il 21% delle imprese intervistate ha dichiarato l'intenzione di effettuare attività formative nel prossimo anno per il personale impiegato. Le motivazioni sono: possesso delle competenze necessarie da parte degli addetti e mancanza di tempo. Il settore che mostra più esigenze di formazione è quello dei servizi (28,2%), meno nelle costruzioni (23,7), seguono industria (20,2), commercio( 19,7) e agricoltura (11,6).
Le grandi imprese invece evidenziano maggiori fabbisogni formativi e professionali e nel complesso si prevedono corsi per oltre 10 mila partecipanti. Le figure professionali più richieste sono: nel manifatturiero, operai specializzati, dai tornitori agli esperti in elettronica; nel calzaturiero, modellisti, disegnatori e stilisti. Nelle costruzioni, i decoratori. Figure in ascesa anche quelle legate alle fonti energetiche alternative e impiantisti. Richiesti anche manager e figure imprenditoriali, oltre a tecnici di marketing e promoter commerciali, esperti di innovazione e di informatica applicata. Nel turismo, guide ed esperti di marketing territoriale, oltre ad esperti della ristorazione; nel commercio, gli operatori di back office, agenti ed esperti internazionali; nei servizi alla persona e socio sanitari tutte le figure legate all'assistenza agli anziani, disabili e infanzia, così come operatori del settore del benessere. Attenzione anche all'integrazione degli immigrati con richieste per mediatori culturali e insegnanti di lingua italiana. Alla luce dei risultati dell'indagine, le politiche di formazione dovranno sempre più sollecitare e sostenere la domanda diretta di formazione delle piccole imprese, migliorare la qualità dell'offerta formativa, farla diventare un servizio integrato in pacchetti di politiche industriali e di sviluppo.
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03/12/2008
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