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Il comune si è fermato a via Montecretaccio

San Benedetto del Tronto | Una delle tante strade di periferia dove la mano pubblica arriva solo a sfiorare quel tanto che basta per non essere dimenticata. Ma ai residenti non basta.

di Carmine Rozzi

Abitanti sul piede di guerra


Sono pressoché dieci anni che, nel quartiere Fosso dei Galli, una decina di famiglie in contrada Montecretaccio hanno fatto richiesta affinché diventi di proprietà comunale il tratto di strada che, deviando a destra dalla via principale, costeggia la collina a ridosso del confine con il comune di Montepradone. La strada, se così la si può chiamare dato che in effetti si tratta di un passaggio sterrato che ricorda certi vecchi tratturi di campagna, è ricoperta di una breccia bianca e si estende per una lunghezza di circa 230 metri andando a sfociare in un vicolo cieco.

Negli anni, da aperta campagna, nella zona sono sorte poco a poco un numero sempre più crescente di abitazioni così da diventare un’area urbanicamente ibrida dove a realizzare le opere prime come illuminazione, rete fognaria, asfalto e via dicendo si sono alternati pubblico e privato fino a rendere problematico rivendicare la paternità di questo o di quello. Tuttavia gli abitanti della via che risiedono nell’ultima parte della strada direzione est non hanno alcun dubbio: per loro riqualificare quel tratto di via spetta senza alcun dubbio al comune di San Benedetto.

E per una ragione molto semplice: tutti i proprietari delle case hanno pagato, negli ultimi dieci anni, la dovuta Bucalossi per un ammontare complessivo stimabile intorno alle 50 mila euro. Ma delle corrispettive opere di urbanizzazione che ogni cittadino deve ricevere in cambio neanche l’ombra. Ad onor del vero gli stessi residenti ammettono che l’amministrazione Perazzoli ha provveduto ad installare l’impianto a gas e quella di Martinelli a portarlo in ogni casa ma non più di quello. Così oggi manca ancora l’illuminazione, l’asfalto, una rete fognaria adeguata tanto che gli scarichi in eccesso dei pozzi igienici si disperdono nella vicina campagna tra meandri e cunicoli a cielo aperto.

Franco Falcioni è un abitante della via e rappresentante in seno al comitato di quartiere della contrada Montecretaccio:” Non chiediamo certo la luna. Le nostre osservazioni sono le stesse di tanti altri abitanti di quartieri periferici che si trovano più o meno nella stessa situazione. Nel nostro caso specifico se è pur vero che la strada è privata è anche sacrosanto che paghiamo le tasse e la Bucalossi come tutti e per quest’ultima la percentuale è come minimo uguale a quella del centro città anche se ho sentito di alcuni agglomerati periferici dove addirittura sarebbe superiore”.

Gli fa eco il suo vicino di casa Marcello Corradetti :”La distanza di 230 metri che chiediamo venga passata a catasto come strada cittadina è irrisoria. Che poi metà si trovi nel Comune di Monteprandone e l’altra in quel di San Benedetto a noi poco importa visto che le tasse le paghiamo in quest’ultimo. Potrebbero dividersi le spese di urbanizzazione o effettuare una semplice operazione di rivalsa economica per la parte spettante”.

Mentre Claudio Ripani tiene a precisare:”Non vogliamo in alcun modo mettere il bastone tra le ruote di nessuno. Tanto meno alla nuova amministrazione che almeno, a differenza di altre, è venuta di persona nel quartiere per constatare le necessità dei suoi abitanti. Ma siccome le richieste sono tante e non siamo i soli ricordare che in quelle ci siamo anche noi non può far alcun danno ma anzi dare una mano a chi ci ha promesso di interessarsi al problema”.

Luigi Eusebi, che una volta ha rischiato di finire fuori strada con la sua macchina aggiunge :”Quando piove la strada è pressoché impraticabile. La breccia non aiuta di certo a smaltire l’acqua e, anzi, sul bagnato diventa molto più difficoltoso mantenere l’assetto degli automezzi e si rischia ad ogni frenata di sbandare paurosamente. Direi che l’asfalto è senza dubbio tra le priorità più impellenti della via”.

05/03/2007





        
  



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