Liberato un albanese rapito a gennaio
Roseto Degli Abruzzi | La Squadra Mobile di Teramo e LAquila, in collaborazione con la procura albanese e la procura distrettuale antimafia di LAquila, ha neutralizzato il circuito di una partita di droga per 50mila euro e salvato un ostaggio albanese.
di Nicola Facciolini
Brillante ed eccezionale operazione antimafia e antidroga messa a segno dalla questura di Teramo in collaborazione con la Sezione criminalità organizzata della squadra mobile del L'Aquila, le questure di Ravenna, Torino, il commissariato di Faenza, la procura e la polizia albanese.
Grazie all'operazione "Balcani", coordinati dal questore di Teramo Aldo Vignati, dal capo della squadra mobile Gennaro Capasso e dal dirigente della S.C.O. di L'Aquila, Cesare Ciammaichella, si è riusciti a salvare la vita ad un ostaggio albanese, dimorante a Roseto degli Abruzzi (Te), rapito lo scorso gennaio da tre connazionali a scopo di estorsione poiché i sequestratori volevano costringere i due cugini albanesi del rapito, a pagare una partita di droga della quale erano "creditori".
L'articolata operazione di polizia, è stata coordinata da Alberto Sgambati, pm della Procura Distrettuale Antimafia di L'Aquila, al quale sono state sottoposte dalla questura di Teramo numerose intercettazioni telefoniche. Si è così appreso che gli albanesi esercitavano forti pressioni anche sul padre del rapito residente in Albania per ottenere il corrispettivo della merce non pagata. Il padre dell'uomo nelle mani dei sequestratori stava portando a termine la vendita di un terreno per ottenere la somma necessaria a liberare il figlio.
Tramite l'ausilio degli agenti di polizia che hanno fittiziamente venduto il terreno e contattato i rapitori per fissare un appuntamento per il pagamento del riscatto, l'intermediario albanese, Roland Bendo, è stato arrestato al momento della firma del falso atto notarile e dello scambio.
"Se in Albania si fossero resi conto che gli stavano addosso coloro che trattavano il riscatto a Torino - rivela Cesare Ciammaichella - il sequestrato sarebbe stato ucciso. Il sequestro è frutto di un meccanismo di trazione criminale che in Albania si va a innestare in una sub-cultura dove la violenza efferata è la regola, la trattativa è l'eccezione. Situazione delicatissima gestita ottimamente dagli uomini della squadra mobile di Teramo e L'Aquila che sono riusciti ad ottenere il controllo sull'intermediazione senza mettere in pericolo la vita dell'ostaggio".
Nel frattempo i rapitori si erano trasferiti con l'ostaggio bendato, a Bologna, poi a Torino. I rapitori, incalzati dalle indagini e dagli inseguimenti della polizia hanno così deciso di rilasciare l'ostaggio. "Le ricerche proseguono - rivela Capasso - per catturare gli altri due albanesi identificati e destinatari di un ordine di cattura internazionale: Bendo Ervin e Erjon Lamaj, carcerieri della vittima, finiranno in carcere per concorso in sequestro di persona".
L'operazione è stata condotta e conclusa in appena tre giorni, grazie anche alla fattiva collaborazione della polizia e della procura albanese di Durazzo, coordinata dal procuratore capo Erik Ligori. Gli uomini della polizia abruzzese, al comando di Cesare Ciammaichella e Gennaro Capasso, sono riusciti a organizzare la trattativa in territorio albanese, riuscendo contestualmente a far liberare l'ostaggio, rinchiuso in un appartamento di Torino.
I tre boss volevano subito i soldi. Le forze di polizia italiane ed albanesi grazie a un notaio compiacente, sono riuscite a fare un atto notarile formalmente ineccepibile e corretto ma sostanzialmente nullo. Una volta accettato il pagamento con l'intestazione di terreni, l'ostaggio è stato rilasciato. Gli albanesi hanno subito catturato l'intermediario ed è cominciata la caccia all'uomo in Italia. Il gruppo criminale albanese neutralizzato era consistente, violento e pericoloso con basi logistiche sparse in tutta Italia.
L'operazione "Balcani", tuttora in corso, è eccezionale perché la Polizia di Stato è riuscita, d'accordo con la procura albanese, a far pagare un riscatto finto. L'allarme era stato lanciato dai parenti del rapito residenti a Faenza.
Grazie all'operazione "Balcani", coordinati dal questore di Teramo Aldo Vignati, dal capo della squadra mobile Gennaro Capasso e dal dirigente della S.C.O. di L'Aquila, Cesare Ciammaichella, si è riusciti a salvare la vita ad un ostaggio albanese, dimorante a Roseto degli Abruzzi (Te), rapito lo scorso gennaio da tre connazionali a scopo di estorsione poiché i sequestratori volevano costringere i due cugini albanesi del rapito, a pagare una partita di droga della quale erano "creditori".
L'articolata operazione di polizia, è stata coordinata da Alberto Sgambati, pm della Procura Distrettuale Antimafia di L'Aquila, al quale sono state sottoposte dalla questura di Teramo numerose intercettazioni telefoniche. Si è così appreso che gli albanesi esercitavano forti pressioni anche sul padre del rapito residente in Albania per ottenere il corrispettivo della merce non pagata. Il padre dell'uomo nelle mani dei sequestratori stava portando a termine la vendita di un terreno per ottenere la somma necessaria a liberare il figlio.
Tramite l'ausilio degli agenti di polizia che hanno fittiziamente venduto il terreno e contattato i rapitori per fissare un appuntamento per il pagamento del riscatto, l'intermediario albanese, Roland Bendo, è stato arrestato al momento della firma del falso atto notarile e dello scambio.
"Se in Albania si fossero resi conto che gli stavano addosso coloro che trattavano il riscatto a Torino - rivela Cesare Ciammaichella - il sequestrato sarebbe stato ucciso. Il sequestro è frutto di un meccanismo di trazione criminale che in Albania si va a innestare in una sub-cultura dove la violenza efferata è la regola, la trattativa è l'eccezione. Situazione delicatissima gestita ottimamente dagli uomini della squadra mobile di Teramo e L'Aquila che sono riusciti ad ottenere il controllo sull'intermediazione senza mettere in pericolo la vita dell'ostaggio".
Nel frattempo i rapitori si erano trasferiti con l'ostaggio bendato, a Bologna, poi a Torino. I rapitori, incalzati dalle indagini e dagli inseguimenti della polizia hanno così deciso di rilasciare l'ostaggio. "Le ricerche proseguono - rivela Capasso - per catturare gli altri due albanesi identificati e destinatari di un ordine di cattura internazionale: Bendo Ervin e Erjon Lamaj, carcerieri della vittima, finiranno in carcere per concorso in sequestro di persona".
L'operazione è stata condotta e conclusa in appena tre giorni, grazie anche alla fattiva collaborazione della polizia e della procura albanese di Durazzo, coordinata dal procuratore capo Erik Ligori. Gli uomini della polizia abruzzese, al comando di Cesare Ciammaichella e Gennaro Capasso, sono riusciti a organizzare la trattativa in territorio albanese, riuscendo contestualmente a far liberare l'ostaggio, rinchiuso in un appartamento di Torino.
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11/05/2007
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