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Costa scoscesa: Legambiente all'attacco

Porto Sant'Elpidio | L'estate si avvicina ma a ridosso di alcuni chalet elpidiensi si è formato un dislivello che sfiora i due metri; preoccupati i concessionari di spiaggia, per gli ambientalisti non resta che limitare i danni:"Possiamo al massimo slavare il salvabile".

di Pierpaolo Pierleoni

Fa ancora discutere il problema dell'erosione costiera a Porto Sant'Elpidio. A protestare, in particolare, i gestori degli stabilimenti balneariall'inizio del lungomare sud, dove si è formato ormai uno scalone che sfiora i due metritra il confine degli chalet e la spiaggia. Nei giorni scorsi, si è anche provveduto a inserire delle transenne in ferro per evitare che qualcuno, tra gli avventori di due stabilimenti balneari, possa farsi male.

Ad intervenire, sulla questione della costa elpidiense, è ancora una volta il circolo locale di Legambiente, presieduto da Adriano Santato. "Da sempre il litorale di Porto S. Elpidio è stato pianeggiante - denuncia Legambiente - ora sta diventando costa alta. Abbiamo da sempre detto e ripetuto pubblicamente ed informato Comune e Regione che questo dipende dalle attività ed interventi fatti su fiumi e litorali. Dopo l'ultimo intervento iniziato con i pennelli di Castellano e Tenna  nel giugno 2006 e proseguito con le scogliere è successo quello che prima non si era mai visto a memoria d'uomo. Va ricordato che queste opere non sono previste nel piano regionale coste. Ora la spiaggia è collassata o sparita a partire dal Tenna verso il centro città e questo fenomeno  sta ora arrivando al Serafini".

Secondo Legambiente, insomma, il problema della costa è quasi irrimediabile. Ma per gli ambientalisti, è errato anche parlare di erosione costiera. "Bisogna finalmente capire che non è il mare che mangia - nota Legambiente - che l'erosione non c'è e siamo in grado di dimostrarlo. C'è invece la distruzione della spiaggia a seguito delle escavazioni e prelievi sui fiumi, delle scogliere, dei pennelli e da ultimo l'errore non rimediabile dei nuovi chalet sulla battigia. Per noi quello che sta succedendo non è una sorpresa. Magari i commercianti e i titolari di concessione non conoscono tutto ma l'Amministrazione comunale è perfettamente a conoscenza di come si è determinata questa situazione".

"La ditta che esegue i lavori - prosegue Legambiente - non c'entra perchè sta eseguendo un progetto approvato da Comune e Regione. Ora si cerca di correre ai ripari continuando a fare inutili lavori di emergenza e tamponamento con camion e ruspe che corrono per la spiaggia come se questa fosse un cantiere. Il tempo delle risposte utili è scaduto. Ora il Tenna non riuscirà più ad alimentare naturalmente la spiaggia con il materiale di riporto. Ora si tratta di salvare il salvabile. Per fare questo bisogna evitare di mettere altre scogliere che alla lunga andrebbero fino a Civitanova. Basta quindi con le scogliere. Il mare consoliderà una nuova linea di costa davanti al Serafini ed in questo modo il litorale centro resterà stabile. Bisogna soprattutto rivedere radicalmente un piano spiaggia che non ha rispettato un sistema delicatissimo infliggendo un grave danno alla città".

15/05/2008





        
  



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