Una tabella di marcia difficile per raggiungere l'obiettivo -50% entro il 2010
Forlì | Si dovrebbe arrivare a 3.341 vittime. I risultati più positivi nel 2003 con soli 6 mesi di patente a punti. Ha funzionato di più l'effetto annuncio che la norma vigente.
Da uno studio dell'Aci su dati Istat emerge che l'obiettivo -50% degli incidenti e delle vittime entro il 2010, si fa oggettivamente difficile, se non improbabile.
Ragioniamo sui numeri. Poiché nel 2001 il numero totale dei morti sulle strade, sulla base dei dati Istat è stato fissato a quota 6.682, se ne ricava che nel 2010 per centrare l'obiettivo che si è data (e ci ha assegnato) l'Unione Europea dovremmo fermarci a quota 3.341.
Certo il percorso tracciato fino ad oggi pone dei seri dubbi.
Infatti nel 2002 anziché assistere ad una diminuzione è stato registrato un incremento, seppur lieve, delle vittime che hanno toccato quota 6.736 (54 decessi in più) con un incremento dell' 0,8%.
Nel 2003 l'anno dell'entrata in vigore della patente a punti, ma solo dal 1° luglio, è stato segnato il maggior decremento. Infatti si è passati da 6.736 vittime della strada del 2002 a 6.065 del 2003 con un calo di ben 671 morti pari a -10%. Può apparire strano ma nel primo anno di vigore della patente a punti, però per soli 6 mesi, si sono ottenuti risultati che nel 2004 e 2005 non sono stati ripetuti. In pratica si può affermare che il solo effetto annuncio, con una fortissima campagna mediatica sulle televisioni, le radio e i quotidiani era servita per far cambiare mentalità.
Nel 2003 il calo dei morti è stato doppio rispetto al 2004 e 2005
Successivamente l'effetto spaventapasseri della patente a punti si è indebolito. Nei due anni successivi con la PaP in "servizio permanente effettivo" per 12 mesi i risultati pur positivi, sono stati meno brillanti.
Infatti nel 2004 (dati ricalcolati da Istat e Aci) si è toccata quota 5.748 vittime, 317 in meno del 2003, ma la diminuzione si è fermata a un più modesto - 5,2%. Nel 2005, ultimo anno a contabilità infortunistica conosciuta, la freccia della mortalità stradale, è noto, si è fermata a quota 5.426 con un calo di altre 322 vittime e un - 5,6%.
Ora per arrivare alla meta di 3.341 morti sulle strade (sempre tanti, sia chiaro), nel quinquennio 2006-2010 si dovrebbe viaggiare con una diminuzione media del 9% circa all'anno, secondo questa tabella ricostruita dall'Aci:
- 2006 numero vittime 4.924
- 2007 numero vittime 4.469
- 2008 numero vittime 4.056
- 2009 numero vittime 3.681
- 2010 numero vittime 3.341
Ci riusciremo? Come Asaps pensiamo sia molto difficile, ma con molta buona volontà e opportuni provvedimenti connotati dal coraggio di sfidare anche l'impopolarità e con i necessari finanziamenti (solo di facciata, in quanto poi si risparmierebbe nella sanità e nello stato sociale), potremmo ancora riuscirci.
Una scommessa che vale ancora la pena di una puntata.
Ragioniamo sui numeri. Poiché nel 2001 il numero totale dei morti sulle strade, sulla base dei dati Istat è stato fissato a quota 6.682, se ne ricava che nel 2010 per centrare l'obiettivo che si è data (e ci ha assegnato) l'Unione Europea dovremmo fermarci a quota 3.341.
Certo il percorso tracciato fino ad oggi pone dei seri dubbi.
Infatti nel 2002 anziché assistere ad una diminuzione è stato registrato un incremento, seppur lieve, delle vittime che hanno toccato quota 6.736 (54 decessi in più) con un incremento dell' 0,8%.
Nel 2003 l'anno dell'entrata in vigore della patente a punti, ma solo dal 1° luglio, è stato segnato il maggior decremento. Infatti si è passati da 6.736 vittime della strada del 2002 a 6.065 del 2003 con un calo di ben 671 morti pari a -10%. Può apparire strano ma nel primo anno di vigore della patente a punti, però per soli 6 mesi, si sono ottenuti risultati che nel 2004 e 2005 non sono stati ripetuti. In pratica si può affermare che il solo effetto annuncio, con una fortissima campagna mediatica sulle televisioni, le radio e i quotidiani era servita per far cambiare mentalità.
Nel 2003 il calo dei morti è stato doppio rispetto al 2004 e 2005
Successivamente l'effetto spaventapasseri della patente a punti si è indebolito. Nei due anni successivi con la PaP in "servizio permanente effettivo" per 12 mesi i risultati pur positivi, sono stati meno brillanti.
Infatti nel 2004 (dati ricalcolati da Istat e Aci) si è toccata quota 5.748 vittime, 317 in meno del 2003, ma la diminuzione si è fermata a un più modesto - 5,2%. Nel 2005, ultimo anno a contabilità infortunistica conosciuta, la freccia della mortalità stradale, è noto, si è fermata a quota 5.426 con un calo di altre 322 vittime e un - 5,6%.
Ora per arrivare alla meta di 3.341 morti sulle strade (sempre tanti, sia chiaro), nel quinquennio 2006-2010 si dovrebbe viaggiare con una diminuzione media del 9% circa all'anno, secondo questa tabella ricostruita dall'Aci:
- 2006 numero vittime 4.924
- 2007 numero vittime 4.469
- 2008 numero vittime 4.056
- 2009 numero vittime 3.681
- 2010 numero vittime 3.341
Ci riusciremo? Come Asaps pensiamo sia molto difficile, ma con molta buona volontà e opportuni provvedimenti connotati dal coraggio di sfidare anche l'impopolarità e con i necessari finanziamenti (solo di facciata, in quanto poi si risparmierebbe nella sanità e nello stato sociale), potremmo ancora riuscirci.
Una scommessa che vale ancora la pena di una puntata.
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19/04/2007
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