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La Casini motiva le sue dimissioni

Ascoli Piceno | La Casini lancia anche delle accuse precise ad alcuni colleghi di partito.

di Redazione

Il logo del Partito Democratico

Dopo le dimissioni, l’ex coordinatore comunale del Partito Democratico Anna Casini si toglie qualche sassolino dalle scarpe. "Mi sono dimessa per coerenza politica e per senso di responsabilità afferma e il mio gesto quindi non può e non deve essere considerato come conseguenza di un atto congressuale perché le primarie sono uno strumento di selezione di candidati e non una verifica di diversità di linee politiche".

"Dopo le primarie, prosegue, ero certa che si potesse affrontare la nuova fase in modo unitario e sereno, ma purtroppo il nostro candidato ha deciso di iniziare le consultazioni con i segretari degli altri partiti senza il mio contributo, alcuni dirigenti che ricoprono incarichi amministrativi non hanno ritenuto doveroso tesserarsi ed altri hanno addirittura sottoscritto candidature di soggetti diversi da quelli selezionati dal nostro partito».

Evidente il riferimento all’incontro dell’assessore provinciale Antonio Canzian con gli altri segretari del centrosinistra e ai firmatari della sottoscrizione in favore della ricandidatura di Massimo Rossi alla presidenza della Provincia. "Molto è stato fatto nella costruzione del partito: prosegue la Casini, abbiamo nominato tutti gli organismi previsti dallo statuto, iniziato il tesseramento, svolto una scrupolosa campagna d’ascolto e redatto le linee programmatiche che hanno già ottenuto autorevoli consensi".

"Mi ha dato forza e certezza nelle scelte il forte legame con i Giovani Democratici che rappresentano, sia a livello comunale che provinciale, una delle realtà più vivaci e propositive del panorama politico regionale. Con loro ho condiviso e condivido la necessità di un processo di rinnovamento dei metodi e dei linguaggi che non sia solo anagrafico ma che sia basato sull’etica della politica, sulla generosità e sul senso di appartenenza".

"Ho operato con entusiasmo e sempre nel pieno rispetto delle regole, degli organismi e di tutti i livelli di direzione politica. Malgrado ciò una parte consistente del partito, che rappresenta un vecchio modo di fare politica, ha sempre e solo rimarcato le incertezze utilizzandole strumentalmente per meri fini personalistici senza mai offrirmi un aiuto concreto e mai riconoscendo i molti obiettivi raggiunti; neppure il più eclatante come l’unica prova elettorale sostenuta che ci ha visto diventare lo scorso aprile il primo partito della città con 12.600 voti". "Prendo atto che evidentemente ciò che è davvero nuovo crea disturbo e destabilizza perché introduce metodi, idee, schemi e linguaggi diversi, forse più difficili da praticare di quelli antichi".

20/12/2008





        
  



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