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Antonella: "Resisterò, esisterò, malgrado tutto"

Sant'Elpidio a Mare | La giovane elpidiense vittima di usura interviene nuovamente: la sua battaglia di giustizia continua

di Pierpaolo Pierleoni


Ha scatenato un polverone, Antonella, la 27enne architetto elpidiense capace di denunciare pubblicamente la sua storia di vittima dell'usura lo scorso 24 febbraio al convegno L'eredità di Falcone e Borsellino. Aveva già parlato della sua disavventura più di un anno fa, ma allora la risonanza non era stata così massiccia.

In tanti ora la ascoltano, le rispondono, la esortano a non mollare. Lo fanno di persona, o chiamandola, o scrivendo al forum internet del Comune di Sant'Elpidio a Mare. Il suo dramma non solo tocca, scuote e coinvolge: è anche un punto di partenza. Ha lanciato un sasso nello stagno, Antonella, e vedendo l'acqua incresparsi, altre mani ora stanno trovando la forza per scagliare altri sassi. E' stata contattata da persone che hanno vissuto o stanno vivendo un'esperienza simile. Il suo caso non è isolato. Anche per questo ci sembra giusto continuare a dare spazio, finché lo vorrà, alle sue parole.

"Ho iniziato a scrivere ancora illusa che le autorità pubbliche, politiche e giudiziarie, fossero lì per me, “comune” cittadino invaso dai problemi di ordine superiore alla media. I risultati sono stati pochi e scarsi nella loro positività. Non vi fidate! Mi spiace dirlo, ma la mia esperienza di usura e “giustizia”, se così si può chiamare la “giustizia” che finoggi ho vissuto, ci hanno pariteticamente rovinato.

Sono qui a denunciare quello che mi è successo perché sono molto amareggiata per il comportamento che hanno avuto le persone in cui credevo, la Giustizia ( ma quella vera con G maiuscola) in cui speravo, le Istituzioni in cui confidavo, ma quando c’è da sporcarsi per la verità pochi, o nessuno, sono coloro che hanno il coraggio e la volontà di perseguire l’obbiettivo finale: la rivalsa della vittima sul suo carnefice. Dite pure che ho vissuto di chimere e di sogni idilliaci pieni di happy end, di dolci finali, ma credevo che la verità suffragata da prove fosse incorruttibile. Non così non è stato.

Pur avendo un mio parere non voglio emettere giudizi, anche se perseverare nell’errore da parte di chi conosce i torti subiti è troppo, quando in ballo ci sono cinque vite.

Non posso negare di provare rammarico e rabbia nei confronti di chi ha fatto poco, nulla, per noi. Sarei un’ipocrita nel dire che mi sto arrendendo ai disegni superiori di cacciarci e sto dando ragione a chi ha sbagliato prima e poi. Purtroppo la verità non paga, quando i nomi in ballo sono altisonanti o hanno le giuste conoscenze per affrancarsi da ogni responsabilità. In troppi hanno sbagliato sulla nostra pelle, in troppi… ecco perché cerco, spero e prego di non gettare mai la spugna.

Non posso arrendermi e devo farmi coraggio per ogni giorno che vivo, contro la paura delle notizie che possono arrivare per posta, contro gli squilli del telefono che possono portare brutte novità, contro le macchine che si aggirano nei paraggi della mia abitazione per visionare un “oggetto” da comprare, contro le minacce ed abusi di potere, contro le chiacchiere al vento di chi ha solo promesso. Ma vi pare questa una vita?... nell’omertà e sotto minacce? Ecco il perché io abbia chiesto aiuto ai giornali, abbia aperto un blog, abbia scritto al forum del sito del “mio” Comune, per uscire da quello che mi strangolava e toglieva il sonno ed il respiro, il silenzio e il fingere che non fosse successo nulla davanti agli occhi degli altri.

Posso ammettere in tutta onestà che ho incontrato molta solidarietà dopo i miei interventi pubblici, dalla prepotente intromissione sul Forum del sito di Sant’Elpidio agli interventi al convegno sul “L’eredità di Falcone e Borsellino”, sono fiera di aver abbattuto il primo muro di una lunga serie. Oggi ad esempio, in un ufficio pubblico, una dipendente mi ha dato sottobanco un foglietto in cui diceva di non mollare di non dargliela vinta, sono felice che esista chi mi fa coraggio, malgrado lo scotto sia essere sulla bocca di tutti e magari con qualche calunnia. Perché ci sono anche quelle, se siamo finiti in questa situazione lo ribadisco è solo colpa di un losco giro di manigoldi che si accompagnano all’usuraio, di un giro di potere inarrivabile.

E se vi parlassi delle altre famiglie che come me hanno già perso tutto o stanno per perdere tutto? Parleremmo ancora di caso sfortunato o di mafia ed usura? Quanta altra gente deve finire sotto un ponte o in abitazioni di fortuna prima che la situazione cambi? È questo quello che mi chiedo e che chiedo a chi legge. Come faccio ancora a fidarmi della Giustizia quando da essa ho ricevuto solo sonori massacri, come faccio a crederci ancora? Eppure devo farmi forza contro tutte le mie paure per vivere una vita che sappia ancora di qualcosa, per credere che i miei sogni si possano ancora avverare. Devo combattere contro le mie ansi e paure, contro le mie paranoie, contro le brutte esperienze passate, per avere il coraggio di lottare fino in fondo.

Continuo a chiedermi perché di tante Croci, me ne sia capitata una così abominevole, continuo a chiedermi come mai siamo incappati in professionisti poco seri e poco impegnati, a gente che non si è fermata neppure davanti alla malattia. Mi chiedo il perché di tanta omertà e silenzio da parte di chi sa, da parte di chi ha già subito. Perché? … perché nessuno che ci aiuti? Perché la giustizia non scorre e si inceppa su un caso così grosso? Perché tutti guardano solo al proprio tornaconto ed ai propri affari, laddove avrei dovuto trovare comprensione e giustizia, non c’è stata; altrove la gente non ha tempo, non vuole sporcarsi per gli altri, rimane nel proprio guscio, nel proprio silenzio omertoso. Pochi sono quelli che si sono impegnati con e per noi.

La mia famiglia è a pezzi, stanca, illusa, sbattuta per strada come uno straccio, bistrattati come esseri umani di nessun valore e violentati dalle istituzioni che tracannano a più non posso le balle che provengono da chi abusa della propria professione e posizione, da chi tutto ci ha negato, dalla Giustizia alla possibilità di rifarci una vita, non ho parole per definire il male che ci hanno fatto, le lacrime che abbiamo versato, il dolore che per mesi ci ha tolto il sorriso, la serenità di vivere in pace che non esiste più.

Sapete cosa vuol dire dimenticarsi del sorriso dei propri genitori? perché è una vita che non sorridono più… sapete cosa vuol dire perdere la serenità e vivere in un giorno traballante senza la certezza di ciò che sarà di te domani? Io sì, conosco questo e conosco l’usura, l’omertà e l’onnipotenza di cui gode il colpevole.

Ecco che sono qui, continuerò, sperando che me ne sia sempre data l’opportunità, a scrivere a dare fastidio come un’ape ostinata e pericolosa, a costo di giocarmi la carriera e la vita, non sono uscita fuori di senno ma devo difendere ciò è mio. Ma quello che mi chiedo è se fosse capitato a chiunque mi stia leggendo, cosa avrebbe fatto? Vi sareste arresi se per “errore od orrore” la vostra abitazione ed i vostri beni fossero stati venduti all’asta? Io dove sono in tutto questo? Dov’è la vita dei miei genitori? Il rispetto che ci è dovuto come esseri umani e non come bestie della peggiore specie? Se potessi narrare degli abusi che abbiamo subito, dalle frottole con cui ci hanno tappato gli occhi alle false promesse con cui ci hanno illuso, molti si dovrebbero vergognare!

Sta di fatto e che rimanga come un monito che io non lascio ciò che è mio, se la Giustizia non è ancora arrivata o ha i suoi problemi di coscienza, non è più un mio problema, ormai…mi sto giocando tutto e non mollo. Che lo sappia il mio usuraio, che lo sappia la giustizia locale, le istituzioni pubbliche e politiche. Io sono qui per resistere e per esistere malgrado tutto".

05/03/2007





        
  



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