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Coldiretti, ad Ancona si elegge il nuovo Presidente

Ancona | Si farà anche un consuntivo dell'anno in corso. Positiva la produzione ma i prezzi di pane e pasta non diminuiscono nonostante quello dei cereali.

Una manifestazione della Coldiretti (Foto d'archivio)

Coldiretti Ancona elegge domani, giovedì 4 dicembre, il suo nuovo presidente. L'assemblea si terrà dalle ore 16 a Jesi, nel centro direzionale Esagono della Banca Popolare di Ancona. Un appuntamento importante per le 5.400 imprese associate (4.800 quelle iscritte alla Camera di Commercio) e per una struttura che conta cinque Uffici di zona, quaranta sezioni e trentasei recapiti.

"Una presenza capillare sul territorio, al servizio degli agricoltori ma anche dei cittadini - sottolinea il direttore di Coldiretti Ancona, Alberto Bertinelli -, in considerazione dei progetti che stiamo promuovendo sul fronte dell'educazione alimentare, della vendita diretta dei prodotti agricoli, della tutela dell'ambiente".

I lavori si apriranno con la relazione del presidente uscente di Coldiretti Ancona, Maurizio Monnati. Seguirà l'intervento del presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi, per chiudere con la votazione da parte dell'assemblea e la nomina del nuovo presidente.

Ma l'occasione sarà buona anche per fare un consuntivo dell'annata nei campi, che quest'anno è stata positiva per quanto riguarda la produzione, ma non dal punto di vista dei prezzi, con particolare riferimento al grano, più che dimezzato, mentre pane e pasta continuano ad aumentare.

Sul fronte delle produzioni d'eccellenza, il vino fa segnare un aumento del 20 per cento (da 260 a 310mila ettolitri) con una qualità che gli esperti giudicano ottima. Segno più che positivo per l'olio, rispetto alla disastrosa annata 2007: + 70 per cento. Dai 4mila ettolitri di dodici mesi la raccolta fa segnare quasi settemila ettolitri, con grande soddisfazione dei produttori.

Consistente aumento anche sul fronte dei cereali. Da circa due milioni di quintali si è passati a 3,3 milioni. Merito del grano duro, con una produzione che, complice anche la scomparsa della bieticoltura, è quasi raddoppiata (da 1.500.000 quintali a 2.800.000 quintali, +85 per cento).

Risultati su cui pesa però il crollo dei prezzi. Dopo essere salito fino a 50 euro al quintale per effetto di speculazioni a livello internazionale, è crollato a 22 euro, lo stesso livello del 1985. Una situazione che non solo mette a rischio la coltivazione dei grano nella provincia dorica, ma contrasta con l'aumento costante di pane e pasta. Stabile, invece, la produzione di frutta, mentre quella di ortaggi fa segnare una leggera diminuzione (- 5 per cento).

03/12/2008





        
  



5+4=

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