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Carla Cerati: l’ultimo libro della scrittrice e fotografa presentato venerdì all’Auditorium

San Benedetto del Tronto | L'autrice ha attraversato quasi un intero secolo di trasformazioni, rivoluzioni e tragedie, lavorando su diversi versanti della cultura, incontrando e stabilendo rapporti con famose personalità nazionali e internazionali.

di Maria Teresa Rosini

(Foto: A. Cellini)

Pur attraverso l' aspetto fragile e minuto, e l' atteggiamento pacato e tranquillo del suo porgersi agli altri, le caratteristiche di forza e determinazione e la spiccata propensione all'autonomia e alla libertà si leggono nella figura di Carla Cerati già al primo sguardo.

Donna che ha attraversato quasi un intero secolo di trasformazioni, rivoluzioni e tragedie, lavorando su diversi versanti della cultura, incontrando e stabilendo rapporti con famose personalità nazionali e internazionali, si presenta ad incontrare un gruppo di lettori di provincia con attenzione e disponibilità generose.
Ed appare una donna di questo tempo, non indulgendo nel passato se non come testimone privilegiata degli umori, delle passioni, dell'impegno e delle speranze che lo hanno animato e, comunque, con grande rispetto di chi la ascolta da questo versante un po' arido e decentrato di una provincia e di un tempo dominato dalla relatività e dall'incertezza.

La sua determinazione emerge poi più nitidamente, nel modo fermo in cui ribadisce il suo pensiero, immune da condizionamenti e autocompiacimenti a costo di dover scontentare chi ascolta.

Nella presentazione dell'organizzatore Mimmo Minuto, dell'assessore Margherita Sorge e di Filippo Massacci, attraverso le informazioni che ripercorrono un po‘ tutta la sua vita, ci si apre il mondo di una persona che non ha rinunciato a ricercare e praticare tutti gli spazi della costruzione e della manifestazione di sé, tutti i terreni sui quali sperimentare l'identità di genere: l'arte, la maternità, la fotografia, le battaglie sociali, la scrittura.

Spazi in cui la vita le ha concesso con generosità di impegnarsi e a cui non si è sottratta pur scegliendo e, a volte, rinunciando, perché tutto l'ha comunque attraversata e coinvolta.

Il libro di cui ci parla, "L'Emiliana", edito da Marsilio, è una storia di donne: "non mi sembrerebbe onesto parlare in prima persona di un uomo, non avendone l'esperienza", ci dice.

Ne è protagonista la femminilità particolare dei personaggi, in un'epoca in cui le differenze di genere e le caratteristiche di forza, sacrificio e determinazione delle donne vengono emergendo nella ricerca di una ridefinizione dell'identità. In questo percorso, nonostante lo sguardo indulgente con il quale li osserva, gli uomini restano figure di sfondo, compagni di un viaggio nel quale, comunque, appaiono il versante di riferimento ineludibile: è il padre di Emilia che la spinge ad ardite e inconsuete sperimentazioni di sé, al limite della mascolinità, ma più tardi sarà la madre ad offrirle gli indispensabili riferimenti dell' universo femminile.

Sollecitata dal pubblico, l'autrice ci parla anche del suo lavoro di fotografa, dell' impegno affrontato insieme a Franco Basaglia ( promotore della legge 180 del 1978 relativa all' apertura dei manicomi) per la diffusione di una nuova concezione della malattia mentale e di coloro che ne sono portatori, battaglia che ha sostenuto attraverso un reportage fotografico che l'ha resa famosa. L'incontro con la realtà della malattia mentale, con il limite estremo del dolore e della miseria umana, ci viene descritto con una partecipazione ancora viva e attuale nonostante gli anni trascorsi.

Ci racconta anche delle altre sue esperienze di fotografa, dei personaggi indimenticabili che ha conosciuto (come il ballerino di flamenco Antonio Gades ad esempio). Non si sottrae, nel contesto del suo discorso, alla evocazione di un dramma personale che l'ha colpita poco tempo fa: la tragica morte di suo figlio, del quale tiene a sottolineare l'impegno e la generosità mai esauriti, con i quali egli ha sempre cercato di lavorare per un mondo nuovo, alimentato dalle esperienze della sua giovinezza negli anni della contestazione studentesca.

Alla fine della serata ci resta addosso la sensazione dell'incontro con una persona speciale la cui curiosità per il mondo appare ancora intatta e si manifesta nella freschezza dello sguardo, nella capacità di conservare l'interesse e lo stupore per le cose umane senza essere annientati dalla sofferenza o dalla morte, dallo scorrere impietoso dei giorni con la loro noia e le loro attese mancate.

L'appuntamento è al suo prossimo libro, che sta già progettando e che ci ha promesso di tornare a presentare nella nostra città.

16/11/2008





        
  



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(Foto: A. Cellini)
(Foto: A. Cellini)

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