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Evasore girava l'europa in "Ferrari"

Ascoli Piceno | Trovato dalla Guardia di finanza di Ascoli Piceno, non pagava le tasse per 46 milioni di euro.

È durata oltre un anno l'indagine avviata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno che, grazie agli approfondimenti "tecnici" effettuati dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria, ha consentito di individuare un imprenditore alquanto spregiudicato che, attraverso la costituzione di alcune società, aveva accumulato un vero e proprio tesoro che non ha però inteso "condividere" con il Fisco.

L'individuazione ed anche il successivo rintraccio dell'imprenditore è stato alquanto dispendioso, in quanto prestava la propria attività in prevalenza all'estero e, quando presente in Italia, frazionava le proprie prestazioni professionali in diverse località anche molto distanti tra loro, conducendo, di fatto, una vita da vero e proprio voyageur di lusso, spostandosi - infatti, per lo più - a bordo di una lussuosissima "Ferrari". Ed è stata proprio la passione per la costosissima "F 430 coupè" a smascherare la fitta interposizione di alcune società costituite con il solo scopo di conseguire consistenti profitti da non dichiarare al Fisco e a nulla è valso l'espediente di acquistare direttamente in Germania, da una locale società, la predetta autovettura; è stato infatti proprio il paritetico Fisco tedesco a mettere in allarme le Fiamme Gialle di Ascoli Piceno - sfruttando la oramai consolidata prassi della c.d. mutua assistenza amministrativa di cui al Regolamento CE n. 1798 del 2003, che contempla, tra l'altro, lo scambio di dati, notizie ed informazioni sui casi fiscalmente più anomali - attraverso una specifica segnalazione sulle vendite più significative effettuate dall'impresa della Germania che aveva venduto la Ferrari "F 430 coupè".

Quello che ne è seguito, in Italia, ha portato alla luce un allarmante caso di maxi- evasione fiscale, in un contesto di accertamenti ed approfondimenti che ha interessato la stessa impresa tedesca ed una serie di società dislocate tra la provincia di Ascoli Piceno e quella di Vicenza, operanti nel settore della lavorazione, recupero e commercio di rottami ferrosi e metallici.

Le indagini hanno subito un'immediata accelerazione, allorquando sono state rilevate presso il recapito di una "mail box" di Ascoli Piceno le sedi aziendali di due società, di fatto, pertanto, inesistenti; inoltre, le stesse risultavano essere state da poco cedute ad una persona residente nel vicentino - risultata poi un mero "prestanome" - il cui unico compito, ovviamente dietro compenso, era quello di gestire "sulla carta" le aziende, omettendo la presentazione delle prescritte dichiarazioni dei redditi per più periodi d'imposta.

 

 

Le verifiche fiscali tempestivamente avviate dal Nucleo di Polizia Tributaria di Ascoli Piceno consentivano quindi di accertare che le scritture contabili erano letteralmente sparite, ovviamente al solo fine di impedire materialmente la ricostruzione del reale volume d'affari aziendale e del conseguente debito erariale.

Tuttavia, le Fiamme Gialle, dopo un certosino lavoro di ricostruzione dei rapporti commerciali intrattenuti su tutto il territorio nazionale dalle due aziende - per la quale sono state eseguite, a riscontro, ulteriori 26 verifiche e la disamina di una decina di posizioni bancarie - riuscivano a risalire all'ammontare complessivo dei ricavi non dichiarati al Fisco, pari a circa 46 milioni di euro - con una correlata evasione dell'I.V.A. per oltre 300.000 euro - e la sottrazione di un imponibile da sottoporre a tassazione ai fini dell'I.R.A.P. per altrettanti 46 milioni di euro.

Dall'attività di polizia tributaria emergevano quindi fattispecie penalmente rilevanti in ordine ai reati di "omessa dichiarazione" e di "occultamento dei documenti contabili" di cui al Decreto Legislativo n. 74 del 2000, per le quali il rappresentante legale è stato deferito all'Autorità Giudiziaria.

Gli elementi ricostruiti dalle Fiamme Gialle sono ora al vaglio della Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, che coordina le successive indagini tese ad attribuire le conseguenti responsabilità a tutti coloro i quali hanno realmente beneficiato della maxi-evasione fiscale accertata, la cui parte di proventi è stata dirottata, tra l'altro, verso una fiammante Ferrari coupè acquistata a spese della collettività.

Le attività condotte dal Comando Provinciale di Ascoli Piceno, oltre a costituire un ulteriore attestato di professionalità e di valenza delle indagini condotte in ogni campo dal Corpo, testimoniano felicemente la flessibilità che caratterizza oggigiorno le metodologie operative adottate nelle diverse circostanze, sempre più capaci e concrete nell'interagire congiuntamente e a supporto anche degli altri organismi della Comunità Europea, nel più ampio quadro delle peculiarità della polizia comunitaria.

09/05/2007





        
  



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