L'Europa brucia nel fuoco
San Benedetto del Tronto | E' una frase di una nota canzone, si riferiva alla seconda guerra mondiale, talvolta però si ha l'impressione che il fuoco distruttivo non si sia sopito, ma anzi divampa sempre più con intenti demolitori della società occidentale.
di Gian Luigi Pepa
Tutto viene messo in discussione, tutti hanno ragione, tutto è lecito e possibile, il falso pietismo imperversa, le minoranze da presunte discriminate diventano poteri forti, tutelati dalle leggi, dalle opinioni, dalle lobby.
Non c'è più nulla da fare, ci si arrende di fronte alla prepotenza della minoranza che vuole cambiare il modo di vivere e di pensare della maggioranza, una vera e propria discriminazione al contrario.
Non vi sono più certezze, l'organizzazione della società e dello Stato è messa in discussione, non è "fico" richiamare i valori ed i principi che hanno contribuito a creare l'Europa, l'Occidente, il Cristianesimo, la Famiglia, la Patria, la sua fiera ed orgogliosa storia, fatta di uomini grandi, geniali e specchiabili, di opere di alto valore artistico, di città funzionali e splendide, di piccole ed importanti realtà.
L'Unità d'Europa, un grande segnale di coesione economico-politico, ha dato speranza ad ogni Stato costituente, eppure a distanza di 50 anni, osserviamo il lento decadimento di tutti gli Stati che appartengono alla Comunità, avendo creduto in una politica eccessivamente permissivista.
Ad esempio la Gran Bretagna, ex patria del liberalismo storico, successivamente alla legge che autorizza il matrimonio alle coppie gay, è stata emanata la legge che autorizza l'adozione dei bambini alle coppie omosessuali.
In Gran Bretagna il compito di assegnare le adozioni di minori, è rimesso alle Agenzie autorizzate, tra cui le principali impegnate sono quelle cattoliche, che si scontrano con la nuova legge per obiezione di coscienza.
Il Ministro per le Comunità è cattolico, ma appena ha cercato di esentare le Agenzie Cattoliche è stato messo in minoranza nel suo Gabinetto ed è stato aspramente criticato dalla stampa di sinistra.
Le Agenzie Cattoliche, quindi non possono esprimere i loro convincimenti, anche se tutti hanno diritto di esprimere le proprie
opinioni, anzi tutti hanno il diritto di vivere come meglio gli aggrada, ma tranne alcuni, in particolare i cattolici.
L'adozione in molti paesi è veramente difficile se non impossibile, gli adottandi debbono avere dei requisiti giusti e severi, ed offrire mille garanzie.
Ma è evidente che la lobby dei gay ha offerto le garanzie accettabili per i Britannici, ovvero quel che ne resta.
Gli psicologi infantili hanno sempre sostenuto l'importanza di genitori di ambedue i sessi per la corretta educazione del minore, ma oggi tacciono perché imperversa la decadenza del più forte, cioè di chi urla di più.
I cattolici di sinistra, se ancora sono effettivamente cattolici, dovrebbero riflettere e DICO a parte, guardare e vedere cosa c'è dietro l'angolo di ogni liberismo forzato.
Che la Chiesa faccia il suo lavoro, in quanto ha diritto di dire il suo insegnamento alla luce dei principi e dei precetti della Cristianità, certo non può imporlo, ma è libera di pensare e di esprimere le proprie idee come vige in ogni Paese democratico e civile.
Di converso si è liberi di non ascoltare la parola della Chiesa e di non curarsi dei precetti Cristiani, ma questa è una scelta rimessa ai singoli, certo che la coerenza è l'elemento portante dell'affidabilità e della lealtà, e chi non ascolta la parola della Chiesa non può dirsi Cattolico.
Quindi la Chiesa ha il diritto di opporsi alla parificazione della famiglia, come qualificata nell'articolo "la famiglia nella società occidentale", pubblicata su questo quotidiano il 26/2/07, ai diritti delle coppie omosessuali.
Il termine democrazia deriva dal greco demos: popolo e cratos: potere, ed etimologicamente significa governo del popolo, ove vige il principio maggioritario, e non al contrario il diritto del più forte, mentre la maggioranza seria impegnata nel quotidiano resta a guardare.
Un segnale forte, che dimostra che nulla è perduto e che forse l'Europa si sta svegliando, lo si rileva dalla Sentenza emessa dalla Cassazione Francese, che precisa il principio, che il matrimonio è solo l'unione tra uomo e donna.
La Corte di Cassazione di Parigi ha stabilito che la famiglia è da intendersi solo quella naturale basata sul matrimonio di un uomo con una donna, confermando la sentenza resa dal Giudice dell'appello, già in conformità dal Giudice di primo grado, annullando definitivamente il matrimonio omosessuale.
Si tratta del primo e unico matrimonio gay di Francia, tra Stephane Carpin e Bertrand Charpentier che sono stati uniti in matrimonio il 5 giugno 2004 nel paese di Beagles, una città nella regione del Bordeaux.
Gravissime le affermazioni della candidata all'Eliseo Ségolène Royal, che si è dichiarata disponibile, in caso di vittoria, ad introdurre il matrimonio gay in Francia, e peggiori quelle del Sindaco che ha celebrato le nozze, il verde Noël Mamère, che dice di non essersi affatto pentito di un "atto eminentemente politico", annunciando di intraprendere nuove battaglie come quella di consentire l'adozione a coppie omosessuali.
Tematica già affrontata dalla Suprema Corte francese, con sentenza di marzo, dichiarandola illegale perché "contraria ai diritti del bambino".
La sinistra francese sostiene che i Pacs, inventati nel 1998, non bastano più, occorrerebbe proporre sempre più "nuovi diritti".
In pratica - presa la mano si chiede il braccio -, cioè l'esempio francese, inglese e spagnolo, evidenziano, chiaramente, che una volta intrapresa la strada, è fisiologico che si arrivi a chiedere sempre più, e forse ad ottenere l'equiparazione totale con la famiglia, e, quindi, l'adozione dei minori, che si ribadisce al contrario è molto difficile per le coppie eterosessuali.
A parte la politica meramente ideologizzante e strumentale, se veramente il problema si concentrasse sui diritti, cosa che non è, possono intervenire puntuali accorgimenti legislativi specifici a regolare determinate materie, ovvero le coppie omossessuali che vogliono garantirsi una tutela giuridica, debbono e possono farlo, provvedendo a stilare accordi privatistici.
Tra i vari strumenti giuridici oggi a disposizione c'è la possibilità di utilizzare, previa attenta valutazione del caso, l'istituto del Trust, in particolare per la regolamentazione degli acquisti nel corso della convivenza, ed in generale per regolare il rapporto nel periodo di suo fisiologico svolgimento, sia per determinare le conseguenze scaturenti dalla cessazione della convivenza.
Non c'è più nulla da fare, ci si arrende di fronte alla prepotenza della minoranza che vuole cambiare il modo di vivere e di pensare della maggioranza, una vera e propria discriminazione al contrario.
Non vi sono più certezze, l'organizzazione della società e dello Stato è messa in discussione, non è "fico" richiamare i valori ed i principi che hanno contribuito a creare l'Europa, l'Occidente, il Cristianesimo, la Famiglia, la Patria, la sua fiera ed orgogliosa storia, fatta di uomini grandi, geniali e specchiabili, di opere di alto valore artistico, di città funzionali e splendide, di piccole ed importanti realtà.
L'Unità d'Europa, un grande segnale di coesione economico-politico, ha dato speranza ad ogni Stato costituente, eppure a distanza di 50 anni, osserviamo il lento decadimento di tutti gli Stati che appartengono alla Comunità, avendo creduto in una politica eccessivamente permissivista.
Ad esempio la Gran Bretagna, ex patria del liberalismo storico, successivamente alla legge che autorizza il matrimonio alle coppie gay, è stata emanata la legge che autorizza l'adozione dei bambini alle coppie omosessuali.
In Gran Bretagna il compito di assegnare le adozioni di minori, è rimesso alle Agenzie autorizzate, tra cui le principali impegnate sono quelle cattoliche, che si scontrano con la nuova legge per obiezione di coscienza.
Il Ministro per le Comunità è cattolico, ma appena ha cercato di esentare le Agenzie Cattoliche è stato messo in minoranza nel suo Gabinetto ed è stato aspramente criticato dalla stampa di sinistra.
Le Agenzie Cattoliche, quindi non possono esprimere i loro convincimenti, anche se tutti hanno diritto di esprimere le proprie
opinioni, anzi tutti hanno il diritto di vivere come meglio gli aggrada, ma tranne alcuni, in particolare i cattolici.
L'adozione in molti paesi è veramente difficile se non impossibile, gli adottandi debbono avere dei requisiti giusti e severi, ed offrire mille garanzie.
Ma è evidente che la lobby dei gay ha offerto le garanzie accettabili per i Britannici, ovvero quel che ne resta.
Gli psicologi infantili hanno sempre sostenuto l'importanza di genitori di ambedue i sessi per la corretta educazione del minore, ma oggi tacciono perché imperversa la decadenza del più forte, cioè di chi urla di più.
I cattolici di sinistra, se ancora sono effettivamente cattolici, dovrebbero riflettere e DICO a parte, guardare e vedere cosa c'è dietro l'angolo di ogni liberismo forzato.
Che la Chiesa faccia il suo lavoro, in quanto ha diritto di dire il suo insegnamento alla luce dei principi e dei precetti della Cristianità, certo non può imporlo, ma è libera di pensare e di esprimere le proprie idee come vige in ogni Paese democratico e civile.
Di converso si è liberi di non ascoltare la parola della Chiesa e di non curarsi dei precetti Cristiani, ma questa è una scelta rimessa ai singoli, certo che la coerenza è l'elemento portante dell'affidabilità e della lealtà, e chi non ascolta la parola della Chiesa non può dirsi Cattolico.
Quindi la Chiesa ha il diritto di opporsi alla parificazione della famiglia, come qualificata nell'articolo "la famiglia nella società occidentale", pubblicata su questo quotidiano il 26/2/07, ai diritti delle coppie omosessuali.
Il termine democrazia deriva dal greco demos: popolo e cratos: potere, ed etimologicamente significa governo del popolo, ove vige il principio maggioritario, e non al contrario il diritto del più forte, mentre la maggioranza seria impegnata nel quotidiano resta a guardare.
Un segnale forte, che dimostra che nulla è perduto e che forse l'Europa si sta svegliando, lo si rileva dalla Sentenza emessa dalla Cassazione Francese, che precisa il principio, che il matrimonio è solo l'unione tra uomo e donna.
La Corte di Cassazione di Parigi ha stabilito che la famiglia è da intendersi solo quella naturale basata sul matrimonio di un uomo con una donna, confermando la sentenza resa dal Giudice dell'appello, già in conformità dal Giudice di primo grado, annullando definitivamente il matrimonio omosessuale.
Si tratta del primo e unico matrimonio gay di Francia, tra Stephane Carpin e Bertrand Charpentier che sono stati uniti in matrimonio il 5 giugno 2004 nel paese di Beagles, una città nella regione del Bordeaux.
Gravissime le affermazioni della candidata all'Eliseo Ségolène Royal, che si è dichiarata disponibile, in caso di vittoria, ad introdurre il matrimonio gay in Francia, e peggiori quelle del Sindaco che ha celebrato le nozze, il verde Noël Mamère, che dice di non essersi affatto pentito di un "atto eminentemente politico", annunciando di intraprendere nuove battaglie come quella di consentire l'adozione a coppie omosessuali.
Tematica già affrontata dalla Suprema Corte francese, con sentenza di marzo, dichiarandola illegale perché "contraria ai diritti del bambino".
La sinistra francese sostiene che i Pacs, inventati nel 1998, non bastano più, occorrerebbe proporre sempre più "nuovi diritti".
In pratica - presa la mano si chiede il braccio -, cioè l'esempio francese, inglese e spagnolo, evidenziano, chiaramente, che una volta intrapresa la strada, è fisiologico che si arrivi a chiedere sempre più, e forse ad ottenere l'equiparazione totale con la famiglia, e, quindi, l'adozione dei minori, che si ribadisce al contrario è molto difficile per le coppie eterosessuali.
A parte la politica meramente ideologizzante e strumentale, se veramente il problema si concentrasse sui diritti, cosa che non è, possono intervenire puntuali accorgimenti legislativi specifici a regolare determinate materie, ovvero le coppie omossessuali che vogliono garantirsi una tutela giuridica, debbono e possono farlo, provvedendo a stilare accordi privatistici.
Tra i vari strumenti giuridici oggi a disposizione c'è la possibilità di utilizzare, previa attenta valutazione del caso, l'istituto del Trust, in particolare per la regolamentazione degli acquisti nel corso della convivenza, ed in generale per regolare il rapporto nel periodo di suo fisiologico svolgimento, sia per determinare le conseguenze scaturenti dalla cessazione della convivenza.
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