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Voglio diventare nero... e disoccupato!

Porto Sant'Elpidio | Progetti di ricerca retribuiti? Prestito d'onore? Si ma solo ai più abbienti. Da una indagine condotta presso alcuni enti è emerso che i laureati con il massimo dei voti sono più penalizzati rispetto ai coetanei disoccupati ed extracomunitari

di Giacomo Petrelli

Progetti di ricerca retribuiti? Prestito d'onore? Si ma solo ai più abbienti. Sembrerà un paradosso ma questa, purtroppo, è la realtà dei fatti. Da una indagine condotta presso alcuni enti è emerso che i laureati con il massimo dei voti sono più penalizzati rispetto ai coetanei disoccupati ed extracomunitari che godono di maggiori diritti.

Se si è laureati, infatti, ma si è obbligati a lavorare anche come camerieri per mantenersi, viene preclusa qualsiasi possibilità di partecipare ad alcuni bandi di concorso come quello sui progetti di ricerca retribuiti o quello sul prestito d'onore soltanto perché si ha l'indispensabile necessità di lavorare. Si, proprio per il fatto che la famiglia del laureato non gode di agiate condizioni economiche e quindi il volenteroso neo dottore è costretto ad arrabattarsi a fare i lavori che gli passano sotto mano, il ragazzo non può concorrere per i posti riservati a laureati disoccupati o inoccopati. Queste le testuali parole scritte nel bando indetto dalla provincia di Ascoli Piceno e finanziato dal fondo sociale europeo in occasione dei progetti di ricerca retribuiti: "I destinatari sono tutti i soggetti laureati residenti nella regione Marche, che risultino disoccupati o inoccupati alla data di scadenza del bando ai sensi di quanto disposto dal D.Lgs 181/2000 e successive modificazioni D.Lgs 297/2002 e dalle relative disposizioni regionali".

Una vera e propria discriminazione esercitata nei confronti del ragazzo costretto a fare anche lavori che poco si confanno al suo diploma di laurea a causa delle sue disagiate condizioni economiche. Il bando è riservato, dunque, alle persone più abbienti, a quei ragazzi che non hanno necessità di adattarsi a fare qualsiasi lavoro e che vivono sulle spalle dei loro genitori nella speranza che un giorno il campanello suoni e gli vengano ad offrire a casa il lavoro della loro vita. Non è così che va il mondo anche se mi sembra proprio che queste persone che si crogiolano al sole e si siedono sugli allori ricevano i trattamenti migliori.

Secondo quando dichiarato da una dipendente del Centro per l'impiego la funzione dell'ente è quella di trovare lavoro a chi è incapace di cercarlo con le proprie forze. Una distinzione questa alquanto labile visto che risulta difficile differenziare la categorie dei ragazzi che non sanno trovarsi un'occupazione da quelli che, invece, non hanno voglia di trovarsela e non si accontentano di fare lavori occasionali ed umili.

 Il tirocinio all'interno di una azienda ha una duplice valenza e funzionalità: permette al tirocinante di apprendere tutte le competenze relative il mestiere ma allo stesso tempo gli dà la possibilità di farsi conoscere e far apprezzare le sue qualità. Non capisco perché debba essere preclusa una possibilità simile solo perché non ci si può permettere di restare senza un lavoro. Ti consigliano di licenziarti, lasciare un posto che, per quanto non ti soddisfi, è sicuro per partecipare ad un bando dove non si sa neppure se alla fine rientrerai nella graduatoria.

E questa, poi, non è l'unica occasione in cui i laureati vengono penalizzati. Addirittura nel bando per il Prestito d'Onore si riconoscono maggiori vantaggi agli extracomunitari. Il laureato, infatti, che fa il cameriere per mantenersi non può partecipare al bando mentre l'extracomunitario occupato si a meno che come è stato ironicamente chiesto ad un giovane "non si è in possesso di un passaporto marocchino".

Insomma le opzioni per partecipare a questi bandi sono due: o preghi Dio che ti faccia diventare nero oppure ti licenzi e diventi disoccupato con la speranza di vincere il bando. Se nessuno dei due miracoli ti viene accordato allora, l'unica soluzione, è restare a fare caffè a vita....Beh, sarà pure un lavoro ma sinceramente non sapevo che per fare caffè e cappuccini requisito fondamentale fosse la laurea.

24/05/2007





        
  



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