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Il successo del XX Festival degli Appennini

Montalto delle Marche | E’ stato uno spettacolo coinvolgente e molto partecipato il XX Festival degli Appennini che si è svolto nella Cattedrale di S. Maria Assunta di Montalto Marche (AP), sabato 19 maggio alle ore 21,15.

di Silvana Scaramucci

Il pubblico delle grandi occasioni, e non solo montaltese, è accorso numeroso a stipare la pur ampia cattedrale sistina per rendere omaggio a una manifestazione musicale che per la sua specificità penetra nel profondo del cuore toccando sentimenti di indubbia umanità, amicizia e nostalgia.

La forza delle corali sta tutta nella vis popularis che riesce a tirar fuori e ad amalgamare in un " unicum flatus vocis" chi ascolta, chi canta, chi dirige, chi introduce. Il prodotto di un lavoro corale, sebbene presupponga preparazione, afflato, studio, talento, si propone immediato e come tale sa catturare il consenso di tutti, iniziati e non all'ascolto della buona musica. Il resto lo fa poi il repertorio, con le assonanze, i brani più conosciuti, i testi che rimandano a immaginari collettivi e spesso anche sperimentati.

Ad aprire la manifestazione e a dare il benvenuto ai Cori "CAI" di Bovisio (ancora per poco in prov. di Milano e poi passerà alla neoprovincia di Monza-Brianza) e "Monte CUSNA" di Reggio Emilia è stato il presidente del Coro "La Cordata" di Montalto Marche, prof. Franco Emidi che ha ripercorso la storia, sin dagli esordi nel 1987, la crescita e i successi via via raccolti in venti anni di amorevole impegno e di energie profuse nell'intento - peraltro riuscito - di valorizzare la propria città conferendole un'identità specifica di capoluogo appenninico della coralità. In venti anni di attività il Festival degli Appennini ha ospitato oltre quaranta gruppi di Cori ed è a sua volta stato ospitato in altrettante località creando un'ipotetica rete di coordinate montane alpine e appenniniche il cui fulcro è Montalto Marche. Non è mancato nel discorso introduttivo del presidente Emidi un pensiero rivolto ai tanti amici de La Cordata, come Renato Cacciamani che ne ideò il nome e l'emblema e che non ci sono più ma dei quali resta vivo il ricordo e l'insegnamento.

L'avvio alla XX edizione del Festival degli Appennini è stato dato dal coro ospitante, La Cordata, diretto dal m.o Patrizio Paci che ha guidato l'esecuzione di brani rielaborati da Arturo Benedetti Michelangeli, Luigi Pigarelli, Bepi De Marzi, Antonio Pedrotti e il canto delle mondine "Sciur Padrun", armonizzato dallo stesso maestro direttore della Cordata.
Molto particolare è stata la proposta del m.o Pino Schirru, direttore del Coro " CAI" di Bovisio che si è cimentato su brani del repertorio sardo, africano e brianzolo, poco noti ma gradevoli, interpretando così lo spirito del Festival che vuol essere anche un'occasione di veicolare cose meno note ma impegnative e importanti per il coagulo nazionale. In programma adattamenti su testi popolari di: Tonino Puddu, Marco Maiero, Bepi De Marzi, Baneddu Ruiu, Papajannopulos.

Più aderente alla tradizione dei cori di montagna è stata invece l'esibizione del " Monte Cusna" diretto dal m.o Giancarlo Guidetti che ha condotto le sue voci su testi arrangiati da Renato Dionisi "La Rizolina", Silvio Pedrotti " Che cos'è", Luigi Pigarelli "Sono un povero disertore", Bruno Bettinelli "La Moretina", Aladar Janes "Soreghina", Arturo Benedetti Michelangeli "Le soir à la montagne" e "Era nato poveretto", Antonio Pedrotti "L'è tre ore che son chi soto".

A conclusione del XX Festival, come di consueto, i tre Cori uniti, diretti in successione dai tre maestri direttori, hanno intonato "La Montanara" "Signore delle Cime" ed "Il Testamento del Capitano"emozionando ulteriormente il pubblico in piedi per un finale tripudio.

26/05/2007





        
  



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