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Second Life, sorpassata dal Web 2.0 ma ancora se ne parla con Max Giovagnoli

Roma | L'autore di "All'immobilità qualcosa sfugge", esperto di crossmedialità riflette sul fatto che anche se al 'tramonto', la comunità virtuale in 3D ha ancora qualcosa da dare.

da 'Proiettilixscrittori', il blog di Max Giovagnoli

Si è festeggiato il compleanno di Second Life lo scorso 23 giugno, cinque anni di celebrità meritata vista la popolosità di questo mondo virtuale tridimensionale.

Il dibattito ora sembra concentrarsi sul fatto che il Web 2.0 mostri sempre più quali fossero i limiti creativi della piattaforma creata dal Linden Lab di San Francisco. La crossmedialità, i social network e le comunità online emergenti sembra stiano vestendo i panni di killer application di Second Life.

Difatti la dimensione nazionale delle community non saranno planetarie ma di sicuro meno dispersive, e l'interattività nella condivisione dei contenuti tra partecipanti (immagini, blog, video, testi, e applicazioni "user generated") supera le scarse opzioni a disposizione degli avatar dei virtual world. E bisogna anche dire che  le piattaforme disponibili gratuitamente sono molte in tutto il mondo.

Non stupisce dunque che le nuove narrazioni e il "marketing del racconto" di oggi tralascino ormai sim e land di Second Life per rifugiarsi invece nei social network (myspace, facebook, linkedin, ning), video player (youtube, crackle) e piattaforme di video o testo per cellulari (qik, twitter ecc.).

Il nuovo romanzo di Max Giovagnoli, esperto italiano di cross-medialità, usa questo scenario come sfondo e, in contro tendenza rispetto a saggi e manuali dedicati in Italia alla celebrazione di Second Life, intona una sorta di de profundis del metaverso nella trama del suo "All'immobilità qualcosa sfugge", dove due tra i protagonisti usano appunto i loro avatar per incontrarsi frugalmente all'insaputa dei loro coniugi, di notte, all'ombra di una vecchia relazione avuta nella first life, la vita reale. Nelle chat e nei loro romantici voli compiuti mano nella mano tra le isole di Second Life, una professoressa di filosofia e un misterioso politico il cui nome è così importante da non poter essere fatto, costruiscono un "adulterio virtuale" che poi, alla prova del corpo, saranno destinati a combattere contro la stessa dimensione fisica della loro natura.

"Se l'arco di comunicazione di Second Life si è ormai compiuto", dice Max Giovagnoli: "e ormai a fare notizia sono solo i più o meno prestigiosi "ingressi importanti" tra i 14 milioni di utenti loggati, Second Life può essere invece ancora molto attivo come bacino immaginativo ed emotivo da riverberare su advertising, comunicazione aziendale e scrittura creativa, sfruttando le nuove narrazioni del web 2.0".
All'immobilità qualcosa sfugge è il primo romanzo italiano ambientato in parte della sua trama in Second Life, un giallo dei sentimenti e un romanzo di deformazione che filma le azioni dei personaggi coprendo una tappa dopo l'altra, in un cammino che li porta alla affermazione o alla distruzione come nei diversi livelli di un gioco infinito.

"Ci sono persone che corrono sempre, ed è come se giocassero a riempirsi la vita, e nel farlo galleggiano inevitabilmente sul pelo dell'acqua, e la loro vita somiglia a una riga continua, frizzettata, increspata - dice Max Giovagnoli. - Poi ce ne sono altre, invece, che mantengono fisso un quotidiano più regolare e immobile, che si impegnano nell'abitare la vita degli altri pur di togliere energia alla propria, e nel farlo sono generalmente più bravi a trovare un equilibrio. Ma si tratta di un equilibrio fragilissimo, e anche se la vita di queste persone somiglia al battito regolare del cuore, o a una serie binaria di tanti 0 e tanti 1, quando fatalmente qualcosa si inceppa ne escono fuori sempre eventi violentissimi, ferini, avventurosi. Ecco, All'immobilità è il romanzo di questi due diversi tipi di persone, e di quello che succede quando vengono in contatto gli uni contro gli altri, come nel nocciolo minuscolo di una stella".

27/06/2008





        
  



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