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Da Italia ad Itarabia. Impossibile? No. Probabile

Arquata del Tronto | Svegliamoci. Appuntamento mercoledì 4 luglio a Roma.

di Giuseppe Orsini*

L'Italia e l'Europa sono diventate anticristiane ed antioccidentali. Insomma, anti se stesse. Senza accorgersene. Anzi, non vogliamo accorgercene

Da tempo, in Italia ci gingilliamo con quisquiglie, ignorando "il" problema italiano ed europeo: il rischio di essere asserviti agli islamici.

Noi ci appassioniamo a calciopoli, scalate a banche ed intercettazioni ("Abbiamo una banca?" e "Facci sognare"), migrazioni da un partito all'altro, governo che non governa, aggregazioni di cattolici e comunisti, "democratici" come lo erano l'URSS, la DDR, e compagnia cantando, Veltroni-show, ecc.
Tutte quisquiglie che soffocano il Paese più bello e potenzialmente più ricco del mondo.

Problema vero, tanto drammatico quanto ignorato: diventeremo Itarabia ed Eurabia.
Il 13 giugno, nel pieno del nostro "gingillo", Magdi Allam, egiziano ed islamico, scriveva sul Corriere della Sera (di cui è vice direttore): "Uccisioni, fughe, conversioni forzate: la fine della tolleranza religiosa nei Paesi islamici". Sintetizzo. Alla vigilia della conquista araba e islamica nel settimo secolo, i cristiani costituivano il 95% della popolazione della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo.

Oggi, con 12 milioni di fedeli, i cristiani sono precipitati a meno del 6% e sono destinati a dimezzarsi nel 2020. In Palestina (dove Cristo ha predicato, beneficato, è morto e risorto), nelle città sante i cristiani sono diventati minoranza. A Betlemme, dall'85% (1948) sono scesi al 12%. A Gerusalemme dal 53% (1922) sono precipitati al 2%. Abbiamo assistito a genocidi in Sudan e Turchia e alla diaspora nel Libano.

In quasi tutti i paesi musulmani (dall'Algeria alla Somalia) i cristiani vengono vessati e discriminati. E' una catastrofe per cristiani e musulmani, sottomessi all'arbitrio di carnefici e tiranni che si beffano della libertà religiosa.

Il 13 giugno, Magdi Allam - musulmano - concludeva con una proposta. «Non possiamo continuare ad assistere inermi a queste barbarie. Propongo di indire una manifestazione nazionale a difesa dei cristiani perseguitati in Medio Oriente ed altrove, da svolgersi a Roma. Una grande manifestazione per la vita, la dignità e la libertà dei cristiani e per il riscatto dell'insieme della nostra civiltà umana». La manifestazione è fissata a Roma, a Piazza Santi Apostoli, il 4 luglio alle ore 21. Il "Movimento Elia - Elettori liberi ed attenti" ha aderito alla manifestazione.
Non solo Magdi Allam.

Su Famiglia Cristiana (n. 24 del 17/06/2007) Padre Giovanni Sale scriveva: "IL PETROLIO VALE PIU' DELLA VITA DEI CRISTIANI!" P. Giovanni Sale scrive che in Pakistan dire che Gesù è Figlio di Dio significa offendere il Corano. In Indonesia uccidere i cristiani non è reato. In diversi Stati islamici chi si converte al cristianesimo è ritenuto apostata ed è passibile di pena di morte. Padre Sale conclude ricordando che i Governi occidentali ed il Parlamento europeo tacciono. Motivo: l'Occidente non vuole inimicarsi i Paesi islamici, padroni del petrolio e conclude: "In realtà cosa può valere il sangue di pochi cristiani dinanzi al fiume di petrolio che dai paesi islamici si riversa sulle ricche democrazie occidentali?". Aggiungo io: e del fiume di petrodollari dall'Occidente ai Paesi arabi.
Gli stessi ed altri concetti ritroviamo nel libro "Eurabia" di Bat ye'or. Ne parlerò non appena avrò finito di leggerlo. Comunque lo raccomando.

Amara conclusione. Perché stupirsi dell'uccisione del sacerdote cattolico e di tre suddiaconi a Mosul (Iraq), del sequestro del sacerdote caldeo a Baghdad e del rapimento di Padre Giacomo Bossi nelle Filippine? Padre Bossi è stato rapito il 10 giugno. E' italiano. Ma chi se ne occupa? Nessuno. O comunque poco. Perché? Lo scrive Andrea Morigi su "Libero" del 28 giugno, citando Padre Bernardo Cervelliera (Asia-News - Pime). «Certo, per altri rapimenti è stato fatto di più. Ma la mancanza di interesse mediatico per Padre Bossi è la conseguenza del disinteresse che c'è nei confronti dei missionari». Senza contare i laici, preti e suore italiani in missione all'estero 15.000. Più dei militari italiani impegnati in missioni di pace. In Italia, non solo si tace sui Misisonari.

Ci si adegua. All'Islam. Possibile? Sì. Cito Roma, Città Eterna, culla del Cristianesimo. Primo. Nell'aula Consiliare del Comune (intitolata a Giulio Cesare) non c'è il Crocifisso. Secondo. Ad Ostia Lido (comune di Roma) il sindaco Veltroni consente l'occupazione di una chiesa non sconsacrata ed autorizza la realizzare una moschea nella ex Colonia Vittorio Emanuele. E l'Amministrazione Comunale neppure si degna di ricevere i componenti del "Comitato Spontaneo per la difesa della ex Colonia Vittorio Emanuele" per parlarne. Ma il tempo per altre cose (vedi show di Torino), si trova. Se noi, italiani - cristiani per giunta - siamo trattati così in Italia da "lorsignori" (la "Casta", per capirci), non stupiamoci di come siamo trattati all'estero. Non stupiamoci se presto l'Italia ed Europa diventeranno "Itarabia" ed "Eurabia".

*segretarionazionale@movimentoelia.org

02/07/2007





        
  



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