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Fondo Sociale Europeo, il lancio della nuova programmazione 2007-2013

Ascoli Piceno | Per le Marche 282 milioni di risorse per l’occupabilità e la qualità del lavoro, le parole chiave del Programma operativo regionale.

Nuove sfide dopo Lisbona, nuova programmazione, nuovi obiettivi che diventano le parole chiave della programmazione FSE 2007 - 2013: occupabiltà, adattabilità, formazione continua, innovazione e qualità del lavoro, gestione dei cambiamenti, competitività e imprenditorialità. Sono anche le strategie illustrate nel seminario informativo di lancio che si è tenuto oggi ad Ascoli Piceno, presso la sala congressi della Camera di commercio,gremita di pubblico.

Sei gli assi strategici illustrati dal rappresentante della Commissione europea, Claudio Spadon per una mole di risorse a livello europeo di 75 miliardi di euro per 117 programmi operativi. All'Italia andranno 15 miliardi e 320 milioni ( di cui 50% alle Regioni del Sud) e 282 milioni alle Marche per raggiungere entro il 2015 gli obiettivi che si è posto il Programma operativo regionale. "Risorse sostanzialmente uguali per la nostra regione rispetto alla precedente programmazione - ha detto l'assessore regionale alla formazione lavoro, Ugo Ascoli - che ci impegneremo ad utilizzare al meglio come è ormai una nostra capacità riconosciuta anche dall'Unione Europea."

"Le sfide dell'Unione allargata- ha rimarcato Spadon - sono il cambiamento demografico e le ristrutturazioni economiche e sociali. Ora le risorse sono state garantite, ma non è detto che dopo il 2015 la situazione rimanga identica, probabilmente ci saranno meno fondi perché saranno cambiate le dinamiche di finanziamento.Ed è per questo che l'attuale programmazione diventa fondamentale per dare stabilità e risultati durevoli ai cittadini europei." Fondamentale, inoltre, secondo Spadon sarà non solo attenersi agli indicatori economici ma anche ai valori che la rinnovata strategia di Lisbona ha rafforzato. Diventano quindi determinanti le politiche di coesione tra territori, tra nord e sud, per la trasmissione delle buone pratiche; un nuovo asse strategico è stato infatti dedicato alla transnazionalità e interregionalità.

"Senza i fondi strutturali- ha poi evidenziato Ugo Ascoli- le Marche non potrebbero mantenere gli attuali livelli di coesione e di occupazione, né il grado di benessere raggiunto, perché il lavoro e la formazione sono le leve strategiche del sistema economico. Per questo il nostro obiettivo generale sarà incrementare la qualità del lavoro a partire dall'aumento dei livelli occupazionali, accanto all'incremento della qualità ed efficacia dell'istruzione e formazione, della sicurezza del lavoro. Una maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, la promozione del dialogo sociale."

Ma quali sono i punti di forza e le criticità del nostro sistema? Li ha illustrati il dirigente del servizi Formazione Lavoro, Mauro Terzoni spiegando che la forza del nostro sistema sta nei tassi elevati di occupazione nei bassi di disoccupazione (sotto la media nazionale con un 4,5%) nell'elevata scolarizzazione dei giovani, nella quota di forza lavoro con diploma di laurea. Le criticità invece risiedono, tra le altre cause, nelle accentuate differenze di genere, nella bassa quota di laureati in materie scientifiche, nell'occupazione over 55,nella crescente precarizzazione e gli infortuni sul lavoro purtroppo ancora sopra le media.

Per il rappresentante del ministero del Lavoro, Danilo Mainardi, il ruolo del dicastero è quello di "sviluppare le attività integrate e di sistema su tutto il territorio nazionale, senza frastagliare le politiche attive del lavoro e della formazione. In particolare, puntando sulla qualità dell'istruzione e della formazione, concertando con il partenariato economico sociale, creando nuovi modelli per l'inserimento al lavoro dei soggetti svantaggiati, sostenendo le reti per la mobilità dei lavoratori e centrando gli interventi sulle risorse umane".

Quest'ultimo punto ripreso anche dal presidente di Confindustria Marche, Federico Vitali, che ha sottolineato di "porre al centro della formazione professionale l'individuo. Serve - ha proseguito Vitali - un riorientamento culturale della formazione ed è necessario aumentare la dotazione finanziaria per innalzare la qualità degli interventi formativi al passo con l'innovazione. Occorre creare un Osservatorio regionale del sistema formativo per monitorare i nuovi fabbisogni e mettere al bando le imprese di consulenza che non conoscono il nostro territorio." Sempre in tema di formazione, in apertura del seminario il presedente della Provincia di Ascoli Piceno, Massimo Rossi, sottolineando che il valore della conoscenza e i saperi debbono guidare il mercato, ha elogiato il progetto dei distretti formativi di Ascoli per la sua organicità e perché ha saputo coinvolgere tutti i soggetti dell'economia locale

20/06/2008





        
  



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