La violenza invisibile
San Benedetto del Tronto | Oggi a Roma manifestazione per la Giornata internazionale per leliminazione della violenza contro le donne.
di Maria Teresa Rosini
Nell'affollarsi e rincorrersi delle notizie dell'attualità politica, tra questione Rai, riforme istituzionali, costituirsi e dissolversi di alleanze tra i partiti vecchi e nuovi e gli orrori della cronaca nera, che la vede troppo spesso protagonista, la violenza sulle donne non sembra rivestire grande interesse per l'opinione pubblica, considerato l'esiguo spazio mediatico che si è dedicato alla manifestazione che si terrà oggi a Roma.
Eppure la violenza di genere è la prima e la più antica di tutte le discriminazioni, quella che ha percorso i secoli e la storia per riproporsi oggi con la spietata contabilità delle cifre.
Sebbene sia la violenza fisica quella che ci impressiona in misura maggiore, quella dei mariti, dei fidanzati, degli amici, dei padri, dei clienti, è violenza anche quella più sottile e quotidiana che impone scelte di rinuncia, che impedisce il conseguimento degli obiettivi legittimi cui si può aspirare, quella che costringe ancora troppo spesso le donne a comportamenti di subalternità, di attesa, di ripiego, di sottomissione, nel mondo del lavoro, nella politica, nella famiglia.
Ed è violenza anche la proiezione del femminile che intorno a noi si impone:quella dei corpi, del loro consumistico mercato, della schiavitù della bellezza, o dell'emulazione di modelli maschili.
Resta ancora predominante, pur nel cambiamento delle epoche e dei costumi,la sensazione che c'è sempre un pregiudizio negativo o una paternalistica benevolenza nei confronti delle donne, che esse stesse facciano fatica a riconoscersi ad assumere con convinzione il dato della propria identità, lasciando perdere le scorciatoie, maschiliste, che le vengono proposte di continuo per affermarsi ed esistere.
L'irrompere sul palcoscenico del mondo di culture in cui il maschilismo è valore e principio rende più complesso il quadro dei riferimenti e dei limiti con cui le donne devono confrontarsi.
E la scuola e l'educazione sono ancora uno strumento sottoutilizzato per lavorare alla equilibrata costruzione di identità e differenze di genere e alla affermazione di concrete pratiche di rispetto per le persone, nella accezione globale di esseri umani portatori di diritti, i quali ancora troppo spesso sono scritti solo sulla carta e non nelle coscienze.
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24/11/2007
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