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Family Day. Alias "Dies Familiae"

Roma | Io c'ero. Meglio: Noi c'eravamo.

di Giuseppe Orsini*

Sono stato al Family Day. Con la famiglia. Sia a titolo personale che come Segretario Nazionale (e fondatore) del Movimento Elia - Elettori liberi ed attivi, che ha aderito ufficialmente alla manifestazione.

Comincio con una critica. L'unica.
Perché "Family Day" e non "Dies familiae"? Il latino ci richiama alla nostra storia. Alle nostre origine.
Pertanto, "Dies Familiae" è certamente più pertinente.
Gli organizzatori attendevano centomila persone. Ora parlano di un milione e mezzo.
Diciamo almeno un milione. Senza alcun dubbio.

Tralascio cosa hanno detto i relatori ufficiali: ne hanno riferito telegiornali e quotidiani.
Ho partecipato anche alla manifestazione della Casa delle libertà del 12 dicembre 2006.
In entrambi i casi, i partecipanti sono stati una enormità. Addirittura due milioni il 2 dicembre.
Differenza sostanziale tra le due manifestazioni: presenza massiccia ed ufficiale di esponenti politici sul palco il 2 dicembre, nessun politico sul palco oggi.
Chi c'era (compresi un ex premier e due ministri in carica), era presente a titolo personale, solo in piazza, non sul palco e senza discorsi.

Al Dies familiae in piazza non c'era neppure l'ombra di una bandiera di partito.
C'era - ben rappresentato - il popolo italiano.
C'erano atei e credenti (cattolici, protestanti, ebrei ed islamici), di ogni classe sociale e tendenza politica e di ogni età: da pochi mesi a quindici anni (almeno il 15%), da 16 a 35 anni (35%), oltre i 36 anni (50%).
Insomma, c'era il presente ed il prossimo futuro dell'Italia.

Con centinaia di migliaia di famiglie tranquille, festose e gioiose.
Piene di speranza di un futuro migliore.
Di questa faticosa ma bella esperienza mi restano alcune impressioni molto positive.
Prima. Per ogni italiano credente (cattolico) il matrimonio è Amore che genera Vita.

Seconda. Per ogni italiano, comunque, non esistono "varie" famiglie, ma la Famiglia naturale prevista dalla Costituzione (art. 29, 30 e 31).
Terza. Noi, Italiani, non accettiamo di essere condizionati dal mondo. Noi vogliamo cambiare il mondo. Prima ne prendiamo coscienza, prima ci riusciremo.
Quarta. Noi, Italiani, da "elettori" e "popolo bue" stiamo diventando sempre più un Popolo vivo ed attivo, che vuole non solo votare ma "partecipare".

Fa piacere constatare che lo Statuto del "Movimento Elia - Elettori liberi ed attivi" non si basa su utopie, ma ha colto nel segno.

*segretarionazionale@movimentoelia.org

13/05/2007





        
  



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