Perché "Uno"? Intervista, a Luca Bergia dei Marlene Kuntz
Ascoli Piceno | Luca Bergia "parolando" anticipa, l' unica data marchigiana del Tour Teatrale dei Marlene Kuntz, giovedì 3 Aprile al Ventidio Basso.
di Adamo Campanelli e Giuseppina Pica

Marlene Kuntz
ll 14 settembre 2007 esce il settimo album, intitolato Uno, l'opera lascia trasparire fortissima la volontà di evoluzione che ha sempre caratterizzato la produzione artistica dei MK, Prodotto da Gianni Maroccolo, "Uno" si avvale dei contributi di Paolo Conte (al piano in "Musa") e Greg Cohen (già contrabbassista di Tom Waits) in "Canzone ecologica", "Canto", "Negli abissi fra i palpiti" e "Musa". Oltre a loro, qua e là, le voci ai cori di Ivana Gatti, il pianoforte di Vittorio Cosma, e l'orchestrazione di Igor Sciavolino.
Per la tappa ascolana i MK, regalano al pubblico tre cover d'eccezione: Siberia (dei Diaframma), La Libertà (di Giorgio Gaber) e Impressioni di Settembre (della PFM).
Di seguito, l'intervista a Luca Bergia.
Come è Nato il nome dell'ultimo album? Perché "Uno"?
"Il nome "Uno", nasce da un percorso abbastanza casuale, siamo partiti da alcuni provini di pezzi, raggiungendo un numero di 20 brani fra cui scegliere. Una "tavolozza di colori" nel quale c'era un filo conduttore: l'amore. Quello erotico, sensuale, finito...qui Cristiano è intervenuto perché in quel momento stava leggendo un libro di Nabokov: Sebastian Night, da li è stata presa la citazione di Uno. L'amore inteso come un'unica persona. L'uno che rappresenta l'unicità della coppia."
Il vostro settimo Album uscito a Settembre 2007, si apre a sonorità più morbide, più vicine alla canzone classica italiana. Che cosa è cambiato da "Catartica" del 1994 a "Uno"?
"Sono cambiate molte cose....principalmente siamo cambiati noi, e non è poco. Ogni artista che rincorre la verità in musica, esprime quello che sente in quel momento. Non siamo più ventiquattrenni, ma quarantenni e certi ascolti non li faccio più, come un certo tipo di rock che trovo banale. Non sono più gli ascolti e gli stimoli letterari degli anni 90. E' normale, ed è impossibile pensare a delle persone che rimangono ferme per anni. Anche la nostra musica cambia pur mantenendo intatte le radici. Gli artisti che io amo sono quelli che crescono ed evolvono, tutta la musica che ascolto hanno di base questa particolarità e percorso. Paolo Conte, Sonic Youth, Nick Cave".
Come sono cambiati i vostri "gusti" musicali, cosa ascoltano adesso i MK?
"Personalmente ascolto, dal jazz alla musica contemporanea, ultimamente Ray Charles con il disco System Layer, è affascinante mescola musica classica con le atmosfere del jazz. Di rock, gli Arcade Sayer."
Cosa conta nel processo creativo dei MK?
"Lo spunto creativo è cercare di andare avanti e presentare qualcosa che sia stimolante in un modo bello dal nostro punto di vista, questo viene concretizzato dal disco, e ogni disco ha una storia a se, questo di conseguenza è il motivo per cui ogni disco ha la sua storia."
E' la prima volta che organizzate un tour teatrale, come mai la scelta di questo tipo di location?
"Negli ultimi anni era uscita fuori questa curiosità, sperimentare location nuove per i nostri concerti. E' stimolante il confronto con nuovi spazi. Non è il palazzetto, il campo sportivo, il locale ricavato da un ex cinema. Per noi è un traguardo realizzare un tour con un disco di questo tipo, prima non saremmo stati in grado di farlo, ora abbiamo la capacità di riarrangiare i brani che funzionavano in altri contesti. La cosa bella del teatro è che il pubblico è seduto, positivo perché se ci sono emozioni da dare da un palco, tutto gli occhi del pubblico sono diretti verso il palco, negativo perché non essendo un concerto completamente teatrale viene voglia di "sbattere i piedi". La difficoltà in più è quella di sapere gestire meglio dinamiche, ed espressività: quello che il club occulta o distoglie, nello spazio teatrale diviene potente."
Domanda per i vecchi cultori dei Marlene: ci saranno nel concerto di domani al Ventidio Basso anche i pezzi storici dei primi album?
"Qualche vecchio brano ci sarà sicuramente oltre a quelli dell'ultimo disco, ci sono brani storici sicuramente e due Bonus tracks, e in più tre cover."
Avete sempre lavorato e vissuto lontano dal clamore delle "luci" dei media. Che cos'è il "successo" per i MK?
"Il successo dal mio punto di vista è arrivato e non arrivato...per avere successo devi fare televisione ed essere in quel contesto lì, ho un pezzo in radio che va quotidianamente...Riuscire ad esprimere la nostra musica ed andare a Mestre o a Torino hai mille persone davanti che cantano i nostri pezzi. Il successo però è sempre alle nostre condizioni."
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02/04/2008
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