La stampa sportiva premia in memoria di Peppino Prisco e Nando Martellini
Chieti | La cerimonia di premiazione, che si è svolta al Teatro Marrucino di Chieti,è iniziata con un minuto di raccoglimento in memoria di Giacinto Facchetti e Giorgio Tosatti, quest'ultimo già membro della giuria del Premio.
La cerimonia di premiazione della V Edizione del Premio nazionale "Giuseppe Prisco" alla lealtà, alla correttezza e alla simpatia sportiva e della III Edizione del Premio speciale di Giornalismo "Nando Martellini", che si è svolta al Teatro Marrucino di Chieti, è iniziata con un minuto di raccoglimento in memoria di Giacinto Facchetti e Giorgio Tosatti, quest'ultimo già membro della giuria del Premio.
Il generale dei Carabinieri in congedo, Corinto Zocchi, presidente del Comitato promotore della manifestazione, ha quindi rivolto un caloroso indirizzo di saluto ai convenuti, soffermandosi poi brevemente sulle origini, lo spirito e le finalità dell'iniziativa, volta a contribuire, sia pure indirettamente, alla serenità del campionato e all'affermazione di una cultura basata sui veri grandi valori dello sport.
Hanno preso quindi la parola Edmondo Berselli, Italo Cucci e Antonio Ghirelli i quali, dopo aver ricordato con accenti commossi le figure di Facchetti e di Tosatti, hanno sottolineato le speciali qualità umane e professionali dei vincitori di quest'anno: Giovanni Cobolli Gigli, Gigi Cagni e Javier Zanetti per il Premio Prisco e Giovanni Bruno, direttore di Sky Sport, per il Premio Martellini.
Gli stessi hanno ricevuto personalmente l'ambito trofeo, consistente in una pregevole opera del noto scultore Pietro Cascella, ad eccezione di Javier Zanetti, rimasto a Milano in ritiro con la squadra in vista dell'incontro di ritorno di Coppa Italia in programma a San Siro giovedì prossimo.
Il suo premio, comunque, è stato ritirato da Mario Corso e Luisito Suarez, a ciò espressamente delegati dal presidente dell'Inter Massimo Moratti, per rendere ancora più vivo il ricordo di quel campione di sportività e di bontà che era Giacinto Facchetti.
Uno speciale riconoscimento è stato altresì attribuito al giornalista pescarese Antonio De Leonardis, del Gruppo Abruzzese Giornalisti Sportivi.
La manifestazione si è conclusa con un applauditissimo intervento di Sergio Zavoli, presidente della giuria, il quale ha sottolineato, tra l'altro, l'originalità del premio e l'alto valore etico delle sue finalità.
Erano presenti autorità locali, provinciali e regionali, oltre a un numeroso pubblico.
_ Motivazione Antonio De Leonardis
Ha iniziato l'attività giornalistica a "Il Messaggero" nel 1967, Caposervizio della "Cronaca di Pescara" nel 1986 e in seguito responsabile del servizio "Sport Regione".
Vice caporedattore, e dal 2001, coordinatore dell'inserto regionale Abruzzo. Tra le sue esperienze più significative con il giornale, anche un periodo come inviato per lo Sport (Mondiali '90, Coppe europee al seguito di Juventus e Atalanta). Collocato a riposo dal mese di gennaio 2006, prosegue il rapporto giornalistico con il quotidiano romano come opinionista per le pagine sportive. Ha collaborato con la Rai ed è stato corrispondente per "La Stampa" e "La Gazzetta dello Sport".
Ha contribuito alla realizzazione di numerose pubblicazioni, facendosi apprezzare per le sue indiscutibili qualità professionali e per la non comune competenza nello specifico settore sportivo, tanto da diventare un preciso punto di riferimento per i giornalisti sportivi abruzzesi e pescaresi, in particolare per quelli alle prime armi.
Socio fondatore, nel 1984, del Gruppo Abruzzese Giornalisti Sportivi, del quale è stato per oltre dieci anni presidente, è consigliere nazionale in carica dell'USSI - Unione Stampa Sportiva Italiana.
_ Motivazione Giovanni Bruno
Ha cominciato la sua attività nel 1979, collaborando con le principali testate televisive nazionali sia come telecronista che come curatore di importanti trasmissioni sportive, tra le quali "I miti del XX secolo" per RaiDue.
Direttore di RaiSport dal 1998 al 2002, fino ai mondiali di calcio di Giappone e Corea del Sud, ha praticato a livello agonistico varie discipline quali lo sci, il rugby e la vela. E' altresì grande appassionato e praticante di ciclismo, passione nata durante i Giri d'Italia che ha seguito sia per Mediaset che per la Rai.
Dotato di autentica ed ecumenica cultura sportiva, Giovanni Bruno ha percorso una carriera in inesorabile crescendo che lo ha portato, si può dire inevitabilmente, alla direzione dei programmi sportivi Sky Tv. Perché qui ha potuto piegare anche il popolarissimo calcio - almeno nelle telecronache - alle regole dello sport, con un racconto appassionato ma corretto, gradevole, dato più all'ironia che all'urlo. Ma tutto il mondo sportivo è sotto l'occhio delle telecamere di Sky, quasi sempre in diretta, gestito da giornalisti specializzati e competenti che spesso sono usciti dalla sua scuola.
Il Premio "Nando Martellini" trova in Mura una splendida scelta.
_ Motivazione Javier Zanetti
E' arrivato nell'Inter da ragazzo all'inizio della gestione Moratti, oggi ne è il campione-simbolo, l'indiscusso capitano, l'uomo che ha realizzato con la società nerazzurra una identificazione totale: in campo e fuori, nell'impegno di calciatore, nella fedeltà allergica a ogni tentazione e persino sul fronte della solidarietà che per l'Inter è una bandiera.
Questo è Javier Zanetti, l'uomo in avanguardia sempre, nei momenti della gioia e in quelli della mortificazione, bandiera dell'Inter come lo fu in altri tempi l'indimenticabile Giacinto Facchetti.
Ormai è difficile immaginare una squadra nerazzurra senza di lui. Ha giocato in ogni ruolo con lo stesso impegno, ma una felice intuizione tattica di Mancini ha regalato al popolo dell'Inter il migliore Zanetti proprio nella stagione di questo fiammante scudetto.
Ogni domenica tra i migliori, sempre con la stessa generosità, la semplicità che lo distingue e quel sorriso da bravo ragazzo che irride ai suoi 34 anni e promette all'Inter altre stagioni felici.
Premio Prisco per acclamazione a Javier Zanetti.
_Motivazione Giovanni Cobolli Gigli
Un manager collaudato dalle più svariate esperienze dinanzi a una poltrona che scotta: lui ha il coraggio di lanciarsi nell'avventura disperata e ne esce da vincitore. Sotto la guida di Giovanni Cobolli Gigli la Juventus, devastata dal più grande scandalo del calcio, ha ritrovato dignità, simpatia, prestigio e il posto che storicamente le spetta: subito in serie A e domani in Europa.
Il più grande merito di questo personaggio conquistato dal calcio è stato quello di saper affrontare la dura verità e di sopportarne a testa alta le conseguenze. E' un merito che va diviso con la nuova generazione della famiglia Agnelli, ma che ha trovato in Cobolli Gigli un uomo da prima linea, capace di affrontare i momenti più difficili sia all'interno del club che nell'ambito delle istituzioni calcistiche.
La rifondazione della Juve si lega, dunque, a un nome nuovo del nostro calcio. E persino Peppino Prisco - che della Juventus era storico nemico - oggi si sarebbe congratulato con Giovanni Cobolli Gigli per quello che ha fatto e per questo meritatissimo premio.
_ Motivazione Gigi Cagni
Luigi Cagni, Gigi per gli amici, ha aspettato 57 anni per conquistare l'ammirazione non solo dei tifosi dell'Empoli ma di tutti gli esperti italiani del calcio. E' il caso di un professionista esemplare che, chiamato ad allenare la squadra toscana verso la metà della stagione scorsa, ha saputo prima garantirle la salvezza, portarla all'ottavo posto e, nel torneo attuale, addirittura farne l'autentica rivelazione dell'anno per cifra di gioco e ambizioni di classifica, tanto che va concludendo il campionato nei quartieri alti, tra la zona Champions e la zona Uefa.
Prima dell'avvento del tecnico bresciano, non era mai accaduto nella storia del club che l'Empoli si imponesse come la rivale più qualificata, nell'ambito del quartetto toscano, della brillante Fiorentina di Prandelli, svantaggiata ovviamente dal pesante handicap di ben 15 punti. Cagni, che è un fedelissimo allievo dell'allenatore Sonetti, ha battuto ogni record del club azzurro in armonia con la saggia amministrazione del presidente Corsi e del direttore sportivo Vitali.
Nell'epoca dei grandi deficit e di calciopoli, l'Empoli e il suo allenatore Gigi Cagni rappresentano un grande esempio.
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15/05/2007
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