The power of love al Ventidio Basso
Ascoli Piceno | Ed è di nuovo successo per la compagnia ascolana che con la prima nazionale di "Pene d'amor perdute" conduce il pubblico alla corte del Re di Navarra.
di Giuseppina Pica

The power of love al Ventidio Basso
La pièce teatrale assume nella regia di Stefano Artissunch l'aspetto di una istallazione con valori autonomi e coerenti. Grazie all'Apertura compositiva della scena si accede a meccanismi performati dove icone antiche e moderne si avvicendano nella descrizione realistica e pur sempre ironica delle vicende d'amor.
La riflessione (attraverso lo specchio dei personaggi) nel gioco delle parti ci ricorda durante tutto il percorso teatrale l'esistenza di un "modo infinito"( quello dell'amare), che a prescindere dalla trama affiora . E' proprio quando il gioco delle parti si assottiglia, che lascia emergere archetipi culturali e metafore. Lo spazio e il tempo teatrale divengono nella rilettura componenti essenziali nel processo evocativo preteso a ragione, della costruzione drammaturgica.
Gli aspetti essenziali dell'essere umano assumono, nell'opera il valore di una soppesata trasposizione di frammenti in cui "In principio era la meraviglia"ove tutte le tipizzazione fatte dagli attori, necessariamente devono approdare ad un tempo contrario rispetto a quello previsto. L' atteggiamento delle parti proposto da "Synrgie teatrali" non è di per sé esclusivamente giocoso quanto più conoscitivo.
Il semplice desiderio di conoscenza dei rispettivi ruoli fiorisce inatteso fra le mura del Ventidio. L'equilibrio non s'interrompe mai nell'ambiguità costruita del castello del Re di Navarra, dove fra gli intrighi disegnati dalla "cattiveria delle donne" di Francia ospiti e l'audace passionalità della corte spagnola, s'intrecciano legami destinati dall'autore stesso, bardo alla corte di Elisabetta I, ad un finale ambiguamente aperto dove le risoluzioni amorose vengono momentaneamente interrotte dal lutto della regina francese, lasciando sospese le "pene d'amor perdute".
Il percorso drammaturgico mantiene intatti, soltanto gli intrecci fondamentali tra i personaggi mostrandosi atto performativo composto ed equilibrato nel disequilibrio dei contrasti "apparenti". Come pure il tono "concettoso" della commedia shakespeariana viene scandito, allo stesso tempo flussi di memoria e associazioni visive permettono la meraviglia. Ogni azione diviene nella costruzione scenica dipendete, e il "tutto" relazione verbale e visiva.
Pene d'amor perdute è il tempo di attesa dell"Amor" come ragione dell'essere, radice dei moti dell'animo umano cui tutti, volenti o nolenti sono destinati a soccombere.
Ad essere impressi sul palco sono attimi di tempo scomposto che proprio grazie alla bravura delle parti sulla scena, vivono di un lirismo antico. Tutto da non raccontare, lasciando in tal modo inalterata la meraviglia che solo la visione dello spettacolo può provocare; vista la presenza scenica degli attori, l'allestimento scenografico bellissimo e le musiche a completare il contesto teatrale.
Splendida icona Maria Suma nella parte della Regina Francia, come pure la regia attenta e performativa di Stefano Artissunch. Alessia Bedini, Piergiorgio Cinì, Stefano De Bernardin, Gian Paolo Valentini e David Quintili a completare il cast dell'ennesimo successo di "Sinergie Teatrali".
Le repliche andranno in scena dal 29 gennaio al 1 febbraio 2009 a Porto San Giorgio (FM), Mogliano (MC), Morrovalle (MC), Monsampolo del Tronto (AP).
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22/12/2008
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