Il figlio le viene tolto e lei lo sequestra
Castignano | Un bambino di tre anni, tolto alla madre dal Tribunale dei minori per incapacità educativa, è stato sequestrato dalla donna con un blitz a mano armata, condotto con il fratello e il convivente, presso la casa di accoglienza di Ripaberarda di Castignano.

Meno di otto ore dopo i carabinieri hanno ritrovato il bimbo, in buona salute, nell'alloggio materno a Chiaravalle (Ancona), arrestando i tre rapitori e l'affittuario dell'appartamento.
La vicenda di Michele - nome di fantasia, una testa di capelli biondi e un carattere "dolcissimo", dice chi lo conosce - è una storia di ordinario disagio sociale e familiare. La mamma, M. A., 20 anni a gennaio (il padre è ignoto) ha vari precedenti di polizia e nessun lavoro. Risiede a Chiaravalle come altri parenti, nomadi di origini siciliane venuti da Mazara del Vallo. Michele vive con lei e il convivente ventottenne, N. N., nell'appartamento di un albanese di 22 anni, B. P., finiti anche loro in manette, con lo zio diciottenne del rapito, F. A., per concorso in sequestro di persona aggravato e porto abusivo d'armi.
Secondo il Tribunale minorile di Ancona quello in cui Michele sta crescendo è un ambiente totalmente inadeguato, tanto che a settembre il bambino viene affidato alla Casa di Gigi, una comunità educativa residenziale dell'Unitalsi, l'ente ecclesiastico che cura i pellegrinaggi degli ammalati a Lourdes. La struttura ospita minori in difficoltà, per un progetto educativo al termine del quale (24 mesi al massimo) i piccoli vengono riconsegnati alle famiglie, o dati in adozione o in affido.
M. A. però non accetta questa scelta, comincia a cercare suo figlio e alla fine scopre dove si trova. Va a Castignano, accompagnata dal fratello e dal compagno, e comincia a fare troppe domande in giro. I carabinieri la scoprono, e pochi giorni fa il questore di Ascoli firma tre fogli di via dal paese. Matura forse così l'idea del rapimento.
Ieri sera verso le 20 M. A. fa irruzione con i due complici nella casa famiglia, calandosi da una finestra sul retro. Uno impugna un coltello a serramanico, tutti hanno il volto coperto da una calzamaglia. A tavola, davanti all'albero di Natale e al presepio, sono seduti otto bambini e quattro educatrici, che fanno del loro meglio per mantenere la calma generale. M. A. chiama il figlio per nome, lo prende in braccio e si dilegua con gli altri due a bordo di un'Alfa 133, inizialmente non identificata.
Scattano ricerche e posti di blocco in tutta la regione, nel timore che Michele possa essere trasferito addirittura all'estero (un piano di fuga pare fosse già pronto), mentre le indagini - con il supporto dei rilievi della Scientifica sulle impronte lasciate dal commando - si indirizzano subito verso l'ambiente familiare del minore.
Poco prima delle 3:30 di stamani, l'auto viene bloccata con i due uomini a bordo, e mamma e bimbo rintracciati nell'abitazione di Chiaravalle, abbracciati nel box della doccia, ultimo rifugio. Gli adulti finiscono in carcere e Michele, che non ha mai dormito, e non si è mai lamentato, viene riportato alla Casa di Gigi.
"Prima che andassimo via ci ha salutato con dei baci" hanno raccontato, commossi, il col. Alessandro Patrizio, comandante provinciale dei Carabinieri di Ascoli, e quelli della Compagnia Amedeo Consales e del Nucleo investigativo Roberto D'Ortona.
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21/12/2008
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Betto Liberati